Valentina Petrillo, chi è la prima atleta transgender alle Paraolimpiadi

Una storia di lotta e di resilienza, per essere se stessa: chi è Valentina Petrillo, atleta transgender

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Giorgia Prina

Lifestyle Specialist

Web Content Creator e Internet addicted che ama la complessità del reale. La passione più grande? Sciogliere matasse con occhio critico e ironia.

Pubblicato: 22 Agosto 2024 14:37

Valentina Petrillo alle polemiche è (tristemente) abituata. Nella sua vita di barriere ne ha abbattute tante, a partire da quelle imposte in famiglia, nella società, e poi, nello sport. Lei è un’atleta transgender, specialista della velocità, e il suo sogno è essere come Mennea, correre. Dalla sua ha un primato, importante quanto pesante: è la prima donna transgender a partecipare a una competizione femminile paralimpica e la prima a partecipare alle Paraolimpiadi.

Chi è Valentina Petrillo

Valentina Petrillo è nata a Napoli, il 2 ottobre del 1973. “Mi sono approcciata all’atletica fin da piccola, avevo appena 7 anni”, ci ha raccontato in un’intervista. L’amore per lo sport non l’ha mai abbandonata. Vide Pietro Mennea vincere le Olimpiadi di Mosca nei 200 metri nel 1980 e da allora si innamorò dell’atletica leggera. “Lì è iniziato il mio sogno, emulare Pietro. Ma c’era un piccolo problema, che volevo farlo come donnama sono nata maschio“.

Una condizione che Valentina si è portata appresso per tutta la vita, digerendo molti bocconi amari, godendosi il percorso da campionessa solo a metà, senza riferimenti, nel mondo dello sporto come fuori da esso. Questo fino al 2018, quando decide di lasciare l’atletica: non si sentiva più di gareggiare nelle competizioni maschili. Vestiva panni che non erano i suoi, e disse “basta”.

Nel 2018 scelse infatti di intraprendere un percorso di terapia in un centro specializzato a Bologna. “Disforia di genere”, questa fu la diagnosi. Per stare meglio con se stessa iniziò le terapie ormonali, ma non poteva più fare sport. Ma il suo desiderio di gareggiare non se n’è mai andato e, mossa dall’amore per il suo sport, collaborò con gli studi sportivi circa le donne transgender, sempre in stretto contatto con i regolamenti, per lei e per le donne del futuro.

Valentina Petrillo alle Paraolimpiadi di Parigi 2024

Valentina Petrillo partecipa a competizioni di atletica leggera paralimpica in classe T12, nel gruppo Visually Impaires, poiché è ipovedente. “La mia corsa a Parigi 2024 porta tanti messaggi – ci ha detto un’intervista. L’importante è che si possa guardare alle persone transgender in maniera diversa. Abbiamo la grande possibilità di portare l’attenzione sul valore sportivo e non è poca cosa, visto che siamo sempre pesate del solito bollino, che vorrei che fosse finalmente eliminato dalle nostre vite, uscendo da quello che il mondo vorrebbe che noi fossimo”.

Le persone transgender sono state escluse dallo sport fino al 2002. In questo anno World Athletics (allora IAF) ha incluso le persone transgender posto che abbiano rettificato i documenti e fatto l’intervento chirurgico di cambio del sesso e abbiano due anni di terapia ormonale. Nel 2023 tutto questo ha subito un arresto. Nel 2023 alle persone transgender viene richiesto l’inizio della terapia ormonale entro il dodicesimo anno di età, quindi entro l’inizio dell’età puberale.

“Oggi spira un vento negativo nei nostri confronti, e questo fa male, anche gli attacchi di un mondo femminista estremista. Io sono convinta (e il mio posto a Parigi è già qualcosa di nuovo nel mondo dello sport) che le cose cambieranno e mi piacerebbe essere quel modello che è mancato a me. A Parigi 2024 vado con la consapevolezza che su 82 mila spettatori, 80 mila si chiederà perché gareggio con le donne”.