Gli animali possono ubriacarsi? La risposta della scienza sull’alcol è sorprendente

Gli animali possono ubriacarsi, ma non tutti reagiscono allo stesso modo. Cosa dice la scienza al riguardo

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Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videoreporter

Giornalista pubblicista, videoreporter, copywriter e content editor. Si occupa di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società.

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Alla luce di diversi video virali che circolano sul web, e che immortalano animali in stato di ebbrezza, chiedersi se possano realmente ubriacarsi o meno è diventata un’abitudine comune a molti. La risposta degli scienziati sugli effetti dell’alcol su cani, gatti e non solo può essere inaspettata.

In considerazione anche del fatto che le feste si stanno avvicinando e che ci sono delle pratiche pericolose da evitare se si hanno animali in casa, approfondire l’argomento non è solo un’esigenza legata alla sete di conoscenza, una curiosità, ma un’informazione che potrebbe rivelarsi importante per la salvaguardia della salute di tutti.

Gli effetti dell’alcol sugli animali

Il comune alcol, l’etanolo, non è un’invenzione umana. Si forma naturalmente quando zuccheri e carboidrati fermentano, grazie all’azione di lieviti e microbi presenti nell’ambiente. In molte piante e frutti maturi, specialmente se caduti a terra o lasciati a fermentare, si possono generare piccole quantità di questa sostanza. Ecco perché gli animali selvatici e quelli domestici entrano in contatto con l’etanolo proprio mangiando frutta, nettare o altri alimenti presenti nel loro habitat naturale.

Nonostante ciò, non tutti lo metabolizzano allo stesso modo. La capacità di degradare l’alcol dipende dalla presenza di specifici enzimi: in particolare l’alcol deidrogenasi e l’aldeide deidrogenasi, che lo convertono in composti meno tossici.

Alcune specie non metabolizzano l’etanolo in modo efficiente. Cani, mucche ed elefanti non smaltiscono bene l’etanolo, perciò dovrebbero evitare alimenti fermentati ad alto contenuto alcolico. In questi casi il consumo può portare a effetti tossici simili a quelli umani. Altri animali, invece, possiedono enzimi più efficienti o strategie metaboliche diverse. In certi insetti e mammiferi il metabolismo dell’alcol è talmente efficace che non mostrano segni evidenti di sbornia nonostante un consumo regolare.

Animali e alcol: esempi sorprendenti dalla natura

Negli ultimi anni, alcune ricerche scientifiche hanno documentato casi sorprendenti di esposizione naturale all’alcol in animali selvatici. Gli scimpanzé e altri primati si nutrono di frutti maturi con basso contenuto di etanolo e, pur ingerendo quantità equivalenti a una o due unità umane al giorno, non mostrano segni evidenti di intossicazione. Questo supporta l’idea che l’uso di alcol nella dieta non sia una novità evolutiva recente.

Altri studi hanno trovato metaboliti dell’alcol nei tessuti di diverse specie di uccelli frugivori, facendo arrivare alla conclusione che l’esposizione all’etanolo attraverso l’alimentazione può essere significativa anche in altri gruppi di animali oltre che nei mammiferi.

In alcune specie di vespe è stata osservata una tolleranza estrema all’alcol: in certi casi possono consumarne quantità molto elevate senza apparenti effetti negativi, grazie a adattamenti genetici che permettono un metabolismo rapidissimo dell’etanolo. In natura, quindi, l’alcol non è raro né estraneo alla vita animale: è parte integrante di molti ecosistemi dove frutti, nettare e altre sostanze fermentano spontaneamente.

Gli animali possono ubriacarsi: la risposta scientifica

Casi di animali ubriachi

Quando ci si chiede  se gli animali possano ubriacarsi, l’immagine evocata è spesso quella dello stereotipo dell’esemplare che cammina goffamente o emette versi strani dopo aver bevuto qualcosa. Basti pensare al video del procione ubriaco. In realtà, per la maggior parte delle specie selvatiche, l’esposizione avviene gradualmente e non causa necessariamente gli stessi effetti comportamentali che vediamo negli umani.

In molti casi gli animali non mostrano sintomi evidenti di alterazione e la presenza di alcool nella dieta può avere implicazioni evolutive, per esempio nel modo in cui scelgono cibi più dolci e calorici oppure nell’attrazione olfattiva per il prodotto fermentato stesso.

In conclusione, gli animali possono entrare a contatto con l’alcol e, in certe condizioni, metabolizzarlo o persino subirne gli effetti. Tuttavia, non sempre accade nel modo in cui succede agli esseri umani. La presenza dell’etanolo nei loro sistemi può essere naturale, evolutiva e spesso priva di conseguenze negative evidenti.

Fonti bibliografiche

Alcohol consumption among non-human animals may not be as rare as previously thought, say ecologists ScienceDaily.com;

Oriental hornets are the only animals able to drink unlimited amounts of alcohol EurekAlert!.org;

Wild chimps consume more alcohol than anyone expectedScienceDaily.org;

Alcohol consumption in the natural world is way more common than you thought ZMEScience.org;

In the wild, chimpanzees likely ingest the equivalent of several alcoholic drinks every day Phys.org.