Come riconoscere e trattare la congiuntivite nel gatto: tutto ciò che devi sapere

La congiuntivite è un'infiammazione oculare diffusa che si manifesta nei gatti con arrossamento e gonfiore dell'occhio, causando fastidio e disagio: ecco come intervenire.

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Monica Dellabiancia

Medico veterinario

Medico veterinario specializzato in sanità animale con master in sanità pubblica veterinaria e igiene degli alimenti. La sua missione è proteggere la salute e il benessere degli animali. Per DiLei scrive approfondimenti e articoli informativi per la sezione Pets.

Il tuo gatto ha un occhio rosso e gonfio che gli causa fastidio? Continua a strofinarsi il viso con la zampa? Potrebbe avere la congiuntivite. Tuttavia, non c’è bisogno di allarmarsi! Si tratta di una situazione comune che non deve preoccupare ma che è bene saperne riconoscere per avvisare il veterinario di fiducia, che provvederà a somministrare le cure adeguate. In questo articolo, scopriremo insieme i tratti distintivi di questa infiammazione oculare e le cure più efficaci per una rapida guarigione.

Le cause della congiuntivite nel gatto

La congiuntivite è un’infiammazione della membrana sottile che riveste la superficie interna delle palpebre e la parte anteriore dell’occhio e può colpire entrambi gli occhi o solo uno.

Le tipologie di congiuntivite nei gatti, variano tra loro a seconda dei fattori scatenanti ma una delle cause più comuni sono sicuramente i corpi estranei: la presenza di polvere o altri elementi irritanti nell’aria, infatti, può causare l’infiammazione della congiuntiva.

Un’altra causa può essere un trauma derivante da graffi o morsi inflitti da altri gatti o da lesioni causate dal gatto stesso durante le sue avventure all’aperto. In questi casi, la congiuntivite può svilupparsi se si verifica un’infezione delle ferite.

La congiuntivite allergica, invece, è una forma periodica, recidiva e particolarmente fastidiosa che può colpire sia i gatti che gli esseri umani. È generalmente un’incombenza cronica e stagionale, spesso causata dai pollini, nonostante vi siano altri fattori potenzialmente scatenanti. Affinché si possa trovare una terapia efficace e mirata è importante individuare l’origine esatta di questa manifestazione.

Vi è poi la congiuntivite infettiva, che può essere causata da diversi virus, tra cui – molto comunemente – l’Herpesvirus felino. Anche i batteri come la Chlamydophila possono infettare l’occhio durante un’infezione delle vie respiratorie superiori, quindi un gatto con raffreddore e starnuti potrebbe presentare anche un occhio rosso o lacrimante. È importante notare che queste infezioni possono diffondersi ad altri gatti; è consigliabile quindi ridurre al minimo le interazioni con altri felini durante la malattia. Il veterinario potrebbe raccomandare una visita di controllo per tutti gli esemplari della famiglia. Se possibile, dunque, è sempre preferibile mantenere i gatti malati separati dagli altri per contenere la diffusione dell’infezione.

La congiuntivite del gatto è contagiosa per l’uomo?

La risposta è, si può essere contagiosa per gli esseri umani, anche se il rischio di trasmissione è generalmente basso. La maggior parte delle forme di congiuntivite nei gatti, infatti, è causata da virus o batteri che sono specificatamente appartenenti alla specie felina. Tuttavia, esistono alcune eccezioni.

L’herpesvirus felino, ad esempio, può essere trasmesso agli esseri umani, anche se di rado; dunque, se un gatto è infetto e presenta sintomi di congiuntivite, è consigliabile adottare precauzioni per evitare il contatto diretto con le sue secrezioni oculari, lavarsi frequentemente le mani ed evitare di toccarsi gli occhi.

La Chlamydophila felis è un batterio comune che può causare congiuntivite nei gatti e può occasionalmente infettare anche gli esseri umani. La trasmissione avviene solitamente attraverso il contatto diretto con le secrezioni infette o con oggetti contaminati. In caso di sospetta infezione, è importante consultare tempestivamente un medico per una diagnosi e un trattamento adeguati.

Quando contattare il veterinario?

Sebbene la congiuntivite non sia considerata una grave malattia per il gatto, trascurarla può comportare rischi per la sua salute. L’infiammazione della congiuntiva, infatti, può facilmente degenerare e trasformarsi in qualcosa di più grave con conseguenze irreversibili. Pertanto, è fondamentale saper interpretare i primi sintomi e intervenire tempestivamente, evitando di affidarsi a cure fai-da-te senza supervisione medica.

Come abbiamo visto, la congiuntivite felina è una malattia contagiosa, soprattutto nella forma batterica. Può essere trasmessa facilmente non solo ad altri animali presenti in casa, ma anche agli esseri umani. Pertanto, dopo aver prestato le cure necessarie al gatto o averlo accarezzato, è essenziale igienizzarsi accuratamente le mani. Inoltre, se possibile, la somministrazione della terapia al gatto dovrebbe essere effettuata utilizzando guanti monouso in lattice, che devono essere immediatamente gettati una volta terminata la procedura.

