Per fare in modo che il nostro amico a quattro zampe sia sereno quando resta a casa da solo, è importante gestire bene il momento in cui ci si separa da lui. I cani, infatti, riescono a percepire il senso del tempo e in quanto animali sociali, non gradiscono in modo particolare la solitudine, motivo per cui è importante non lasciarli soli per molto tempo
Chiaramente esistono differenze di razza e a prescindere dalla grandezza dell’animale, occorre tenere in considerazione se il cane ha un carattere pigro oppure se necessita di un livello di attività fisica più importante. Nel pensiero comune, il cane di piccola taglia è spesso ritenuto più idoneo alla vita da appartamento perché si crede possa gestire serenamente la solitudine e adattarsi alle esigenze quotidiane del proprietario, ma spesso questa visione è poco realistica.
Esistono, infatti, dei cani di piccole dimensioni che possono trasformarsi in veri e propri uragani, poiché hanno un livello di energia importante. Per fare qualche esempio, citiamo due razze che potremmo definire agli estremi: il Jack Russel Terrier ed il Carlino. Il primo ha dimensioni molto contenute ma un carattere forte e testardo ed una personalità energica e vivace. Queste caratteristiche lo rendono un cane poco idoneo alla vita d’appartamento e alla gestione della solitudine. Al contrario, il Carlino è sicuramente una delle razze più idonee a restare in casa, anche da solo per qualche ora in più, proprio per il suo carattere pacato ed estremamente pigro
A prescindere dalla razza e dal carattere dell’animale, tutti i cani se educati correttamente rispettando i tempi di apprendimento, possono imparare a gestire la solitudine, restare a casa da soli ed acquisire un livello di autocontrollo tale da consentire al proprietario di uscire serenamente di casa, senza ansie o sensi di colpa per il proprio animale rimasto da solo a casa.
Premesso ciò, nella società in cui viviamo è facile che si creino situazioni in cui non è possibile portare il cane con noi oppure che si presenti un imprevisto o un ritardo che ci costringe a lasciare il cane da solo. Proprio per questo, è necessario che il nostro amico a quattro zampe sviluppi l’autocontrollo che gli serve per affrontare in modo tranquillo e sereno la solitudine. Questa è una competenza che va appresa e metabolizzata e una volta sviluppata, consente di ridurre al minimo il disagio percepito dall’animale in assenza del proprietario.
Di seguito qualche spunto dell’educatore cinofilo Sara de Cristofaro (preparatore di cani allerta diabete e autrice del best-seller Senti Chi Abbaia), per insegnare al cane come stare da solo in casa senza paure.
Indice
Non aspettare di dover lasciare il cane a casa
Il più delle volte si aspetta che si presenti la necessità di lasciare il cane da solo a casa, piuttosto che creare volontariamente la situazione pensando che sia una cosa di semplice gestione che potrà essere improvvisata ed appresa al momento del bisogno. Come anticipato, il cane deve apprendere una competenza ed abituarsi prima di poter affrontare la solitudine. Per fare ciò, bisogna insegnarglielo con i giusti tempi
È importante iniziare fin da subito, fin dai primi momenti in cui arriva a casa; a prescindere che sia cucciolo o adulto, il cane deve abituarsi a gestire il distacco e la separazione dal suo proprietario. Infatti, dovrebbe restare da solo a casa all’inizio per qualche minuto e poi pian piano per un lasso temporale maggiore. In questo modo, potrà raggiungere un buon autocontrollo che nel tempo gli consentirà di mantenere un assetto emozionale sereno, anche in assenza del proprietario, poiché sarà consapevole che questo prima o poi tornerà a casa.
Come si fa ad insegnare al cane a stare da solo
Per insegnare al cane l’autocontrollo nella gestione delle ore a casa da solo, come per insegnargli qualsiasi altro tipo di comportamento, bisogna procedere con gradualità, con estrema calma e serenità, senza anticipare i tempi di apprendimento.
Il primo passo
Il primo elemento che il cane deve apprendere è che il proprietario non è sempre a sua disposizione per dedicargli del tempo e per trasmettere ciò all’animale è necessario non rispondere sempre a tutte le sue richieste di attenzione.
Alcuni modi in cui si può insegnare al cane questa cosa, ad esempio, sono
- andare in bagno e chiudere la porta dietro di sé, lasciando il nostro amico a quattro zampe ad attenderci fuori;
- lasciare il cane in una stanza per qualche minuto, bloccando l’ingresso della porta con un impedimento provvisorio, come ad es. un cancelletto o una sedia, mentre ci si impegna a fare qualcosa (il cane rimane dentro la stanza);
- Ignorare le sue richieste di attenzione a tavola, continuando a mangiare tranquillamente evitando di rivolgergli lo sguardo.
Questi sono solo alcuni banali esempi per rappresentare quelle che possono essere situazioni in cui il proprietario si prende il suo spazio di indipendenza, che il cane deve imparare a rispettare.
