L’ultimo tabù: la depressione post partum paterna

La scienza conferma: la depressione post partum colpisce anche i papà. Ma se ne parla ancora troppo poco

Foto di DiLei

DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Pubblicato: 30 Agosto 2022 13:46

L’arrivo di un figlio rappresenta, con tutta probabilità, il cambiamento più importante e ingombrante nella vita della coppia e dei neo genitori. Ma oltre a quella felicità condivisa e individuale, molto spesso, le persone devono fare i conti con una nuova e inedita vulnerabilità emotiva.

Ma se ne parla troppo poco e questo accade sopratutto perché la società vuole che l’arrivo di un figlio sia sempre un lieto evento. Ecco che allora quello sconforto e quella paura di non farcela che arriva nelle prime settimane dopo il parto, e che gli esperti chiamano baby blues, può trasformarsi in qualcosa di molto più pericoloso e allarmante se non riconosciuto e affrontato: la depressione post-partum.

Per fortuna, oggi, le cose stanno cambiando e grazie a campagne di informazione e di sensibilizzazione, molte più donne riescono a riconoscere i segni di questa depressione, ma soprattutto a parlarne e a cercare un adeguato sostegno. Ma che dire, invece, dei papà?

Anche i papà soffrono di depressione post partum

Sul sito del Ministero della Salute, alla sezione Salute Donna, c’è una pagina informativa che sensibilizza le donne alla prevenzione e al trattamento della depressione post-partum. Un’iniziativa, questa, sicuramente nobile e necessaria considerando che, come affermato dallo stesso testo, questa depressione colpisce dal 7 al 12% delle neomamme seppur con diversi livelli di gravità.

Dati, questi che ci fanno riflettere sulle condizioni delle neomamme, ma che invece escludono la controparte maschile. Perché sì, anche i papà possono soffrire di depressione post partum. Anche loro possono essere agitati o sconfortati, preoccupati o ansiosi, esattamente come le mamme.

A confermarlo sono i diversi studi scientifici che negli ultimi anni hanno posto l’accento su un argomento che ancora oggi resta un tabù, e che invece deve essere scardinato e superato per garantire prevenzione e supporto anche ai neo papà.

I dati

Come abbiamo anticipato, sono molte le evidenze scientifiche che confermano che anche i papà soffrono di quella forma di depressione che spesso si manifesta nelle neo mamme. La Fondazione Umberto Veronesi, per esempio, ha raccolto alcuni studi internazionali sull’argomento.

Tra questi c’è quello condotto dall’Università di Canberra e pubblicata sul Journal of Affective Disorders che ha confermato che l’ansia relativa alla nascita di un bambino colpisce i papà, esattamente come le mamme. Ma a differenza della controparte femminile, lo stato di disagio degli uomini non viene raccontato e preso in considerazione.

Un altro studio, pubblicato sull’American Journal of men’s Health, e condotto su un campione di oltre 600 papà canadesi, ha rilevato che il 13% di questi ha mostrato nell’arco di due anni la presenza di sintomi depressivi.

Anche i ricercatori della USC, Università della California di Los Angeles in collaborazione con la Northwestern University, si sono occupati della depressione post partum paterna. Lo studio, pubblicato poi sulla rivista Hormones and Behavior, ha affermato che lo stress dei papà, dopo la nascita dei figli, è causato dall’aumento dei livelli di testosterone, che rischiano di compromettere il benessere e la serenità dell’uomo e anche quello della coppia.

La scienza, quindi, conferma l’esistenza della depressione post partum anche per i papà. Una condizione delicata, però, che deve far fronte a un altro problema, quello della poca informazione. L’invito, per superare questo tabù, si rivolge direttamente ai papà che si sentono inadeguati, spaventati o stressati: occorre parlarne per prevenire e intervenire.