Assistente materna, dal 2024 un aiuto per le neomamme: tutto sulla nuova professione

Nel 2023 nasce la professione di assistente materna: in cosa consiste e quali sono le sue mansioni

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Giorgia Prina

Lifestyle Specialist

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Pubblicato: 27 Settembre 2023 17:36

La maternità può essere un momento magico ed incredibile. Una donna appena diventata mamma passa attraverso infinite sensazioni. A volte le sembra di poter toccare il cielo con un dito, altre potrebbe sentirsi sprofondare nello sconforto. Una cosa è certa: i pensieri e le domande non la abbandonano mai. Sono infatti tante le novità che ogni neomamma deve affrontare in una nuova ed ignota fase della sua vita. A volte a correrle in aiuto solo le parenti più anziane, già madri, magari la madre, la sorella più grande o parenti e amici cari. Altre volte questa rete sociale può non bastare. Proprio per venire incontro alla sete di conoscenza delle donne con dei neonati il Governo, nel 2024, ha intenzione di stanziare dei fondi per la creazione di una nuova figura professionale: l’assistente materna. Ma scopriamo di più su questa nuova figura.

Assistente materna: cos’è e come funziona

La figura dell’assistente materna sarebbe proprio una nuova figura professionale al servizio della neomamma. Per istituirla, secondo quanto riporta l’Ansa, il Governo ha intenzione di stanziare tra i 100 ed i 150 milioni. La sua funzione, almeno a parole, sarà semplice: dovrà accompagnare le madri nei primi sei mesi di vita del bambino con “un rapporto personale diretto”. La modalità di intervento sembra essere in realtà diversificata: in parte sarà disponibile telefonicamente o tramite videocall, ma sarà anche tenuta (se desiderato dalla naomamma) a recarsi direttamente a domicilio dell’assistita per sostenere le donne nella prima difficile fase della maternità. Già nella Nadef che sarà esaminata oggi dal Cdm ci potrebbe essere un primo riferimento alla proposta che vedrà poi la luce o in legge di bilancio o nel collegato alla legge di bilancio .

Ma cosa sarà chiamata a fare l’assistente sanitaria nella famiglia appena formata? L’intenzione espressa dal Governo sarebbe quella di fornire un punto di riferimento che sappia fare fronte ai tanti piccoli (o grandi) quesiti che ogni donna si pone e che scatenano nella sua testa un senso di inadeguatezza che può sfociare anche nella sindrome depressiva post partum. Come fasciare il piccolo, come comportarsi quando si fa il bagnetto al neonato o ha il singhiozzo o non smette di piangere… Insomma, ostacoli che possono sembrare insormontabili in un momento di stanchezza o fatica. Si tratterebbe dunque di una “stampella” fornita dall’aiuto statale per incoraggiare e facilità la maternità, che può essere sì un momento felice, ma può anche essere motivo di ansie e gravi compromissioni della salute fisica e psicologica della partoriente.

L’inserimento dell’assistente materna nelle possibilità di un neo mamma non è però un’invenzione del Governo italiano. Questa è infatti già presente in Francia e nei Paesi nordici.

Chi potrà diventare assistente materna

Sono ancora da definire le modalità di selezione di chi opererà effettivamente sul territorio e nelle famiglie, ma le modalità operative saranno in parte stabilite con le Regioni. Per ora si sa che il progetto prevede un servizio a richiesta delle mamme che disporranno di una ventina di ore per i primi tre mesi dalla gravidanza estendibili fino a sei mesi. L’obiettivo è di avere tre assistenti materne ogni 20mila abitanti, quindi il numero delle mamme supportate varierà a seconda dei territori

La filosofia che ispira il provvedimento è quello di compensare quella rete parentale fatta di nonne, zie e sorelle maggiori che dispensavano consigli pratici e che nel tempo si è lacerata, soprattutto nelle grandi città. L’assistente materna eviterebbe alle neo mamme di andare troppo spesso dal pediatra per problemi non medici ed anche di intercettare un possibile disagio delle mamme dopo il parto. Non sarà quindi una figura sanitaria, come ostetriche, infermieri o puericultrici, non avrà bisogno di una laurea ma di un corso di formazione della durata di sei o nove mesi.