Modelle al limite dell’anoressia in passerella: il grido d’allarme

Liz Jones, giornalista di moda, lancia un grido d’allarme: in passerella si assiste al ritorno di un modello femminile sbagliato: modelle al limite dell'anoressia e stilisti compiacenti

Liz Jones è una giornalista di moda, ex direttrice di Marie Claire. Ma Liz è anche una donna che è stata malata di anoressia dagli 11 ai 40 anni, e per questo particolarmente sensibile a modelli femminili sbagliati, soprattutto nel suo mondo.

Liz ha scritto un duro articolo sul Daily Mail, lanciando un grido d’allarme contro quello che ha visto con i suoi occhi alle recenti settimane della moda e ritiene essere una pericolosissimo trend: il ritorno del modello “heroin chic in passerella. Ovvero: modelle magrissime, emaciate, al limite del denutrito, che sembrano malate, eppure applaudite, osannate, fotografate. E, molto probabilmente emulate da milioni di ragazzine in tutto il mondo.

Ricordiamo, per chi non lo sapesse, che l’heroin chic è stato uno stile molto popolare nella moda dei primi anni ’90, caratterizzato da modelle pallide, con occhiaie, lineamenti emaciati e androgine, tutti tratti associati all’abuso di eroina o di altre droghe. La top model americana Gia Carangi (poi morta di overdose) ne è stata la capostipite, Kate Moss l’incarnazione. Era la risposta degli anni ’90 ai modelli floridi e in salute del decennio precedente, da Cindy Crawford a Elle Macpherson a Claudia Schiffer.

Modelle alla Milan Week Spring Summer 2023 (settembre 2022)
Fonte: Getty Images
Modelle alla Milan Week Spring Summer 2023 (settembre 2022)

Scrive Liz: “Per me il 22 settembre 2022 sarà ricordato come il D-Day. C’è una guerra in corso, ma questa volta riguarda i corpi delle donne. Perché cosa significa la D? Ovviamente Dieta. Il motivo per cui ho citato quella data è perché era il giorno in cui stavano trasmettendo in live streaming la sfilata di Prada dalla settimana della moda di Milano. Stilista da sempre la mia preferita. Eppure ho visto, come in una scena horror di Halloween, giovani donne così emaciate che i loro abiti svolazzavano intorno a loro, come vele sull’albero di una barca”. Così comincia il lungo articolo della Jones.

Modelle in passerella per Milan Fashion Week Womenswear Spring/Summer 2023
Fonte: Getty Images
Modelle in passerella per Milan Fashion Week Womenswear Spring/Summer 2023

Continua Liz: “Una modella in particolare mi ha colpito: le ossa della coscia erano così fragili da somigliare a quelle di una vittima di un campo di concentramento. Ho mostrato la sua foto a un medico che conosco. La sua diagnosi è stata che la modella aveva probabilmente un BMI (indice di massa corporea, ndr) di 14 . Ora, un BMI sano dovrebbe essere superiore a 18. La sua salute era chiaramente in pericolo”.

“Ero inorridita dalle modelle pietosamente fragili e dal ritratto irresponsabile di come dovrebbe apparire una donna. Queste ragazze sembravano quasi  zoppicanti, con le guance incavate, il viso scarno. Eppure tutti applaudivano e “instagrammavano!”

Modelle alla sfilata Tom Ford Spring/Summer 2023 durante la New York Fashion Week
Fonte: Getty Images
Modelle alla sfilata Tom Ford Spring/Summer 2023 durante la New York Fashion Week

“I designer sembravano completamente ciechi e insensibili a tutto questo. Certo, alcune modelle possono essere molto magre di costituzione, ma la mia prima preoccupazione rimangono le ragazze che le vedono e cercano di emularle. Le ragazze che vogliono e diventano così magre corrono il rischio di depressione, fragilità ossea, perdita di tono muscolare, immunità compromessa, infertilità, invecchiamento precoce. Alla fine, i loro organi potrebbero addirittura collassare.”

