Perché non siamo razionali coi soldi

Il denaro si muove in base alle emozioni, agli impulsi e alle pressioni sociali. Capirlo serve a migliorare le nostre scelte economiche

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Donatella Ruggeri

Psicologa

Psicologa, fondatrice di “Settimana del Cervello”. È una nomade digitale: lavora da remoto e lo fa viaggiando.

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Anche quando crediamo di agire in modo razionale, le nostre decisioni economiche sono inconsciamente influenzate da emozioni, automatismi e pressioni sociali.

Nel primo articolo di questa rubrica di Psicologia finanziaria abbiamo esplorato quanto il nostro rapporto con il denaro sia tutt’altro che oggettivo, ovvero dietro alle scelte, ai risparmi e agli acquisti si nascondono emozioni, bisogni affettivi, schemi familiari e meccanismi inconsci. Abbiamo visto che la ricchezza non è solo una questione di numeri, ma anche – e soprattutto – di consapevolezza.

In questo secondo approfondimento andiamo un passo oltre: se è vero che i soldi parlano di noi, è altrettanto vero che non sempre ci comportiamo in modo razionale quando li gestiamo. Anzi, spesso prendiamo decisioni poco lucide anche a distanza di poche ore. Perché succede? Cosa ci spinge a spendere quando sappiamo che dovremmo risparmiare? Perché continuiamo a ripetere errori finanziari, anche quando ci promettiamo di cambiare?

A guidarci saranno la psicologia comportamentale e le neuroscienze, per capire:

  • quali sono i limiti della razionalità nelle decisioni economiche;
  • che ruolo giocano emozioni e contesto sociale;
  • perché, pur sapendo cosa sarebbe “giusto fare”, spesso agiamo diversamente.

Con esempi pratici e strumenti utili, proveremo a riconoscere quei meccanismi invisibili che ci allontanano dalla lucidità finanziaria e inizieremo a costruire un nuovo modo di pensare (e vivere) il denaro.

Il cervello non è fatto per essere razionale

Quando si parla di soldi, siamo portate a credere che le scelte migliori siano quelle basate su numeri, logica e analisi costi-benefici. In teoria, dovremmo valutare con attenzione le opzioni disponibili, prevedere le conseguenze e scegliere ciò che massimizza il vantaggio. Ma nella realtà, le cose raramente vanno così.

Molto più spesso, ci troviamo a compiere scelte d’impulso, a rimandare decisioni importanti, a lasciarci influenzare da emozioni momentanee, da consigli non richiesti o dal timore di sbagliare. E questo accade non perché siamo disattente o incapaci, ma perché il nostro cervello funziona in modo diverso da come immaginiamo.

Non è fatto per farci arricchire o ottimizzare ogni scelta economica, bensì per garantirci la sopravvivenza in un mondo complesso, imprevedibile e pieno di stimoli.

Le decisioni finanziarie attivano infatti le stesse aree cerebrali coinvolte nella regolazione delle emozioni e degli impulsi: la corteccia prefrontale, deputata al pensiero razionale, si trova spesso a dover “negoziare” con il sistema limbico, che elabora paura, desiderio, rabbia, senso di pericolo.

La neuroeconomia ha confermato ciò che da tempo intuiamo, ovvero che le emozioni contano eccome, anche in ambito finanziario. Le immagini di risonanza magnetica mostrano che, quando ci troviamo di fronte a una possibile perdita, il cervello reagisce come se ci fosse una minaccia fisica. È lo stesso meccanismo di attacco-fuga che ci protegge da un pericolo reale. Solo che stavolta il pericolo non è un animale selvatico, ma la possibilità di perdere denaro.

E così, per evitare la paura o l’incertezza, possiamo fare scelte avventate, come vendere troppo presto un portafoglio di azioni, rimandare una decisione o investire in qualcosa che promette sicurezza solo nel breve termine. Non è questione di debolezza o ignoranza, ma di funzionamento cerebrale. Capirlo non ci rende automaticamente in grado di evitarlo, ma sicuramente può aiutarci a riconoscere le emozioni mentre agiscono. E questo anche se può sembrare poco è un grande passo verso scelte più consapevoli e meno automatiche.

