Molestie sulle studentesse: cosa sta succedendo nelle Università italiane?

Dalle proteste delle studentesse dell'Università di Torino, ai dati raccolti alla Sapienza di Roma: cosa è il metoo delle Università

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Prima c’è stata l’Università di Torino, poi quella di Roma. Lo schema è simile, le vittime anche: studentesse che hanno raccontato di aver subito molestie. Storie che sono diventate segnalazioni e che hanno scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora.

Nel mirino il personale universitario, ma anche i colleghi stessi. Un’onda di segnalazioni, di proteste, di voci che si sono alzate per raccontare di situazioni e comportamenti che non dovrebbero accadere mai. Tanto più in un ambiente scolastico, deputato alla formazione di giovani menti. Un luogo che dovrebbe essere sicuro, ma sulla base di questi racconti, così sicuro non è. Cosa sta accadendo nelle Università italiane? I casi di Roma e Torino.

Università di Torino, cosa è successo

È durante una manifestazione al rettorato che sono emerse le segnalazioni delle studentesse dell’Università di Torino: accuse pesanti che hanno dato il via a un vero e proprio terremoto.

Alcune delle segnalazioni anonime, che erano state raccolte e rese note dall’Assemblea Transfemminista Universitaria, sono state riportate dal Corriere della Sera. “Un professore mi ha accarezzato la gamba per complimentarsi con me durante un consiglio di dipartimento”. Oppure: “Non sapevo a chi rivolgermi e non ho detto nulla della molestia verbale subita dal dipendente della biblioteca che ci ha provato con me facendo battute sul mio aspetto”.

Una manifestazione che è stata solo l’inizio, che ha dato vita a qualcosa di molto più grande. Infatti, da quel momento qualcosa è successo: queste voci non sono rimaste inascoltate. In particolare, sono accadute tre cose. Un professore del dipartimento di filosofia è stato sospeso per un mese, da quanto si apprende da Fanpage avrebbe poi depositato denuncia per calunnia nei confronti delle studentesse. A questo si aggiunge l’ex direttore della scuola di medicina legale che inizialmente era stato posto ai domiciliari, ma è notizia recentissima che il Tribunale del riesame abbia riqualificato le accuse a suo carico in “molestie o disturbo alle persone”.

Poi è partita un’indagine a livello nazionale con un questionario disponibile sul sito Unione Universitari: si chiama “La tua voce conta” e, prima di accedere alle domande, viene ricordato che: “La compilazione del form non sostituisce l’atto formale di denuncia che mantiene finalità diverse, per il quale è possibile farsi assistere dai centri antiviolenza attivi nella propria città”.

Le segnalazioni si allargano: cose è accaduto alla Sapienza di Roma

Dopo Torino è stata la volta della Sapienza di Roma, in questo caso è stata la rettrice Antonella Polimeni a rendere noti i numeri durante la sua audizione davanti alla commissione Femminicidi. A quanto pare, le denunce di abusi e molestie sono arrivate da 13 donne, tra tirocinanti e studentesse, nel corso del 2013.

“Nel 2023 abbiamo registrato 13 attivazioni: nel primo semestre gennaio-giugno 5 attivazioni a molestie sessuali nel corso di tirocini presso strutture convenzionate, quindi con soggetti terzi come corsi di laurea sanitarie o altre corsi di laurea in genere in area umanistica con cui l’ateneo ha convenzioni – aveva spiegato la rettrice -. Ovviamente ha portato all’interruzione delle convenzioni. Nel secondo semestre otto attivazioni: sei casi di molestie, di cui 5 avvenute in una relazione di potere docente o ricercatore verso studentesse o dottorande e 1 in una relazione tra colleghi”, riporta SkyTg24.

L’associazione Sinistra Universitaria Sapienza ha fatto però sapere che i numeri sarebbero molto più alti, stando a quelli raccolti da loro attraverso un questionario: “Almeno 130 studentesse raccontano di aver subito abusi all’interno dell’Università. Si tratta di violenze fisiche, verbali e anche digitali: sono tantissimi i casi legati al revenge porn che ci sono stati segnalati – ha raccontato Viki di Sinistra Universitaria Sapienza a Fanpage – E sono pochissime a conoscere dell’esistenza di un centro antiviolenza in ateneo e di una consigliera di fiducia”.

Segnalazioni, racconti, che mostrano un’altra faccia dei campus italiani. Una cosa è certa: il metoo delle Università è iniziato.