Il raffreddore nel gatto: come riconoscerlo e quando preoccuparsi

Il raffreddore è una problematica che colpisce proprio tutti senza fare sconti e si manifesta sia negli animali e nell’uomo, lasciando degli strascichi che possono durare diversi giorni. Vediamo cosa fare quando ad ammalarsi è il nostro micio.

Foto di Francesco Livini

Francesco Livini

Medico veterinario

Medico veterinario specializzato in sanità animale, esperto nella cura, diagnosi e trattamento delle malattie con uno spiccato interesse per l'ortopedia. Dirigente medico veterinario nelle Marche da oltre 6 anni, per DiLei scrive nella sezione Pets.

Gli animali hanno un modo diverso di manifestare i sintomi del raffreddore. Scopriamo dunque che cosa si intende per raffreddore nel gatto, con quali sintomi si presenta e come affrontare questa condizione fisica a tratti debilitante.

Come si manifesta

Come per gli umani, il raffreddore è un’infezione più o meno grave a carico delle vie respiratorie in cui il naso si chiude, si prova un senso di costipazione e gli starnuti sono frequenti. Nella maggior parte dei casi ha un decorso positivo e tende a scomparire nel giro di pochi giorni senza prendere provvedimenti.

Il raffreddore colpisce i felini soprattutto durante i cambi di stagione, perché proprio in questi periodi, a causa degli sbalzi termici, si manifestano alcune carenze che interessano il sistema immunitario. Non esistono nemmeno grandi discriminazioni per quanto riguarda l’età del gatto o le sue condizioni di salute: tutti possono contrarre il raffreddore senza particolari predisposizioni.

Questo perché esistono parecchie situazioni di contesto che possono favorirne lo sviluppo: ecco le principali.

Cause

Nella maggior parte dei casi i gatti contraggono il raffreddore a causa di batteri e virus: i virus più diffusi tra i felini sono l’Herpes Virus e il Calici Virus. In entrambi i casi si tratta di agenti patogeni che si diffondono tramite modalità aerea e che possono colpire il gatto con estrema semplicità. Frequentare un altro gatto raffreddato è il primo fattore che fa crescere la possibilità di contagio.

Da non sottovalutare anche gli sbalzi termici che portano ad un abbassamento anche drastico delle difese immunitarie e creano terreno fertile per lo sviluppo di infezioni. Per questo, i gatti che non vivono all’interno di una casa o di un posto riparato hanno più possibilità di ammalarsi rispetto a quelli che, invece, trascorrono molto del loro tempo tra le mura domestiche.

Sintomi

Il raffreddore si presenta con le stesse caratteristiche che vediamo nell’essere umano. La maggior parte dei gatti presenta sintomi come:

  • congestione nasale;
  • letargia;
  • perdita dell’appetito;
  • rinorrea;
  • starnuti;
  • occhi lucidi che lacrimano;
  • ulcere;
  • in alcuni casi, l’aumento dei linfonodi.

Se il problema persiste possono comparire altri problemi come, ad esempio, tosse e febbre ma si tratta di eventi che si manifestano in rari casi.

Il raffreddore può presentarsi in maniera più o meno forte a seconda della situazione, i sintomi non sono mai gli stessi e possono presentarsi tutti insieme o solo in parte. È di solito una malattia di carattere transitorio: si manifesta in pochi giorni e tende a sparire totalmente nel giro di quattro settimane al massimo.

Il raffreddore è pericoloso per i gatti?

Se il gatto sta bene e si trova nella sua fase adulta non dovrebbero esserci troppi problemi e il decorso dovrebbe procedere in tutta tranquillità e senza complicazioni. Basta infatti qualche giorno di riposo e una dose aggiuntiva di attenzioni per sconfiggere la malattia.

Se invece il gatto è ancora un cucciolo, se è troppo anziano o se presenta altre problematiche di salute, le ripercussioni potrebbero essere più pesanti. Se il gatto dovesse sviluppare altre infezioni batteriche durante la fase del raffreddore, il sistema immunitario potrebbe non essere in grado di rispondere nella maniera adeguata: per questi motivi, è necessario consultare il veterinario senza perdere tempo. Anche nel caso in cui la malattia non accenni a migliorare, lo specialista provvederà a visitare l’animale in modo da prendere i giusti provvedimenti.

