Storia di Sarah, la mamma che uccise chi abusò dei suoi figli

Per la prima volta, dopo 8 anni dall'omicidio, Sarah Sands e i suoi figli hanno raccontato in un'intervista degli abusi e dell'inferno vissuto a causa della pedofilia

La storia che vi raccontiamo oggi viene da lontano, e sembra uscita dai più spaventosi film dell’orrore, quelli in cui una mamma deve combattere per proteggere i suoi bambini. E magari si trattasse di una pellicola cinematografica da non far guardare mai ai propri figli, perché la storia di Sarah, e di quell’uomo che ha fatto sprofondare un’intera famiglia in un incubo senza fine, è reale.

Quello che è successo, Sarah Sands, l’ha raccontato insieme ai suoi figli per la prima volta dopo 8 anni in una intervista concessa a BBC News. Ha parlato della paura, del terrore e di un inferno terrestre che si è scatenato prepotentemente sulle loro vite con l’incontro con un pedofilo che ha abusato sessualmente dei suoi tre ragazzi quando erano ancora minorenni.

Ma ha parlato anche della tenacia e dell’amore, lo stesso che ha tenuto in piedi la famiglia nonostante le distanze, quelle che si sono create quando Sarah ha ucciso l’uomo che aveva violentato i suoi bambini. Questa è la sua storia.

Chi è Sarah Sands

Era già calato il sole, in quel quartiere nella zona est di Londra, quando nell’autunno del 2014 Sarah Sands si recava nei pressi dell’abitazione del suo vicino. Si trattava di Michael Pleasted, un 77enne che conosceva molto bene e con il quale aveva legato nei mesi precedenti. Ma quello che Sarah considerava un anziano e innocuo vicino, almeno all’inizio della conoscenza, era in realtà un pedofilo seriale.

Armata di un coltello, Sarah ha colpito Michael per otto volte. Le ferite inflitte, piuttosto gravi, hanno provocato la morte dell’uomo per dissanguamento. Perché la donna lo aveva ucciso? Diversamente da quanto si poteva immaginare, non si trattava di un gesto folle e premeditato, quanto più un’azione disperata per proteggere i suoi bambini.

Michael Pleasted, infatti, era già stato condannato per pedofilia, e altre denunce pendevano a suo carico. La legge vuole che in questi casi i nomi delle vittime di abusi sessuali non siano resi pubblici, almeno non durante il processo. Dopo anni, però, i nomi di quei minori sono stati diffusi, e tra questi c’erano anche i figli di Sarah Sands.

Michael Pleasted, il pedofilo della porta accanto

Per scoprire come Michael Pleasted sia riuscito ad abusare dei tre giovani figli di Sarah, dobbiamo fare un passo indietro nel tempo e tornare a quando l’uomo si era trasferito nel quartiere dove la famiglia Sands viveva, cambiando la sua identità. Nessuno, in quel quartiere a est di Londra, sapeva che Michael fosse un pedofilo, né tanto il suo atteggiamento poteva lasciare intuire che l’uomo rappresentasse un pericolo per tutti i ragazzi di Silvertown.

Mesi prima dell’omicidio, Sarah era spesso a casa di Michael. Si prendeva cura di lui come facevano tutti i suoi vicini, cucinando o facendogli compagnia. Anche i suoi figli, Bradley, e i gemelli Alfie e Reece, che all’epoca avevano rispettivamente 13 e 11 anni, iniziarono a frequentare la casa dell’uomo. Poco dopo però, i ragazzi smisero di farlo e solo dopo qualche settimana confessarono alla madre di essere stati abusati sessualmente da Michael Pleasted.

Pleasted fu così denunciato alla polizia, ma durante il processo per pedofilia gli era stato concesso di tornare nella sua casa, proprio di fronte all’abitazione dei Sands. Sarah, sconvolta e preoccupata del benessere dei suoi figli, scelse di trasferirsi momentaneamente a casa di sua madre.

Il pensiero di quell’uomo ancora a piede libero, però, aveva trasformato la quotidianità della famiglia Sands in un incubo senza un’apparente via d’uscita. Fu allora che Sarah scelse di affrontare il mostro per chiedergli di dichiararsi colpevole, e di evitare il processo ai suoi bambini. “Mi disse che i miei figli stavano mentendo” – ha raccontato la donna alla BBC. È stato allora che ha impugnato un coltello e ha iniziato a colpire Michael.

La gravità delle 8 ferite inflitte ha provocato la morte dell’uomo per dissanguamento. Sarah è stata arrestata, è stata lei stessa a costituirsi alla polizia subito dopo l’aggressione al carnefice dei suoi bambini, lo ha fatto perché ha scelto di assumersi la responsabilità delle sue azioni. La donna ha più volte dichiarato che non era sua intenzione uccidere Michael Pleasted, ma per la legge si è trattato di omicidio colposo. Ad aggravare la situazione c’è stata anche l’accusa di omissione di soccorso. Alla fine Sarah Sands ha trascorso sette anni e mezzo in carcere.

Sarah Sands è tornata a casa: ora è insieme ai suoi figli

Ho pensato che finalmente saremmo stati al sicuro” – ha dichiarato Bradley alla BBC – “Non posso negare di essermi sentito sollevato”. A fargli da eco anche Alfie e Reece: “La sua morte ci ha fatto sentire al sicuro. Potevamo camminare per strada senza avere paura di incontrarlo. Ma questo non ha fermato gli incubi”.

Dopo otto anni dalla violenza sessuale, i tre fratelli hanno parlato per la prima volta di quell’inferno che hanno attraversato e dei successivi anni senza Sarah. “Se non avessimo confessato gli abusi sessuali, avremmo potuto stare con nostra madre e saremmo andati a fare shopping, al cinema, facendo quello che fanno tutti gli adolescenti e tutte le famiglie”, ha ammesso Bradley raccontando di come è stato difficile crescere senza la loro mamma. Ma è il cuore ferito che parla, perché tutti e tre i ragazzi sanno bene quanto è importante che le vittime denuncino questi episodi, per fare giustizia, ma soprattutto per evitare che altre persone subiscano le medesime violenze.

Bradley, Alfie e Reece, che ora hanno rispettivamente 19 e 20 anni, si sono trasferiti a casa della nonna materna mentre Sarah Sands scontava la sua pena. Ora la donna è di nuovo a casa e i tre stanno lentamente ricostruendo il loro legame che, è evidente, non è stato scalfito né dal tempo né dalla distanza.

Sarah, che si è riappropriata della sua vita, ma che soprattutto ha rimesso insieme i pezzi di quella famiglia andata in frantumi, si dedica ogni giorno all’attivismo. Ha lanciato diverse campagne di sensibilizzazione affinché ci sia più controllo sui cambi di identità da parte dei pedofili e dei molestatori che utilizzano questi escamotage per continuare ad agire indisturbati, proprio come aveva fatto Michael Pleasted, il pedofilo della porta accanto.