È stato chiamato dal governo per assumere il ruolo di coordinamento del gruppo di lavoro per Educare alle relazioni, un progetto da portare nelle scuole con lo scopo di promuovere l’educazione affettiva e sentimentale.
Ma è davvero la persona giusta? Stiamo parlando di Alessandro Amadori, docente a contratto di psicologia presso l’Università Cattolica di Milano, scelto come consulte dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Alcuni stralci del suo libro La guerra dei sessi, scritto a quattro mani e pubblicato nel 2020, sono stati ripresi dal quotidiano Domani e hanno fatto decisamente rumore. Accendendo le proteste.
Alessandro Amadori e La guerra dei sessi, cosa ha scritto
Si chiama Educare alle relazioni ed un progetto che verrà promosso nelle scuole su educazione affettiva e sentimentale, contro la violenza sulle donne. A coordinarlo Alessandro Amadori, docente a contratto di psicologia presso l’Università Cattolica di Milano. Lo stesso che ha posto la firma (insieme a Cinzia Corvaglia) al libro La guerra dei sessi, pubblicato nel 2020.
E sono stati proprio dei passaggi di questo volume a finire sotto la lente del quotidiano Domani. In particolare, il capitolo Il diavolo è anche donna, in cui si legge, come riporta il Corriere della Sera: “La convinzione che abbiamo maturato nella nostra ricerca è che anche le donne sanno essere cattive, persino estremamente cattive, per quanto in modi e forme differenti da quelli degli uomini”. L’autore dell’articolo pubblicato su Domani (il giornalista Christian Raimo, ndr) ha riportato altri stralci.
“Eravamo partiti dalla cattiveria maschile, indagando in particolare il femminicidio, e strada facendo ci siamo accorti che questo crimine, nella sua inaccettabile brutalità, è in qualche modo il contraltare di una sostanziale fragilità psichica maschile […]. L’intensità con cui tanti maschi cercano, nelle pieghe della società post-moderna, la sottomissione al femminile, ci sembra davvero una conferma di questa tesi”.
E in merito ai femminicidi, solo pochi giorni fa il ritrovamento del corpo di Giulia Checchettin, si legge: “Dietro la punta dell’iceberg dei femminicidi, sembra esserci il grande corpo dell’iceberg, costituito dal bisogno di sottomissione maschile. È come se gli uomini facessero davvero fatica ad avere un rapporto equilibrato con il femminile: o sono carnefici, o sono vittime”.
Parole che fanno molto rumore e che gettano benzina sul fuoco, in un momento in cui si dovrebbe comprendere che la piaga dei femminicidi va arrestata e che l’educazione emotiva nelle scuole può essere solo un primo passo.
Parole che hanno scatenato le proteste, soprattutto perché nate dalla penna di Alessandro Amadori, colui che è stato chiamato dal Ministro dell’Istruzione a coordinare il gruppo di lavoro per dare vita a progetto Educare alle relazioni.
Le reazioni alle parole scritte da Amadori
È stata l’oposizione a farsi sentire. Come la deputata democratica Irene Manzi che ha affermato che la scelta di affidare il coordinamento ad Amadori è “A dir poco preoccupante. Sorprende, infatti, come su un tema così urgente e drammatico sia stata scelta una personalità che più volte in diversi interventi ha avvalorato tesi delle responsabilità delle donne come causa delle violenze. Tesi che sembrano incompatibili con lo scopo che il progetto deve perseguire”.
Parole alle quali ha fatto eco anche la vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, Cecilia D’Elia, che ha commentato: “Rasentiamo davvero la follia, visto che a questo gruppo di consulenti è affidato il compito di coordinare il progetto sull’educazione alle relazioni nelle scuole. Siamo molto preoccupati e il ministro deve al più presto chiarire in Parlamento e spiegare le sue scelte”.
Una levata di scudi che ha coinvolto diversi rappresentanti politici e a cui il Ministro Valditara ha replicato: “Il progetto Educare alle relazioni è stato scritto dal Dipartimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito dopo aver sentito il parere delle associazioni dei genitori, degli studenti, dei docenti, dei sindacati, dell’ordine degli psicologi e di diversi esperti fra cui anche giuristi e pedagogisti. Il documento è stato letto, condiviso e sottoscritto da me. È questo il documento che domani presenteremo ed è questo documento che va giudicato”.
La presentazione del progetto Educare alle relazioni avverrà il 22 novembre nella sala Koch del Senato. Intanto proprio il Ministro ha chiesto un minuto di silenzio nelle scuole per ricordare tutte le donne vittime di violenza. Di diverso avviso, quindi, rispetto alla sorella dell’ultima vittima, la studentessa Giulia Cecchettin. Elena infatti a Dritto e Rovescio ha preso la parola facendo un discorso molto lucido e combattivo che si è concluso con: “E per Giulia vi chiedo non fate un minuto di silenzio. Per Giulia bruciate tutto”.