Una delle preoccupazioni più comuni, quando si parla di congiuntivite, è che questa possa portare alla cecità. Sebbene la gravità dell’infezione nel gatto possa variare da lieve ad alta, il danneggiamento della vista è generalmente una conseguenza molto rara. Tuttavia, è sempre consigliabile non indugiare e contattare tempestivamente il veterinario per una valutazione accurata e un trattamento appropriato.

Diagnosi della congiuntivite nel gatto

La diagnosi della congiuntivite nei gatti di solito viene effettuata da un veterinario attraverso un esame fisico approfondito dell’occhio e una valutazione della storia clinica del piccolo paziente. Durante la visita, il veterinario esamina l’occhio, valutando i segni di arrossamento, di gonfiore, la presenza di secrezioni e l’ispessimento della congiuntiva.

Il veterinario procede anche con l’esame delle palpebre, alla ricerca di lesioni o graffi e controlla che non ci siano corpi estranei nell’occhio. Se necessario, il veterinario può eseguire ulteriori test per identificare l’agente responsabile dell’infezione o per escludere altre patologie oculari. Queste verifiche possono includere colture batteriche, tamponi per rilevare la presenza di virus come l’herpesvirus felino, test allergologici e test per riscontrare eventuali lesioni o ulcere corneali.

Quel che è certo è che un corretto processo diagnostico aiuterà il veterinario a identificare il trattamento più adeguato per un’efficace guarigione del gatto.

Trattamenti per la congiuntivite felina

 I trattamenti per la congiuntivite felina dipendono dalla diagnosi effettuata dal veterinario. Una delle cure più comuni consiste nell’applicazione di colliri per alcuni giorni o settimane, a seconda della gravità della condizione. In caso di congiuntivite batterica, potrebbero essere prescritti colliri antibiotici contro l’infezione. Al contrario, per i casi non infettivi, solitamente vengono consigliati colliri lenitivi, così da favorire una ripresa più rapida.

Come applicare il collirio al gatto?

L’applicazione di un collirio per gatti può rivelarsi un’operazione complicata, per questo è bene poter contare sulla collaborazione di un altro membro della famiglia. Dunque, mentre si tiene il gatto in posizione stabile, con la testa leggermente inclinata verso l’alto, si deve procedere aprendo delicatamente le palpebre per poi applicare il collirio. Ricorda che durante il processo è importante premiare il piccolo felino con carezze per incoraggiarlo alla cooperazione.

È fondamentale seguire attentamente le istruzioni del veterinario riguardo alla frequenza e alla durata del trattamento. Inoltre, è importante monitorare l’evoluzione del gatto durante il periodo di cura e contattare nuovamente il medico se i sintomi persistono o peggiorano.

Rimedi naturali per la congiuntivite nel gatto

Nei casi meno gravi possono essere utilizzati rimedi naturali efficaci. Tuttavia, anche in questo caso, è fondamentale consultare prima un veterinario e seguire le sue indicazioni, soprattutto se la congiuntivite è in uno stadio avanzato.

Dunque, se l’infiammazione è lieve, il veterinario può consigliare di fare impacchi con acqua tiepida e camomilla, erba officinale dalle proprietà lenitive e decongestionanti: due impacchi al giorno, per alcuni giorni, potranno essere sufficienti per ridurre i sintomi. Inoltre, anche i colliri omeopatici possono essere un’opzione valida per le forme leggere di congiuntivite: un farmacista specializzato in materia potrà fornirti consigli appropriati riguardo alla terapia da seguire.

Tieni sempre presente che se un rimedio naturale si dimostra inefficace, è essenziale riportare il gatto dal veterinario per valutare ulteriori opzioni di cura.

È importante sottolineare che i colliri per uso umano non dovrebbero mai essere utilizzati per trattare la congiuntivite nel gatto. Questa pratica può essere dannosa per il felino, poiché la composizione dei colliri comuni potrebbe non essere compatibile con le necessità del gatto e potrebbe persino peggiorare la situazione, causando ulcere fastidiose.

Tabella riassuntiva dei punti chiave
Definizione Infiammazione della membrana sottile delle palpebre e parte anteriore dell’occhio.
Sintomi Occhio rosso e gonfio, fastidio, strofinamento del viso, secrezioni oculari.
Cause Corpi estranei, traumi, allergie, infezioni virali (es. Herpesvirus felino), infezioni batteriche (es. Chlamydophila).
Contagio Possibile tra gatti e, raramente, all’uomo. Si raccomanda igiene e precauzioni con le secrezioni oculari.
Diagnosi Effettuata dal veterinario tramite esame fisico, valutazione della storia clinica, e test specifici se necessario.
Trattamenti Dipendenti dalla diagnosi; possono includere colliri antibiotici o lenitivi.
Rimedi naturali Impacchi con camomilla e colliri omeopatici per casi lievi, sempre dopo consultazione con un veterinario.
Precauzioni Non usare colliri umani senza prescrizione veterinaria; igienizzare le mani dopo la manipolazione; usare guanti monouso se possibile.
Rischi se trascurata Può degenerare in problemi più gravi, inclusa la cecità (anche se rara).
Quando contattare il veterinario Di fronte ai primi sintomi o se le condizioni peggiorano nonostante il trattamento.