Emozioni e denaro

Se pensiamo alle decisioni finanziarie come qualcosa di puramente razionale, quindi, ci stiamo raccontando una favola. Le emozioni, infatti, sono tra i fattori più rilevanti che guidano il nostro comportamento economico. Paura, ansia, desiderio e stress non sono solo “sentimenti passeggeri”, ma veri e propri motori delle scelte che facciamo ogni giorno con i soldi.

La paura di perdere può portarci a vendere investimenti nel momento peggiore. L’ansia per il futuro ci spinge ad accumulare in modo ossessivo. Il bisogno di gratificazione immediata ci porta a spendere anche quando sappiamo che dovremmo aspettare.

Tutto si complica se consideriamo il fatto che ogni volta che acquistiamo qualcosa, il nostro cervello ci “premia”. Il denaro attiva infatti il cosiddetto circuito della ricompensa, lo stesso sistema neurologico coinvolto nei comportamenti compulsivi e nelle dipendenze. È per questo che spendere può farci sentire meglio, almeno per un po’.

Ed è per questo che dopo una giornata pesante o frustrante, molte persone cercano conforto nello shopping. Un acquisto rapido, un pacco in arrivo, una novità da indossare o provare, è una strategia comune e umanissima, conosciuta come shopping emozionale. Ci dà un senso di controllo, ci distrae, ci regala un picco di piacere. Ma questo effetto dura poco e spesso lascia spazio a sensi di colpa, rimorsi o stress finanziario, soprattutto se diventa un’abitudine ricorrente.

Le sfide dell’incertezza e della complessità

Un altro ostacolo alla razionalità è l’ambiente in cui ci troviamo a decidere. Le scelte finanziarie (investire, risparmiare, fare un acquisto importante) raramente avvengono in condizioni di chiarezza e prevedibilità. Al contrario, sono immerse nell’incertezza. Non conosciamo tutte le variabili, non possiamo prevedere l’andamento dei mercati o sapere con certezza cosa succederà domani e il nostro cervello, messo di fronte a questa complessità, tende a semplificare.

Per ridurre lo sforzo cognitivo, ci affidiamo a scorciatoie mentali, intuizioni e abitudini. A volte funziona, altre volte, però, queste scorciatoie ci portano fuori strada.

Immagina di avere la possibilità di investire in un prodotto finanziario sicuro ma poco redditizio, oppure in uno rischioso con maggiori potenzialità di guadagno. Una valutazione razionale richiederebbe di analizzare il tuo profilo di rischio, definire gli obiettivi a lungo termine, confrontare scenari e probabilità. Ma nella pratica, molti scelgono spinti dall’ansia del momento, dalla paura di perdere un’occasione o dall’ottimismo contagioso di chi ha già investito. E così, invece di una decisione lucida, prende forma una reazione emotiva mascherata da razionalità.

Pressioni sociali e cultura del denaro

Che ci piaccia o no, che lo ammettiamo o meno, il confronto con gli altri è praticamente inevitabile. Dai social, alle conversazioni con amici o semplicemente osservando chi ci circonda, finiamo spesso per valutare il nostro benessere (anche economico) in relazione a quello degli altri. Quanto guadagnano, cosa comprano, dove vanno in vacanza, che stile di vita hanno.
Questa tendenza, nota come effetto status, ha un impatto diretto sulle nostre decisioni economiche: possiamo sentirci spinti a spendere più del necessario, a fare scelte finanziarie che non rispecchiano i nostri reali bisogni, pur di non sentirci “indietro” rispetto agli altri.

Non è raro, ad esempio, acquistare un’auto, un telefono o un vestito di marca non tanto perché ne abbiamo bisogno, ma perché rappresentano uno status, un modo per affermare il nostro valore sociale. In apparenza è solo un acquisto, ma sotto c’è il bisogno di sentirsi viste, accettate, al passo con gli altri.

