Treccani: il primo dizionario che declina nomi e aggettivi al femminile

Ci saranno la medica, la soldata e la notaia e la donna sarà trattata alla pari dell'uomo, in ogni definizione. Così il nuovo dizionario Treccani 2022 promuove la parità di genere

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Le differenze di genere coinvolgono ogni aspetto della nostra vita, anche quelli quotidiani ai quali non diamo troppo peso, come il linguaggio. Quello dell’attenzione alla parole è un argomento che abbiamo trattato più volte, perché l’educazione al rispetto delle donne passa anche e inevitabilmente per quello che viene detto e viene scritto.

È una battaglia continua, e a volte estenuante, quella che ogni donna deve combattere ogni giorno. Un percorso non privo di insidie, ma che è anche costellato di piccole vittorie che ci ricordano che in questa secolare lotta per gli eguali diritti tutti siamo chiamati a fare qualcosa.

Questa volta, a fare la differenza, è Treccani. La celebre e iconica Enciclopedia italiana di scienze, lettere e arti, nonché la più famosa redatta in lingua italiana, ha inserito al suo interno la declinazione al femminile di tutti quei nomi e quegli aggettivi che, fino a questo momento, sono sempre stati registrati solo al maschile.

La differenza di genere che passa anche per le parole

È una notizia che ci riguarda tutti, quella della pubblicazione della nuova opera in tre volumi firmata Treccani, e che ci fa capire che la strada verso la parità di genere è stata finalmente imboccata.

Fino a qualche tempo fa, infatti, non solo la presenza femminile su dizionari e vocabolari era quasi del tutto nulla, ma la donna veniva descritta con aggettivi assolutamente fuorvianti e discriminatori. Era questo il caso del prestigioso vocabolario redatto dalla Oxford University Press che, sotto la parola “woman”, restituiva sinonimi come bitch, dird e filly, che siamo certi non hanno bisogno di traduzione. Non solo però, la definizione stessa di donna restituiva il profilo di un essere vivente sottomesso all’uomo.

La donna, infatti, era solo la moglie, la fidanzata o l’amante di un uomo, e non un essere umano adulto di sesso femminile come dovrebbe essere. Questa battaglia, però, era stata vinta. E muovendosi nella stessa direzione molte attiviste avevano chiesto alla Treccani di cancellare o modificare sinonimi dispregiativi collegati alla voce “donna”.

La promessa di allora era stata quella di valorizzare le donne e i traguardi sociali ottenuti fino a questo momento. Una promessa che è stata mantenuta e che ha restituito i giusti equilibri, almeno su carta.

Il primo dizionario che annulla le differenze di genere

La nuova opera di Treccani, che prende il nome di Dizionario dell’Italiano Treccani, Dizionario storicoetimologico e Storia dell’Italiano per immagini, sarà presentato in anteprima il 16 settembre in occasione della XXIII edizione della Festa del Libro che si terrà a Pordenone.

Sarà quella l’occasione per celebrare il primo dizionario che promuove la parità di genere e che, anzi, mette al primo posto la forma femminile piuttosto di quella maschile, seguendo il naturale ordine alfabetico. Troveremo bella, e poi bello; adatta e poi adatto. Ma anche le professioni nella loro forma femminile come medica, soldata e notaia.

Per combattere le discriminazioni, inoltre, Treccani ha eliminato all’interno dei volumi ogni stereotipo di genere (la donna non è più associata ai lavori domestici e l’uomo alle professioni) evidenziando, invece, il carattere offensivo di determinate parole, aggettivi e sostantivi che rischiano di ledere la dignità delle persone.