Il secondo passo
Il secondo passo dell’insegnare al cane a stare serenamente da solo a casa comporta il ricreare il momento dell’effettiva separazione. Il proprietario realmente simula l’uscita di casa, iniziando con una separazione di pochissimi minuti e aumentando gradualmente fino ad arrivare ad un’ora.
Il proprietario deve avvisare in modo chiaro e sereno al cane che sta uscendo. Con atteggiamento calmo e tranquillo deve aprire la porta di casa, uscire e dopo aver chiuso la porta, allontanarsi subito. Tutte queste azioni devono essere compiute in questa esatta sequenza, perché l’errore che fanno la maggior parte dei proprietari è essere titubanti e tentennare nell’uscire, restando dietro la porta ad origliare, cercando di percepire cosa stia facendo il cane.
Restare immobili ed in silenzio, infatti, è assolutamente inutile, perché l’animale avverte comunque la presenza del proprietario e potrebbe agitarsi proprio questo. Si sottolinea quindi l’importanza di seguire alla lettera quanto descritto sopra, mostrando un atteggiamento deciso e sicuro.
Trascorso qualche minuto si può rientrare, salutare l’animale in modo calmo e sereno e riprendere le proprie attività abitudinali in modo tranquillo. Se il cane presenta un livello di arousal elevato, ovvero un livello di eccitazione intenso, gli si può dare una carezza, ma è importante proseguire serenamente con le attività e non concedergli un eccesso di attenzioni. Utilizzando tale metodica, stiamo trasmettendo al cane che l’esperienza che ha vissuto è normale, che non è successo nulla di straordinario e che nel caso in cui si dovesse ripetere, non deve allarmarsi
Se il cane ha difficoltà a calmarsi, il proprietario deve lavorare per abbassare il livello di arousal ovvero di eccitazione, quindi può ad esempio distrarlo portandolo in un’altra stanza, coinvolgerlo in qualche attività che sta facendo oppure portarlo fuori qualche minuto, il tutto continuando a comunicare con un tono sicuro, pacato e calmo per trasmettere il messaggio che fondamentalmente non è successo nulla di rilevante.
Il terzo passo
Solamente quando il cane dimostra di saper gestire serenamente, con calma e tranquillità il distacco e la separazione fino a un’ora, è possibile allungare il tempo in cui rimane a casa da solo, rispettando sempre i limiti, le esigenze e i bisogni della sua natura.
La paura che i proprietari non tornino quando si allontanano
La natura del cane non è quella di rimanere da solo in una casa, perché per il suo benessere, in quanto animale sociale, è necessario che entri in relazione con l’ambiente circostante, con i suoi simili e con le persone.
Quando il cane avrà imparato a gestire i suoi momenti di solitudine con autocontrollo potrà sfruttare il tempo in solitaria per godersi i propri spazi e riposarsi in modo sereno e il suo proprietario potrà uscire di casa senza troppi problemi.
Per alcuni cani risulta più difficile apprendere ed accettare la separazione dal proprietario perché temono che quando restano a casa da soli potrebbe non tornare nessuno a prendersi cura di loro. In questo caso, va rielaborato il meccanismo di apprendimento della separazione, ricominciando l’iter di addestramento e rafforzando il primo ed il secondo step descritti sopra.
Come preparare il cane a stare da solo?
La chiave per insegnare al cane a stare da solo senza il proprio padrone è, insegnargli che lui tornerà sempre e che all’uscita fa seguito sempre il rientro del proprietario. Il cane deve apprendere che sono eventi normali per cui non serve preoccuparsi e allarmarsi e in questo modo avrà meno ansia da separazione.
Un’accortezza: rispettare la routine del cane
Soprattutto nella fase iniziale di apprendimento, quando il cane sta imparando che l’uscita dei suoi proprietari non è niente di straordinario, un’accortezza da osservare è quella di rispettare la routine della giornata del cane. È bene quindi evitare di lasciare solo il cane in prossimità di abitudini già scandite, come l’ora della sua pappa o quando è l’ora della passeggiata.
Prima di uscire e lasciare il cane a casa: cosa fare
Prima di uscire e lasciare il cane da solo a casa, è importante soddisfare le sue esigenze, in primis concedergli una bella passeggiata che lo impegni sia mentalmente che fisicamente.
Se il cane è calmo e tranquillo, possiamo lasciargli a disposizione qualche gioco o un masticativo prelibato che lo tenga impegnato per un po’. Chiaramente è importante che l’animale abbia già familiarizzato con questi oggetti sotto la nostra supervisione; quindi, per evitare rischi inutili, è opportuno lasciare a disposizione solamente ciò che conosce.
Se vogliamo ricreare un sottofondo tranquillo, si consiglia la musica classica per alleviare il senso di solitudine (è sconsigliato l’utilizzo di altri generi musicali). Bisogna evitare invece la televisione, poiché gli sbalzi di volume imprevisti potrebbero essere fastidiosi per il cane e potrebbero spaventarlo, rendendo l’esperienza negativa.