Non c’è niente di male, ma è importante sapere che questo confronto è spesso distorto. Confrontiamo la nostra realtà con le sue incertezze, vincoli e conti da pagare con la versione filtrata e idealizzata della vita degli altri (di cui sappiamo molto meno di ciò che pensiamo). E così finiamo per rincorrere standard che non ci appartengono, finendo col mettere a rischio il nostro equilibrio finanziario e personale.

Il modo in cui ci relazioniamo con il denaro, poi, non è solo una questione personale o familiare, è anche culturale. Ogni società infatti costruisce i propri valori intorno al denaro, definendo ciò che è auspicabile, ciò che è normale e ciò che viene giudicato come errato o sconveniente.

In alcune culture, ad esempio, il risparmio è considerato un segno di saggezza e responsabilità; in altre, la capacità di spendere e mostrare il proprio benessere è vista come indice di successo. Questi modelli non solo influenzano le nostre abitudini, ma anche il nostro giudizio su noi stesse: quanto spendiamo, cosa compriamo, come parliamo di soldi… tutto passa anche attraverso queste lenti culturali.

In Italia, ad esempio, possedere una casa di proprietà è spesso considerato un traguardo fondamentale, un segno di stabilità e maturità. In altri paesi, come quelli del Nord Europa, la flessibilità dell’affitto è vista invece come una scelta razionale, libera da vincoli a lungo termine. Questo non significa che uno dei due modelli sia giusto o sbagliato, ma solo che cresciamo dentro sistemi di valori che orientano, spesso inconsapevolmente, le nostre scelte finanziarie.

Comprendere questo ci aiuta a ridare un po’ di autonomia al nostro modo di pensare il denaro. Perché a volte, dietro decisioni che sembrano “naturali”, ci sono in realtà aspettative sociali e culturali che possiamo, se lo vogliamo, mettere in discussione.

Perché è così difficile imparare dagli errori finanziari?

Ci sono errori che ripetiamo anche quando sappiamo di stare sbagliando. Spendere d’impulso, ignorare il budget, contrarre debiti che ci mettono in difficoltà sono comportamenti che spesso derivano da automatismi radicati, abitudini emotive e pressioni sociali.

Ad esempio, acquistare un’auto nuova a rate senza aver davvero considerato il proprio budget può sembrare una scelta “normale”, soprattutto se tutti intorno a noi fanno lo stesso. Ma quella decisione, apparentemente innocua, può creare una fragilità economica nel tempo, soprattutto se fatta per emulazione o per non sentirsi da meno.

Eppure, anche quando ci rendiamo conto di aver agito in modo poco lucido, cambiare è difficile perché il nostro cervello è progettato per proteggerci dal disagio. E riconoscere un errore, soprattutto se ha avuto conseguenze, può far male e generare senso di colpa.

Per questo tendiamo a giustificarci: “Non avevo scelta”, “Andrà meglio la prossima volta”, “Non è colpa mia”. Questi meccanismi di difesa, noti in psicologia come dissonanze cognitive, servono ad abbassare l’ansia e a salvaguardare l’immagine che abbiamo di noi stesse, anche se, allo stesso tempo, ci impediscono di imparare davvero dai nostri sbagli.

Come rafforzare la consapevolezza finanziaria

Studi internazionali dimostrano che l’educazione finanziaria è uno degli strumenti più efficaci per migliorare il benessere economico delle persone. Tuttavia, la sola conoscenza non basta, è fondamentale accompagnarla con una maggiore consapevolezza emotiva e con la capacità di riconoscere le proprie vulnerabilità.

Per costruire un rapporto più sano e consapevole con il denaro, è fondamentale sviluppare alcune abitudini che facilitino l’autoconsapevolezza e la gestione lucida delle proprie risorse.

Oltre alle regole pratiche che vedremo tra poco, esistono strategie che agiscono più in profondità sul modo in cui pensiamo e viviamo le nostre scelte economiche.

Prendersi del tempo, con regolarità, per riflettere sulle proprie spese è uno degli esercizi più rivoluzionari; non si tratta solo di controllare i numeri, ma di interrogarsi sul senso delle proprie decisioni, ovvero:

  • quali acquisti hanno davvero migliorato la qualità della tua vita?
  • quali, invece, sono stati dettati dall’impulso o da bisogni effimeri?

