Ho iniziato a uscire da un paio di mesi con un tipo. Lui molto molto carino, è simpatico e divertente, abbiamo gli stessi interessi: ci piace la musica, l’arte moderna, giocare a paddle. E poi sotto le lenzuola va benissimo. Fin qui tutto bene, penserete. Ma c’è un ma: lui ha il braccino corto. Pensavo che avesse semplicemente poca disponibilità economica, all’inizio, ma comunque mi pareva strano perché è sempre ben vestito e ha un buon lavoro. Diciamo che su certe cose non risparmia, tipo appunto l’abbigliamento e tutto ciò che riguarda la sua auto. Però non mi ha mai offerto una cena, ma nemmeno un aperitivo. Io di contro sono solitamente generosa e lui non fa una piega se pago io il cinema o offro da bere, anzi a volte mi sembra che tentenni apposta per non tirare fuori il bancomat. Poi trova scuse tipo: “Non ho contanti da darti”, “Non ho prelevato”, ma anche l’imbarazzantissima: “Ho dimenticato il portafoglio non-so-dove”. E quando facciamo il conto a metà sta lì a guardare se io ho preso il dolce o una bibita al posto dell’acqua. Adesso stiamo pensando di organizzare un lungo weekend a Istanbul, ma ovviamente lui sta mandando avanti me per fermare i voli e l’hotel, dicendo: “Poi ci sistemiamo”. Sarà pur vero che come dicevano Aldo, Giovanni e Giacomo “Fuori dal letto nessuno è perfetto”, ma questa tirchieria sta iniziando a infastidirmi. Ne parlo apertamente con lui?
Amica mia, non posso certamente dare torto alla frase di Aldo, Giovanni e Giacomo che tu stessa citi per descrivere il tuo lui, del resto nessuno di noi è perfetto. E poi ammettiamolo, chi ha davvero la pretesa di esserlo?
Sono convinta, e già da un po’ in realtà, che sono proprio le nostre imperfezioni a renderci unici. Certo, questa non è una scusa dietro la quale nascondersi per non cambiare mai o non migliorare, né tanto meno è un invito ad accettare incondizionatamente i difetti degli altri, soprattutto se questi rischiano di minare la serenità del rapporto e quella individuale.
Se fossi tua amica, e stessimo chiacchierando davanti al secondo Spritz, probabilmente ti avrei già detto di mollarlo alla prima scusa accampata, di seguire l’esempio di Meithal Dohan che ha lasciato Al Pacino perché “tirchio”. Ma l’esperienza mi ha insegnato che quando si parla di sentimenti non può essere tutto bianco o nero, anche se questo ci salverebbe da parecchie delusioni.
Insomma, la tua storia è ricca di sfumature che non posso ignorare, così come non puoi farlo tu. Da una parte c’è un uomo con il quale ti sei ritrovata a condividere la quotidianità, gli interessi e le passioni. C’è feeling, sintonia e complicità, questo mi pare evidente dal quadro che delinei. Dall’altra, però, c’è un aspetto caratteriale che probabilmente non ti piacerà mai (e come biasimarti?) e che col tempo rischia di creare una frattura inevitabile tra voi.
Essere dei bravi risparmiatori è lodevole, intendiamoci, perché sperperare è un vizio, e non certo una virtù. Ma non mi sembra questo il vostro caso, dato che come tu stessa sottolinei non bada a spese quando si tratta dei suoi interessi.
Puoi parlargliene, certo, sono fermamente convinta che affrontare i problemi di petto sia sempre la miglior soluzione per preservare i rapporti, ma devo dirti che farlo non ti assicurerà che le cose cambino. Inoltre, essendo l’argomento molto delicato, dovrai assicurarti di utilizzare le parole giuste quando lo farai. Non puoi certo dirgli che è tirchio e basta, perché se lo è lo negherà comunque e peggio, si sentirà offeso e denigrato. Non puoi neanche continuare a far finta di niente però, perché il rischio è quello che i suoi atteggiamenti si trasformino in vere e proprie scorrettezze nei tuoi confronti. E l’epilogo, mi pare evidente, è scontato.
Non posso dirti qual è la scelta migliore per te, perché quella la conosci solo tu. Posso però dirti che chi nasce tondo non muore mai quadrato, e che probabilmente più passerà il tempo, più questa situazione ti peserà. Ed è allora che avrai davanti a te solo due opzioni: continuare a pagare anche per lui, e rassegnarti a questo, o lasciarlo.