È finita anche su The Guardian la decisione dell’autorità provinciale di Bolzano in merito al giro di vite per porre rimedio a comportamenti scorretti da parte dei padroni dei cani.
Infatti, chi ha un pelosetto, lo dovrà sottoporre al test del Dna, con uno scopo ben preciso: quello di risalire ai colpevoli del misfatto: ovvero chi non raccoglie le deiezioni del proprio animali.
L’obiettivo è quello di scoraggiare comportamenti poco civili, inoltre sono previste anche multe salate, che vanno da un minimo di 292 euro e un massimo di 1048 euro.
Lotta agli escrementi, cosa sta accadendo a Bolzano
È una vera e propria lotta agli escrementi e ai padroni che non li raccolgono, quella che sta andando in scana a Bolzano. L’autorità provinciale, infatti, ha stabilito che i proprietari di cani residenti in Alto Adige facciano sottoporre il proprio amico a quattro zampe a un test del Dna. I risultati ottenuti, poi, vengono inseriti in un database, a cui le forze dell’ordine possono attingere per risalire al protagonista del “fattaccio”.
Una decisione che, stando a quanto riportato da Il Giornale, era stata presa qualche anno fa ma che è stata attuata adesso, diventando obbligatoria a partire da gennaio del 2024. A quanto pare, sarebbero circa 42mila i cani censiti, ma solamente 5mila sono stati profilati dal punto di vista genetico. Forse, come riporta il sito di notizie, la ragione va ricercata nel costo dell’esame che ammonta a 65 euro (se effettuato presso il Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria provinciale) e che deve essere coperto dai proprietari dei quattro zampe.
L’assessore Arnold Schuler aveva spiegato ad Alto Adige a pochi giorni dal via: “La partenza sarà soft. Nelle prime settimane non si daranno multe”, questo perché ci sono lunghe liste di attesa – aveva chiarito il giornale – ma anche su questo fronte l’assessore ha rassicurato che: “A breve ci sarà un potenziamento del servizio presso la Sill e altri veterinari”.
Una notizia che ha avuto eco anche all’estero finendo, come a riportato da Adnkronos, anche su The Guardian. Ma l’interesse c’è stato anche da parte di altre zone di Italia, che hanno voluto sapere di più su questo progetto.
Sul sito ufficiale della Provincia autonoma, si legge che a febbraio del 2003 una delegazione genovese ha incontrato l’assessore Schuler, perché anche nel capoluogo ligure si stava valutando: “la possibilità di rendere obbligatoria la profilazione genetica dei cani, sul modello dell’Alto Adige”.
Profilazione genetica dei cani, dove è realtà
Ma oltre all’Alto Adige, dove è realtà la profilazione genetica dei cani? A tracciare una mappatura è stato il giornale Io Donna che ricorda che ci sono anche altri luoghi del mondo dove si utilizza questo metodo.
Ad esempio, a Malnate in provincia di Varese dove il test, secondo quanto riportato da un volantino, pare che vada effettuato entro 30 giorni dall’adozione dell’animale. A Malaga, in Spagna, oltre alla registrazione dei cani nel censimento del Dna sono stati inviati anche sms ai cittadini. Sperimentazione biennale, invece, a Béziers in Francia dove l’obbligo del Dna è stato applicato a una parte del centro cittadino.