Chi non vorrebbe avere una storia appagante e incontrare l’anima gemella? Quante volte abbiamo pensato che la persona al nostro fianco fosse quella giusta, quella con cui trascorrere il resto della vita. Se alcuni hanno trovato la loro metà della mela, altri sono stati puntualmente smentiti. In questo caso ci si trova a raccogliere i resti di una relazione che ci ha fatto soffrire e che ci ha lasciati con la paura di rimanere di nuovo delusi, di aver perso tempo con una storia sbagliata. Allora che fare quando ormai si è disillusi nei confronti dell’amore, e si è convinti di non poter trovare quello vero, quello puro che fa battere il cuore? Ci si affida alla tecnologia. Negli ultimi anni le app di incontri hanno avuto un vero e proprio boom tanto da essere diventate uno strumento ideale per trovare il partner perfetto. Di questo ne sono convinti paesi come l’Egitto, l’India e l’Arabia Saudita, che nelle applicazioni hanno visto la versione 2.0 dei matrimoni combinati, ancora molto diffusi.
La diffusone delle app d’appuntamento per combinare il matrimonio
In una società in cui il digitale ha preso il sopravvento, impossibile non pensare che anche gli affari di cuore non potessero essere affidati a un algoritmo. Tinder e Bumble e la loro diffusione capillare ne sono la chiara conferma, ma non solo loro. Nei paesi mediorientali e orientali, molti giovani si affidano a servizi digitali che prendono in considerazione le loro tradizioni e usanze, per incontrare la loro anima gemella.
Anche se c’è un interesse delle nuove generazioni ad utilizzare il digitale per incontrare la persona con cui trascorrere il resto della vita, c’è da dire che molte sono gestite interamente dai genitori. Sono loro a impostare i profili dei figli, scegliendo quali devono essere gli aspetti più importanti da mettere in evidenza e quali i criteri che deve avere il potenziale partner in base ai loro gusti. Spesso succede che sono proprio i genitori a chattare con la famiglia del “futuro” marito o moglie, tanto che in alcuni casi i ragazzi si incontrano solo un paio di volte prima che le rispettive famiglie decidano se il matrimonio si possa celebrare.
Le applicazioni si adeguano alla cultura del posto
L’abitudine quindi di incontrare il partner attraverso app di dating, è diventato ormai un fenomeno mondiale, ma con i dovuti distinguo. Molte delle applicazioni diffuse in oriente hanno design e funzionalità che richiamano la cultura del posto e i valori religiosi. Ad esempio nell’app Hawaya non possono essere postate foto inappropriate, la biografia non può contenere riferimenti offensivi e le donne possono scegliere se far vedere o meno le loro immagini. Inoltre a “vegliare” sulle conversazioni dei futuri fidanzati c’è un membro della famiglia.
L’applicazione AlKhattaba, diffusa in Arabia Saudita, invece è arrivata a creare una serie di funzioni per scansionare le conversazioni. In questo modo e con la supervisione di moderatori, si cerca di evitare argomenti che possano essere contro la decenza. L’obiettivo è quello di creare app che non mettano in pericolo l’istituto della famiglia così come è concepito nella cultura musulmana.
È di sicuro uno degli aspetti fondamentali che differenzia le app orientali da quelle occidentali: non c’è dubbio però che entrambe sono ormai una realtà a cui tante persone ricorrono e che molto probabilmente verranno utilizzate sempre di più in futuro.