Latte materno: ecco come cambia la sua composizione con la crescita del bambino

Dalla nascita al secondo anno di vita, ecco cosa assume il bambino quando viene nutrito (prevalentemente) al seno

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Redazione

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Pubblicato: 28 Luglio 2018 13:37Aggiornato: 28 Luglio 2018 13:37

Quando si allatta, specie se il bimbo è già grandino, ci si sente spesso ripetere che il proprio latte, ormai, “è acqua“. Ma è davvero così? La composizione del latte materno cambia col passare del tempo? E, se sì, come?

Prodotto già a partire dalle ultime settimane della gravidanza, il latte materno è un liquido vivo: è formulato appositamente per nutrire il neonato, per maturare e per modificarsi mano a mano che il bambino cresce e al variare dei suoi bisogni nutrizionali. Non è quindi mai uguale: durante la singola poppata, durante la giornata o durante i mesi, è in costante cambiamento.

Quando il piccolo nasce, la mamma produce il colostro: è un liquido giallastro, che il bimbo assume in piccole quantità e che è ricco di calorie sotto forma di proteine e di zuccheri. Le prime, anti-infettive e fondamentali per lo sviluppo del sistema digerente, sono di fondamentale importanza. Via via che passano i giorni, il latte materno si fa più maturo e chiaro: all’inizio di ogni poppata sarà trasparente, come fosse acqua, per poi – al termine – farsi bianco. Un cambiamento dovuto al variare della sua composizione che, prima zuccherina, finisce poi con l’essere ricca di grassi. Anche durante la giornata il latte cambia: trasparente la mattina, è bianco la sera.

Per i primi 6 mesi di vita del bambino, il latte della mamma contiene tutto quello che gli serve. Successivamente, il piccolo inizierà ad assumere anche altri alimenti, ma il latte lo accompagnerà almeno fino al compimento dell’anno. Perché? Perché contiene zuccheri, proteine, grassi, vitamine, sali minerali e tutta una serie di sostanze dalle funzioni specifiche: ci sono enzimi che permetto al bimbo di pre-digerire i grassi, agenti che lo proteggono da batteri, virus, parassiti e funghi, e poi molecole che – provenienti dal corpo della mamma – rendono quel latte specifico per il singolo lattante. E poi ovviamente c’è l’acqua, che ne occupa l’85%.

Non è quindi vero che, dopo il primo anno di vita del piccolo, il latte materno diventa acquoso: a partire dal 13° mese, il contenuto di proteine totali e di sostanze dalla funzione antibatterica (oligosaccaridi, immunoglobine di classe A, lisozima, lattoferrina) aumenta, mentre diminuiscono calcio e zinco. Non subiscono significative variazioni, invece, grassi, potassio, lattosio e ferro.