Orientamento scolastico: come aiutare i nostri ragazzi e ragazze a scegliere consapevolmente la scuola più adatta alle proprie attitudini e ai propri desideri? Scopriamo cosa può dirci un profilo grafologico. Ne abbiamo parlato con Chiara Biaggioni, Grafologa.
La grafologia può essere utile per l’orientamento?
La parola orientamento mi fa tornare in mente le figure dei tre Magi che arrivano dall’Oriente portando ciascuno un dono particolare a un bambino. Se ognuno di noi ipotizzasse di essere quel bambino, potrebbe immaginare di raccogliere quei doni per poi utilizzarli.
Allargando il cerchio potremmo quasi dire che è cercando l’oriente, cioè orientandosi, che riusciamo a fare il punto sui nostri… punti di forza. La grafologia studia l’uomo osservando la sua espressione grafica, sia essa scrittura, disegno o scarabocchio ed è in grado di restituire quei doni, aiutando le persone a vederli, comprenderli e accoglierli.
La scelta del percorso scolastico
Ma cosa accade quando, a 13 anni, ragazzi e ragazze scelgono il percorso di studi che li porterà a diventare “grandi”? A questa giovane età gli studenti conoscono poco i percorsi formativi e difficilmente ri-conoscono le proprie passioni o i propri desideri, quelli che muoveranno le loro scelte felici nella vita.
Le linee guida in merito all’orientamento scolastico evidenziano l’esigenza di sostenere dei percorsi di orientamento formativo attraverso diverse attività, quali l’Expo scuola, gli stage presso le scuole o le scuole aperte, le fiere dell’orientamento, ecc. Vi sono anche alcune figure preposte, come ad esempio i tutor di orientamento, che spesso sono quei docenti di riferimento in grado di dare utili indicazioni sul percorso di studi ritenuto più adatto per lo studente.
L’indicazione del percorso di studi suggerita dalla scuola non sempre è rappresentativa dei sogni, dei reali interessi o delle motivazioni profonde dei ragazzi: coloro che hanno rendimenti scolastici in fascia media talvolta sono indecisi. Oppure chi a scuola non ci va volentieri, a causa dei risultati poco soddisfacenti, non sa proprio in che direzione proseguire gli studi. Mi riferisco ad esempio ai ragazzi, oggi sempre più, che presentano problematiche cognitive o disturbi specifici di apprendimento a cui sembra non resti altro da fare se non rassegnarsi (meglio se in castigo) ai loro grattacapi.
Il colloquio grafologico
Diviene importante dunque, al terzo anno della Secondaria di primo grado, accompagnare i ragazzi in un percorso di auto-orientamento che prevede la conoscenza di sé, delle proprie risorse e delle proprie fatiche. Tramite il colloquio grafologico si possono incrociare un po’ tutte queste esigenze: osservare gli interessi e le inclinazioni, ascoltare i desideri e i progetti e valorizzare le potenzialità e le attitudini. Inoltre si attua una mediazione tra i desideri dei ragazzi, gli orientamenti della famiglia e le opportune possibilità di realizzazione degli stessi, trovando un percorso di studi idoneo.
Molteplici sono infatti gli aspetti che possono emergere dal profilo grafologico di orientamento, come ad esempio il tipo di organizzazione e le priorità intellettive, le modalità di apprendimento, che vanno rispettate, l’attitudine o meno alla collaborazione, la resistenza e tenuta di fronte agli impegni assunti. Altre caratteristiche temperamentali quali la fiducia o sfiducia che sorregge l’operato, la capacità di controllo o l’influenzabilità, la sensibilità e l’emotività, influenzano la motivazione allo studio e la costanza di applicazione.
Aprire spazi dialogici in questo momento di passaggio, forse il primo che implica una scelta consapevole da parte dello studente, diventa una sorta di garanzia di impegno futuro.
Con l’aiuto del grafologo, lo studente sarà in grado fare un bilancio personale per conoscersi meglio e per formare progressivamente la propria identità, al di là del risultato scolastico.