I tradimenti, la scomparsa e la morte: l’omicidio di Melania Rea

Melania Rea è stata uccisa brutalmente nell'aprile del 2011. L'assassino, ora in carcere a scontare la pena, è Salvatore Parolisi: suo marito

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

È una giornata come le altre, a Teramo, quando una telefonata al centralino del 113 fa precipitare un Paese intero nell’angoscia e nel dramma. Un uomo, probabilmente del posto visto il suo accento marcato, sta allertando le forze dell’ordine: ha trovato un cadavere durante una passeggiata nel bosco, proprio lì a pochi chilometri di distanza dove qualche giorno prima è scomparsa una donna: Melania Rea.

A lanciare l’allarme, di quella strana e inaspettata sparizione, era stata la signora Flammini Giovanna, titolare di un locale situato a Colle San Marco. La donna aveva allertato le forze dell’ordine per conto di suo marito, che si era recato proprio in quel bar per cercare la moglie. Cosa era successo, lo aveva svelato poi lui direttamente alla polizia in ascolto dall’altra parte della cornetta. Salvatore Parolisi, militare in servizio al 235° RAV di Ascoli Piceno, aveva perso le tracce di sua moglie, dopo che la donna si era allontanata per andare in bagno dal luogo in cui stava trascorrendo la giornata insieme alla sua famiglia.

20 minuti di assenza erano bastati a far scattare l’allarme lanciato dal marito che dopo aver provato a telefonare a sua moglie senza ricevere alcuna risposta aveva deciso di chiedere aiuto. Le ricerche sono state così avviate come da protocollo e dopo due giorni, grazie anche alla telefonata anonima, le forze dell’ordine hanno risolto l’enigma che si trasforma subito in tragedia. Melania Rea era stata uccisa, accoltellata ferocemente con 35 colpi, abbandonata svestita in un bosco a pochi chilometri di distanza dal luogo della scomparsa.

L’omicidio di Melania

Il luogo indicato dalla telefonata anonima è quello di Ripe di Civitella. Quando le forze dell’ordine si recano sul posto non sanno che quella radura è già macchiata dal sangue di un omicidio tragico e apparentemente inspiegabile.

È il 20 aprile quando viene ritrovato il cadavere di un corpo straziato e deturpato. Oltre alle coltellate letali, infatti, l’assassino ha deciso di martoriare la pelle della donna già morta incidendo segni e simboli particolari. All’altezza del petto, invece, ha conficcato una siringa.

Dettagli, questi, che non sfuggono agli inquirenti che si trovano davanti a una vera scena dell’orrore. La donna, riversa nel suo stesso sangue, è stata lasciata seminuda. Si tratta, forse, di un’aggressione sessuale finita in tragedia? Un’ipotesi, questa, che non può essere esclusa, ma che comunque non spiega la ferocia inflitta ai danni della vittima.

Dopo poche ore, quel corpo senza vita che ha subito violenze e torture inspiegabili, viene identificato con quello di Melania Rea, la donna scomparsa qualche giorno prima e segnalata in quella particolare telefonata proveniente dal bar nei pressi del bosco.

A precipitarsi immediatamente sul luogo del crimine è il fratello di Melania per il riconoscimento, seguito poi da Salvatore Parolisi. L’uomo confessa alle autorità di conoscere bene quel posto, perché proprio lì aveva trascorso alcuni momenti in compagnia di sua moglie.

Nessuno, però, riesce a spiegarsi chi può avere ucciso Melania in una maniera così brutale. I Parolisi, infatti, non hanno “nemici”. Entrambi campani, si sono trasferiti a Folignano insieme alla loro bambina, Vittoria, quando l’uomo è entrato a far parte dei 235° RAV di Ascoli Piceno.

Nella ricostruzione del caso, le forze dell’ordine ascoltano più volte Salvatore Parolisi che mantiene sempre la stessa versione. I tre hanno deciso di trascorrere la giornata nelle campagne della zona, Melania si è poi allontanata per andare in bagno mentre Salvatore era rimasto con sua figlia nei pressi di un’altalena. Ma Melania da Vittoria non è più tornata. Qualcuno l’ha uccisa brutalmente: ma chi?

Chi ha ucciso Melania Rea?

