Oniomania, la sindrome dello shopping compulsivo esiste davvero

Gli esperti la chiamano oniomania ed è una dipendenza compulsiva che ci spinge ad acquistare qualunque cosa sia in vendita. Ma si può guarire

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Saldi invernali, Black Friday, offerte di primavera e poi, ancora, Natale, Pasqua e altre ricorrenze calendarizzate: ogni occasione è buona per concedersi un po’ di “meritato shopping”. A queste, poi, si aggiunge anche il fatto che la scienza ha dichiarato che lo shopping può essere terapeutico.

Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Journal of epidemiology and community health, sembra proprio che dedicarsi agli acquisti calma l’ansia, aumenta l’autostima e riduce lo stress. Inoltre, ha benefici anche per il corpo dato che uscire e raggiungere i negozi si traduce in un esercizio fisico molto piacevole.

Attenzione, però, a come usare la notizia. Questa consapevolezza, infatti, non può trasformarsi in un’attenuante per comprare tutto ciò che vediamo e incrementare quella collezione di cianfrusaglie inutilizzate che conserviamo in casa. Ma soprattutto non può essere una scusa per cedere al fascino degli acquisti in ogni momento perché questa è una dipendenza. Sì, la sindrome dello shopping compulsivo esiste davvero e si chiama oniomania. Ecco come riconoscerla e contrastarla secondo gli esperti.

Lo shopping non è sempre sano e terapeutico

È una sensazione di piacere diffuso quella che proviamo ogni volta che facciamo acquisti, siano questi per la casa, per la cura del nostro corpo o per qualcun altro. Lo confermano le nostre esperienze e anche la scienza. Come abbiamo anticipato, infatti, i ricercatori dello studio pubblicato sul Journal of epidemiology and community health hanno evidenziato tutta una serie di benefici per il corpo e per la mente che si possono ottenere con una semplice sessione di shopping.

Insomma, dedicarci agli acquisti ci fa stare bene, a patto però che questi non compromettano la nostra stabilità economica e mentale. Sì perché quando lo shopping va al di là dell’esaudire un desiderio, o togliersi un piccolo sfizio, il piacere si trasforma in dipendenza e in una sindrome che è tutt’altro che sana e positiva.

Il primo a parlare della sindrome dello shopping compulsivo, anche conosciuta come oniomania, fu lo psichiatra tedesco Emil Kraepelin che individuò nel XIX secolo questo comportamento di dipendenza nei confronti degli acquisti. Il termine coniato dallo psichiatra viene dal greco, onios vuol dire vendita e mania indica, invece, una follia.

È bene precisare che la oniomania non è riconosciuta come disturbo dall’American Psychiatric Association, ma questo non vuol che sia da sottovalutare. Secondo la ricercatrice statunitense S.L. McElroy, infatti, l’acquisto compulsivo e ossessivo non solo può causare stress e dispendio di energie, ma interferisce in maniera significativa sulle relazioni sociali, sul tempo e, ovviamente, sulle risorse finanziarie.

Oniomania: cos’è e come riconoscere i sintomi

Come abbiamo detto, la sindrome dello shopping compulsivo esiste ed è già tra noi. Anche se non si tratta di un disturbo riconosciuto dal manuale DSM-5 non deve comunque essere sottovalutato. Secondo i dati pubblicati da Unobravo, infatti, questa dipendenza è in forte espansione e colpisce tra l’1% e il 6% della popolazione. Le vittime di questa sindrome sono principalmente le donne che appartengono alla fascia di età tra i 30 e i 45 anni, anche se l’età di insorgenza media è di 17 anni.

I sintomi sono piuttosto chiari e comuni, anche se non sempre riconosciuti dalla persona che li manifesta. Parliamo dunque di acquisti sfrenati e irrazionali, spesso insensati. Di un desiderio che necessita di essere realizzato, anche con la consapevolezza di non avere le possibilità economiche. La sindrome dello shopping compulsivo, inoltre, può provocare preoccupazioni, pensieri ossessivi e, di conseguenza, generare stress.

“Nella forma grave del disturbo” – si legge su Unobravo “La media è di 17 episodi di acquisto al mese che durano circa 7 ore ciascuno”. Le cause possono essere diverse e possono avere radici nel desiderio di provare gratificazione, di distrarsi o di riscattarsi in qualche modo. Secondo uno studio pubblicato dal portale Psychiatria Polska le origini di questa dipendenza sono attribuibili al bisogno di stimoli positivi che spesso viene soddisfatto proprio dallo shopping. Chiaro è che quando questo supera i limiti del piacere, trasformandosi quindi in una mania, non ha più nulla di positivo.

Secondo lo studio A Clinical Screener for Compulsive Buying (Valence, D’Astous e Fortier, 1988), il consumatore compulsivo è spinto ad acquistare non per piacere, né tanto meno per possedere quei determinati oggetti, quanto più per ridurre lo stato di tensione psicologica.

Secondo alcuni esperti, inoltre, gli acquisti compulsivi hanno direttamente a che fare con la serotonina e la dopamina, gli ormoni del benessere e della felicità. La carenza di questi, infatti, potrebbe spingere il cervello a compiere attività che generano gratificazione e soddisfazione, attivando così i meccanismi della dipendenza.

Nulla è perduto, però, perché dall’oniomania si può guarire. Secondo gli esperti, infatti, tutto sta nell’imparare a gestire l’impulso durante i momenti in quei questi prendono il sopravvento. Scopriamo come.

Come gestire l’impulso di fare shopping

Se proprio non riusciamo a smettere di acquistare anche le cose più inutili e di cedere alla tentazione di fare shopping in ogni momento, possiamo attuare tutta una serie di strategie per tenere a bada gli impulsi e razionalizzare.

La lista

Come abbiamo anticipato, spesso i saldi o le offerte ci inducono in tentazione: sembra davvero impossibile non approfittare di sconti appetibili su prodotti che ci piacciono. Il problema sta nel fatto che spesso, di quelle cose, non abbiamo bisogno. Ecco che allora ci viene in aiuto la lista della spesa. Possiamo usare un quaderno o un taccuino dove di volta in volta annotiamo solo le cose di cui necessitiamo per davvero. Il consiglio è quello di andare a riguardare la lista, anche tempo dopo averla stilata, per eliminare le voci superflue, se ce ne sono.

Il quaderno delle spese

Anche tenere traccia delle spese può davvero essere utile e strategico ai fini di ridurre lo shopping superfluo. Oltre ad annotare le spese giornaliere, è possibile anche segnare un budget extra per togliersi qualche sfizio, a patto di non sforare.

Fare shopping in compagnia

Fare shopping in compagnia può essere davvero salvifico, soprattutto se fatto con persone di cui ci fidiamo. Possiamo chiedere a loro di aiutarci a tenere a bada gli impulsi, ma anche di consigliarci in maniera razionale quando le emozioni prendono il sopravvento.

Analizzare le emozioni

Analizzare le emozioni che proviamo quando facciamo shopping, o quando si manifesta il desiderio di farlo, può davvero essere utile a contrastare la sindrome di acquisto compulsivo. Chiediamoci cosa ci spinge a comprare, perché vogliamo farlo e se quel prodotto ci serve davvero.

Distrazioni

Se proprio non riusciamo a trattenere l’impulso e abbiamo la continua tentazione di fare shopping, proviamo a distrarci facendo altro. Un’uscita con un’amica, una telefonata alla mamma, una passeggiata al parco e la lettura di un libro possono aiutarci a tenere a bada la voglia di fare acquisti e di spostare il focus su qualcosa di piacevole.