Matrimoni dal mondo, le tradizioni delle nozze in Tibet

Tradizioni millenarie, riti sacri e una forte spiritualità: ecco le caratteristiche dei matrimoni in Tibet

Foto di Anna Verrillo

Anna Verrillo

Giornalista e Lifestyle Editor

Sangue campano e cuore a stelle e strisce. Scrive di cultura e spettacolo con frequenti incursioni nella cronaca rosa perché da brava gemelli non ama prendersi troppo sul serio.

Pubblicato: 9 Maggio 2025 21:46

I matrimoni tibetani sono un affascinante connubio di spiritualità e cultura. Se in Occidente è spesso l’aspetto mondano a prendere il sopravvento, nelle cerimonie di questo Paese rituali e pratiche sacre restano invece l’elemento più importante per i futuri sposi.

Ma cosa rende i matrimoni in Tibet così unici nel loro genere? Dalle elaborate preparazioni ai voti sacri, ecco le caratteristiche più importanti.

Come sono cambiati i matrimoni in Tibet da ieri ad oggi

Per molti secoli, i matrimoni in Tibet sono stati combinati dalle famiglie. I genitori avevano la responsabilità di crescere e organizzare le nozze dei propri figli, mentre questi ultimi avevano il dovere di obbedire e rispettare la volontà di madri e padri.

Tuttavia, nel Tibet moderno, la maggior parte delle unioni è figlia dell’amore: uomini e donne hanno la libertà di innamorarsi e, quando decidono di sposarsi, sono semplicemente tenuti ad informare i genitori e a seguire le procedure tradizionali prima di unirsi in matrimonio.

Le tradizioni prima del matrimonio in Tibet

Le cerimonie nuziali tradizionali tibetane si distinguono per la loro solennità: durante l’evento, la sposa e lo sposo affrontano numerosi rituali e usanze che fungono non solo da prova, ma che rappresentano anche un buon auspicio per il loro futuro insieme.

Prima del sì, la famiglia della sposa sceglie un giorno propizio per inviare la dote allo sposo. Tra gli oggetti essenziali c’è una piccola statua d’acciaio del Bodhisattva, che nella religione buddista rappresenta l’essere vivente destinato all’illuminazione. Vanno allegati anche un rotolo di sutra ( raccolta di aforismi sacri) e uno stupa: questi oggetti hanno un significato simbolico, poiché sono ritenuti parte della dote della principessa Wencheng della dinastia Tang (618–907) quando sposò il famoso Songtsen Gampo (742–798), il primo sovrano storico ed il vero fondatore della patria tibetana.

La famiglia dello sposo, invece, deve inviare la sera prima delle nozze un completo di abiti alla ragazza: questi indumenti dovranno essere indossati il giorno della cerimonia.

Il giorno del matrimonio in Tibet

La mattina delle nozze la famiglia dello sposo sceglie un uomo di buon lignaggio per guidare un gruppo di persone verso la casa della sposa. I cavalieri portano con sé una freccia colorata (coperta da un khatag a cinque colori), insieme a uno specchio, giada preziosa e alcuni gioielli. La famiglia della ragazza, prima dell’arrivo del gruppo, offrirà invece il qiema con dell’orzo tostato come rito di addio.

All’ingresso della casa della sposa, la freccia colorata viene appuntata sul colletto posteriore del suo abito, mentre il pezzo di giada viene posto sulla sua testa, a simboleggiare che ormai appartiene alla famiglia del futuro marito. Quando la ragazza lascia la casa, la sua famiglia prende la freccia colorata e un cosciotto d’agnello, sale ad un piano alto dell’abitazione e ripete: “Non portate via la nostra fortuna” finché il corteo non scompare dalla vista.

Il corteo nuziale è solitamente guidato da un astrologo con una tunica bianca in sella ad un cavallo: la scelta di questo colore non è casuale, poiché rappresenta purezza ed è di buon auspicio. Seguono il gruppo di cavalieri, la sposa accompagnata da una donna, e infine i membri della famiglia dello sposo. Durante il tragitto, il gruppo canta ad alta voce, mentre la ragazza piange per la separazione dalla sua famiglia. I parenti dello sposo, infine, brindano per tre volte.

Secondo la tradizione, c’è comunque il rischio che l’unione non sia fortunata: se si incontrano persone malate, spazzatura o individui con delle ceste vuote tra le mani, ciò viene considerato di cattivo auspicio. In tal caso, dopo il matrimonio si invitano dei monaci a recitare sutra per allontanare la sfortuna.

L’incontro tra gli sposi

Prima dell’arrivo della sposa, lo sposo decora il portale dell’abitazione e dispone un cuscino di orzo davanti alla casa: quest’ultimo, viene coperto con un panno colorato, sopra il quale vengono sistemati chicchi disposti a formare la svastica, simbolo di buon auspicio. I familiari dello sposo accolgono la sposa con chang (una bevanda d’orzo fermentato) e chemar (una scatola rituale con orzo e tsamba separati, decorata con sculture).

All’arrivo, la futura moglie deve camminare su un sentiero coperto di orzo e foglie di tè, a simboleggiare l’abbondanza che porta con sé nella nuova famiglia. Dopo aver accettato il khatag (sciarpa cerimoniale) offertole dallo sposo, la ragazza  entra in casa. A questo punto, i due si siedono insieme nel salone per ricevere auguri, khatag e altri doni dagli ospiti. Poi gli sposi vengono accompagnati nella loro stanza, dove i lama, i monaci buddisti, recitano sutra per benedirli.

Il banchetto di un matrimonio tibetano

Il banchetto nuziale viene organizzato dalla famiglia per celebrare l’unione tra i due sposi. Nel corso del ricevimento amici e parenti cantano e danzano, e consumano pietanze prelibate. Durante la notte, invece, si svolgono giochi scherzosi per prendere in giro la coppia.

Nel menù non possono assolutamente mancare delle pietanze locali che, oltre ad essere apprezzate per il loro sapore, hanno anche un importante valore simbolico. Tra le portate più diffuse c’è lo tsampa, ovvero della farina d’orzo tostato, spesso mescolata con tè al burro di yak. Ma anche carne di yak o montone, in forma di spezzatino o arrosto, e la zuppa di noodle (thukpa). Nei momenti rituali viene invece servito dresi, del riso dolce con uvetta, burro e zucchero.

I dolci? A trionfare sono i khapse, biscotti fritti preparati in forme decorative, mentre per i brindisi ci si affida al chang, una birra d’orzo leggermente fermentata, e all’immancabile tè al burro di yak (Po Cha)

Il banchetto nuziale in Tibet di solito si prolunga per diverse ore, fino a notte inoltrata. Nelle famiglie benestanti, tuttavia, il ricevimento può durare anche tre giorni o più.

Le usanze dopo il matrimonio 

Tre o sei mesi dopo il matrimonio, i novelli sposi fanno visita ai genitori della sposa. La famiglia di lei prepara orzo, immagini della svastica e altri elementi per accoglierli, scambiandosi khatag, tè al burro di yak, chemar e altri doni. Solo a quel punto la cerimonia nuziale viene considerata pienamente conclusa.