Questo momento di analisi ti permette di individuare schemi ricorrenti e di correggere la rotta con maggiore facilità.
Un altro passo importante è fissare obiettivi di risparmio concreti e raggiungibili. Non è necessario pensare subito in grande, anche un piccolo traguardo, come mettere da parte una somma simbolica ogni settimana, può darti una sensazione di progresso e rafforzare la tua motivazione.

Poi, la strada verso una maggiore consapevolezza è più semplice se condivisa. Parlare dei tuoi progetti finanziari con una persona di fiducia come un’amica, un familiare o un partner ti può offrire supporto, stimolo e, a volte, un punto di vista esterno utile per rimanere coerente con le tue intenzioni.

Infine, coltivare la gratitudine per ciò che già possiedi può ridurre la pressione a spendere per colmare vuoti o inseguire modelli esterni. Allenarsi a riconoscere il valore delle piccole cose, delle esperienze e delle relazioni, ti aiuta a ridimensionare il bisogno di acquistare sempre qualcosa di nuovo e a vivere il denaro come uno strumento, non come un fine.

Questi atteggiamenti, se praticati con costanza, rafforzano la tua capacità di scegliere con maggiore lucidità e ti aiutano a costruire una serenità economica che parte dalla consapevolezza, non dal caso.

Suggerimenti pratici per iniziare a gestire meglio il denaro

Come abbiamo visto, puntare alla razionalità perfetta quando si tratta di soldi non è possibile, come esseri umani. Ma esistono strumenti, abitudini e riflessioni che possono aiutarci a fare scelte più lucide, allineate ai nostri veri bisogni e valori.
Oltre a tenere un diario delle spese e riflettere sulle emozioni che accompagnano i tuoi acquisti, puoi adottare alcune semplici regole e strategie per rendere più consapevole e sostenibile la tua gestione finanziaria:

La regola del “3x”
Questa semplice regola aiuta a dare un’idea della reale possibilità. Se non puoi permetterti di comprare qualcosa almeno tre volte senza compromettere il tuo bilancio, probabilmente non puoi permettertela davvero.

Aspetta 24 ore prima di acquistare
Per evitare acquisti impulsivi, imponiti una pausa di almeno un giorno prima di comprare qualcosa che non era pianificato. Spesso, il desiderio passa e ti rendi conto che non ne hai davvero bisogno.

Limita le spese non essenziali
Stabilisci un tetto massimo mensile per le spese superflue e cerca di rispettarlo. Questo ti aiuta a non perdere il controllo sulle uscite.

Automatizza il risparmio
Imposta un trasferimento automatico su un conto separato ogni mese, ad esempio subito dopo aver ricevuto lo stipendio. Così risparmi a monte, senza doverci pensare attivamente.

Lista della spesa sempre pronta
Prima di andare a fare acquisti, prepara una lista e attieniti ad essa. Questo ti protegge dagli acquisti d’impulso e ti aiuta a restare focalizzata sulle reali necessità.

Evita la carta di credito per spese non pianificate
Usa la carta di credito solo per ciò che potresti effettivamente pagare subito in contanti. In questo modo eviti di accumulare debiti che potrebbero metterti in difficoltà il mese dopo.

Valuta il valore nel tempo
Prima di ogni acquisto importante, chiediti se quell’oggetto o servizio ti porterà valore reale anche nei mesi a venire o se è solo una gratificazione momentanea.

Non prendere decisioni finanziarie quando sei sotto stress
Le emozioni forti possono portare a scelte di cui poi ti penti. Se sei turbata, rimanda le decisioni importanti.

Impara a riconoscere e a dire no alle pressioni sociali
Non sentirti obbligata a spendere per “stare al passo” con gli altri. Imparare a dire no è fondamentale per la tua serenità finanziaria.

Il percorso verso una maggiore lucidità finanziaria non è lineare né privo di ostacoli, ma ogni piccolo passo nella direzione della consapevolezza rappresenta un investimento prezioso per il proprio benessere e la propria indipendenza economica.