I rimedi per il raffreddore felino

Durante la fase acuta della malattia è meglio creare il giusto livello di umidità ricorrendo a dei diffusori che facilitino la respirazione del micio. Anche il vapore può essere un ottimo alleato: l’aria calda riesce infatti a decongestionare le vie nasali e favorire così la respirazione, ma non insistere se il gatto sembra non gradire questo trattamento.

Non dimenticare di pulire più volte al giorno il nasino del gatto: durante il raffreddore le narici potrebbero apparire occluse proprio per l’alta produzione di muco. Esistono dei prodotti dedicati a questo scopo, ma anche delle semplici salviettine non troppo profumate possono funzionare.

Per quanto riguarda la somministrazione del cibo non esistono particolari indicazioni: un gatto raffreddato non sente molto bene gli odori e questo potrebbe portarlo ad avere meno fame rispetto al solito. Si tratta comunque di una fase momentanea che si risolverà nel giro di pochi giorni. Nel frattempo, si può dargli da mangiare quello che preferisce (il suo cibo preferito), in modo da stimolarlo e non lasciarlo a stomaco vuoto per troppo tempo. È meglio inoltre evitare che il gatto esca di casa, specialmente se le temperature sono troppo basse.

Le cure farmacologiche

Nel caso in cui il raffreddore non accenni a passare, è doveroso mettersi in contatto con il veterinario: dopo un’accurata visita fornirà un trattamento mirato ed efficace.

Anche i gatti infatti possono seguire delle terapie farmacologiche che non solo allevieranno il problema, ma tratteranno i sintomi fin dalla prima somministrazione. Parliamo di antivirali, ma anche di medicine che riescono a trattare problematiche più serie come la tosse e la febbre.

In alcuni casi vengono consigliati anche gli antinfiammatori: lo specialista potrebbe prescriverli laddove il gatto fosse già debilitato da qualche patologia o fosse troppo anziano per sopportare il problema senza sforzi. Solitamente si associano alle medicine altri trattamenti come, ad esempio, dei ricostituenti che permettano la ripresa delle normali funzionalità corporee in un lasso di tempo più breve.

Come si previene il raffreddore nel gatto

Purtroppo è difficile proteggere efficacemente il gatto dal raffreddore: contro virus e batteri si può fare poco.

Esistono però dei comportamenti che possono limitarne gli effetti negativi: mantenere l’ambiente in cui il gatto vive il più pulito possibile è sicuramente una buona pratica per distruggere i batteri e i virus responsabili dell’infezione respiratoria. Non bisogna poi portare il gatto in contesti dove potrebbe ammalarsi e non farlo allontanare da casa quando la temperatura è troppo fredda o c’è troppo vento.

Inoltre è disponibile un vaccino contro il raffreddore del gatto: questa profilassi non elimina il problema ma riduce il rischio di contagio e limita i casi in cui il gatto potrebbe sviluppare patologie correlate.

Un gatto raffreddato può contagiare il suo padrone?

Nonostante le condizioni e i sintomi manifestati sembrano essere gli stessi, i fattori che favoriscono l’influenza nel gatto sono del tutto diversi rispetto a quelli che la provocano nell’essere umano.

Si può quindi stare molto tranquilli: relazionarsi con un gatto raffreddato non comporta alcun rischio per il suo padrone. È bene però non far decadere le norme igieniche che caratterizzano le nostre giornate come il lavaggio delle mani o l’utilizzo di sostanze disinfettanti laddove si entrasse in contatto con il gatto o con gli ambienti da lui frequentati. Se il gatto vive all’interno di una casa è bene arieggiare le stanze per favorire il ricircolo dell’aria.

L’unico pericolo potrebbe essere rappresentato da un batterio in grado di attaccare sia l’uomo che il gatto. Parliamo della clamidia che, per l’appunto, si palesa nel gatto come un raffreddore più intenso.