Il corpo di Melania Rea viene ritrovato non lontano dal luogo della sparizione di qualche giorno prima, a pochi chilometri dall’area giochi per bambini. Qualcuno l’ha uccisa, provando prima a sgozzarla e poi scagliandosi su di lei con più di 30 coltellate. Ma l’omicida non si è limitato a questo: ha lasciato dei simboli sulla sua pelle, alcuni simili a svastiche, e ha conficcato una siringa nel suo petto.

Melania, inoltre, viene ritrovata svestita. Indizi, questi, che non possono essere ignorati e che portano verso le piste di un maniaco sessuale o di un tossicodipendente in cerca di soldi. Ma queste ipotesi non convincono gli inquirenti che, al contrario, pensano a un depistaggio.

La verità sembra lontana, ma non lo è poi molto. Le autorità, infatti, si lasciano la scena del crimine alle spalle per indagare direttamente tra le mura domestiche della famiglia Parolisi. Ed è proprio osservando i comportamenti di Salvatore che emergono tante, troppe contraddizioni, come quella di aver contattato l’amante quando Melania era stata data per scomparsa.

Un matrimonio fatto di bugie e tradimenti

I segreti, si sa, sono destinati a restare tali solo quando le persone li proteggono. Con la morte di Melania Rea, quelli di casa Parolisi sono emersi, uno dopo l’altro. Il quadro che si va delineando, durante le indagini, è quello di un matrimonio tutt’altro che felice, fatto di infedeltà, tradimenti e bugie.

È Melania a subire il contraccolpo emotivo quando scopre che Salvatore la tradisce con una sua allieva. Una verità, questa, che però non fa naufragare il matrimonio. La donna crede alle promesse del marito, quelle in cui giura di chiudere la relazione clandestina, e sceglie così di perdonare, anche e soprattutto in nome di quella famiglia che tanto ama.

Eppure, c’è qualcosa che non quadra. Le promesse di Parolisi non solo non vengono onorate, ma la sua preoccupazione più grande, dopo la scomparsa di sua moglie, è propria quella di contattare l’amante. Questa volta, però, per porre fine al loro rapporto clandestino.

Messaggi e chat di quei giorni, e dei mesi precedenti, vengono trovati dagli inquirenti. Le contraddizioni e i dubbi aumentano, perché se fuori Parolisi si mostra addolorato per la perdita di Melania, ha un comportamento completamente diverso nel privato.

L’evoluzione del caso, unito al desiderio di trovare l’assassino, fanno sì che l’omicidio di Melania Rea diventi di dominio pubblico. Anche Salvatore è spesso davanti alle telecamere e non risparmia interviste e ospitate televisive per ribadire tutto il suo dolore. Eppure, il profilo delineato dalle autorità, e dalle prove raccolte, non è quello di un marito amorevole e addolorato.

Il processo e la condanna

Inizia così il processo. Tanti i documenti analizzati, le versioni ascoltate e le parole ripetute. Eppure la mancanza dell’alibi, il contatto con l’amante subito dopo la scomparsa e la mancata ricerca di Melania, fanno pensare che l’assassino è proprio in casa. È suo marito Salvatore.

Il motivo c’è ed è piuttosto intuibile: la furia scaturita dall’ennesimo litigio a causa dei tradimenti di lui. Ma non solo, a quanto pare Melania avendo scoperto l’identità dell’ultima amante del marito, aveva minacciato di raccontare tutto mettendo così a repentaglio la sua carriera.

E alla fine, nel luglio del 2016, Salvatore Parolisi viene dichiarato colpevole e condannato a vent’anni di carcere per l’omicidio di sua moglie. Una sentenza, questa, confermata anche dalla Corte di Cassazione successivamente.

Salvatore Parolisi oggi

Dopo l’arresto, Salvatore Parolisi ha perso la patria potestà, e la piccola Vittoria è stata affidata alle cure della famiglia materna. L’uomo, che è recluso all’interno del carcere di Bollate, ha già scontato 12 anni di pena.

In occasione di un permesso giornaliero, il primo dopo anni, Salvatore Parolisi è tornato a parlare in tv concedendo un’intervista esclusiva a Chi l’ha visto, programma che, tra i tanti, ha trattato il caso dell’omicidio di Melania Rea. “Ho tradito Melania più volte” – ha dichiarato l’uomo davanti alle telecamere – “Ma non l’ho uccisa”.