La giornalista parla per esperienza diretta: “So tutto questo perché sono stata anoressica dagli 11 ai 40 anni (ho avuto un solo ciclo in tutta la mia vita). La mia campagna per bandire le modelle troppo giovani e troppo magre è iniziata alla fine degli anni ’90, quando sono stata nominata redattrice di Marie Claire. Avevo amato la moda per tutta la vita, ma mi ero inevitabilmente rovinata cercando di emulare ciò che vedevo sulle riviste e sono rimasta traumatizzata dalla realtà che ho poi visto in prima persona”.

Modelle alla sfilata Miu MIu Spring/Summer 2023
Fonte: Getty Images
Modelle alla sfilata Miu Miu Spring/Summer 2023

Prosegue la Jones: “Mi sentivo come se tutti gli altri nel settore della moda stessero dormendo: perché vendevamo vestiti su corpi che erano diventati mostri genetici? La mia missione è quindi diventata non lasciare che quello che è successo a me accadesse a più ragazze.

“Oggi torno a parlare perché penso che le modelle in questo momento storico siano ancora più magre e la portata delle immagini, con i social, ancora più ampia”

“Non sorprende che, nonostante alcuni di coloro che hanno condiviso le mie preoccupazioni in passato abbiano istituito nel 2016 il gruppo di difesa indipendente Models Trust – che si proponeva di garantire il benessere delle modelle, tramite consulenze, sondaggi di feedback anonimi e attenzione al fatto che il cibo dovesse essere fornito dietro le quinte.

“Quella che era soprannominata la moda dell’heroin chic (culminata nel famigerato servizio fotografico di Kate Moss per Vogue nel 1993) è tornata– E sapete perché? Perché spaventati dalla pandemia, dalla recessione economica, da una guerra in Europa e dalla carenza di acquirenti cinesi nelle capitali occidentali, i designer sono tornati indietro, a ciò che funzionava nel passato”.

Una modella sfila per Annaki
Fonte: Getty Images
Una modella sfila per Annaki

La furia di Liz non si placa: “I designer stanno calpestando i progressi che abbiamo fatto negli ultimi anni con il movimento di inclusività e positività del corpo.

Poi la giornalista fa nomi e cognomi: “C’è un esercito di stilisti uomini che sta guidando questo pericoloso ritorno al passato: Raf Simons, designer assunto da Prada nel 2020. Demna Gvasalia (Balenciaga), Oliver Rousteing (Balmain), Riccardo Tisci e Daniel Lee (Burberry). E poi ancora Tom Ford, o Riccardo Piccioli per Valentino.

“E le donne non fanno meglio degli uomini: che dire di Victoria Beckham, che a maggio ha proclamato che essere magre è ‘vecchio stile’ e che le donne vogliono essere formose? Ebbene, è tornata a vestire ciò che conosce meglio: le donne stecco!”

“La stilista di Dior è Maria Grazia Chiuri. Per la primavera/estate 2023 ci riporta alla vita minuscola e stretta della giacca Bar del 1946. Veri passi in avanti”

“In questa stagione, le modelle non sono nemmeno belle. I loro corpi sono eccessivamente nerboruti, duri, per nulla femminili. Questo è un problema complesso, ma credo che il focus sia nel desiderio degli  uomini potenti della moda di eliminare la femminilità. E l’eradicazione delle donne è evidente anche nella moda, nelle figure scheletriche che non somigliano per niente al corpo di una donna normale”.

Modelle di Valentino alla Paris Fashion Week Spring/Summer 2023
Fonte: Getty Images
Modelle di Valentino alla Paris Fashion Week Spring/Summer 2023

“Naturalmente, ci sono anche molti fattori finanziari che spiegano perché i marchi preferiscono che le donne più magre indossino i loro vestiti. È più veloce, più facile ed economico produrre vestiti per “scovolini” che non per taglie forti”.

“Dopo decenni di lavoro nel settore, so che i “revival” sono frequenti,  ma ho sempre – scioccamente lo vedo ora – sperato che la tendenza dell’heroin chic fosse l’unica che per ovvi motivi  che non avrebbe mai più dovuto presenziare sulle nostre passerelle. Evidentemente mi sbagliavo”.