Chi è Gilda Sportiello, la prima deputata ad allattare al Parlamento italiano

Deputata del M5S, Gilda Sportiello è la prima politica italiana ad aver allattato al seno il figlio all'interno della Camera dei Deputati

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Nicoletta Fersini

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Gilda Sportiello ha allattato il suo piccolo Federico in Parlamento. Un’immagine inedita per il nostro Paese dove più volte si era espressa la volontà di modificare il regolamento nel corso degli anni – anche l’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva avanzato la proposta – e, finalmente, ciò è stato possibile nel novembre 2022. La deputata del M5S ha fatto la storia, lanciando un importante messaggio per tutte le donne.

Chi è Gilda Sportiello, carriera e vita privata

Nata a Napoli nel 1987, Gilda Sportiello è balzata agli onori della cronaca per un evento che ha segnato la storia parlamentare d’Italia. La deputata del M5S ha fatto il suo ingresso in Aula con il piccolo Federico in braccio, per poi prender posto nell’emiciclo e allattarlo di fronte ai suoi colleghi. Un gesto che più naturale non si può, ma che in verità fino a pochi mesi fa sarebbe stato impossibile alla Camera dei Deputati.

Solo nel novembre 2022, infatti, il regolamento interno di Montecitorio è stato modificato. Se prima “Nessuna persona estranea alla Camera” poteva “sotto alcun pretesto, introdursi nell’Aula dove siedono i suoi membri”, inclusi i figli dei deputati, da quel momento la Giunta ha consentito alle deputate mamme di partecipare ai lavori della Camera insieme ai loro bambini, fino al compimento di un anno e previa richiesta.

La carriera politica della Sportiello è, però, antecedente a questo evento epocale. Nel 2018 è stata eletta nel collegio di Napoli tra le fila del Movimento 5 Stelle e sin da subito ha assunto alcuni ruoli importanti entrando a far parte della XII Commissione Affari Sociali e della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza. L’anno successivo è diventata parte attiva anche nella Commissione Parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni e dallo scorso 19 ottobre ha assunto il ruolo di Segretario della Camera.

Proprio in questo luogo ha segnato la storia e lo ha fatto tenendo in braccio il piccolo Federico, il suo primo e al momento unico figlio nato dall’amore con il compagno Riccardo Ricciardi, anch’egli deputato del M5S.

Donne e allattamento, il messaggio della Sportiello

Nelle ore successive alla seduta in Aula parlamentare, Gilda Sportiello ha voluto condividere un messaggio sul suo profilo Instagram. La deputata si è rivolta a tutte le donne, ma soprattutto a un sistema che ancora fatica ad accettare quanto dovrebbe esser considerato la normalità.

Che questa non sia l’eccezione – si legge nel suo post -. Che a nessuna madre venga vietato di poter allattare ovunque scelga di farlo. Che nessuna donna debba essere costretta a interrompere precocemente l’allattamento per rientrare a lavoro. Che i diritti vengano sempre garantiti e rispettati per tutti i bambini e le bambine, per tutte le famiglie. Tutte”.

E prosegue: “Oggi l’istituzione democratica più alta di questo paese dimostra che si può fare: ogni donna, che desideri farlo, può allattare sul proprio luogo di lavoro. Questa giornata non è certamente un punto di arrivo per le battaglie da condurre nel nostro Paese per vedere rispettati i diritti delle mamme, delle donne e dei bambini: questo è solo l’inizio”.

Da Licia Ronzulli a Carolina Bescansa, i precedenti in Aula

Il caso di Gilda Sportiello è il primo in Italia, ma non all’estero dove sono rimasti emblematici alcuni episodi che hanno dato uno scossone al “tabù” dell’allattamento e del ruolo delle madri in politica e sul lavoro. Impossibile dimenticare Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia eletta al Parlamento Europeo che, quando la sua piccola Vittoria aveva pochi mesi, portava con sé la figlia a Bruxelles in Aula durante ciascun dibattito.

Anche in Spagna la parlamentare di Podemos, Carolina Bescansa, nel 2016 ha fatto scalpore portando il suo bambino di pochi mesi in Aula durante la cerimonia di insediamento dei deputati in Parlamento. Ma uno dei primissimi casi è stato quello della deputata canadese Michelle Dockrill che nel lontano 1998 decise di portare in Aula il figlio Kenzie, di appena sette mesi, per non perdere una votazione importante.

Gesti dal grande valore politico e sociale, con l’intenzione di normalizzare qualcosa che dovrebbe essere ovvio: maternità e professione possono convivere. Ma la strada è ancora lunga per far sì che una mamma lavoratrice non ne senta sulle spalle il peso.