Mata Hari è diventata un simbolo di fascino femminile capace di soggiogare e raggirare chiunque le sia stato intorno. Nell’immaginario comune, a livello mondiale, questa donna non è stata solo un’ammaliante danzatrice ma l’esempio più chiaro della Femme Fatale della Belle Epoque. Con le sue movenze lente e voluttuose e il suo profumo è stata capace di rapire le menti dei suoi spettatori e carpire da loro i più intimi e importanti segreti. Non solo gli uomini cadevano ai suoi piedi, ma anche la stampa l’adorava tanto che il suo nome esotico, Mata Hari, ha risuonato nel corso della sua vita in tutta Parigi e ancora oggi viene usato per descrivere una donna ammaliatrice. Vissuta nel periodo della Prima Guerra Mondiale, è diventata una spia e anche una contro spia, provando a portare a termine un doppio gioco fin troppo pericoloso per lei, che l’ha condotta alla morte. Cosa sapere su Mata Hari.
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Chi era Mata Hari
Il vero nome di Mata Hari era Margaretha Geertruida Zelle. La donna nasce a Leeuwarden, nel nord dei Paesi Bassi, il 7 agosto del 1876 in una famiglia agiata. Il padre ha un negozio di cappelli ed è proprietario di un mulino e di una fattoria. Margaretha cresce in un antico e bel palazzo nel centro della sua città, bambina viziata e unica femmina di quattro fratelli. Ragazzina vanitosa, altera e molto propensa a inventare o colorire storie, sin da piccola si distingue per un’innata tendenza alla teatralità. All’età di 13 anni, però, la famiglia perde tute le ricchezze a causa della bancarotta del padre che nel frattempo li aveva abbandonati.
Intanto la fisicità di Margaretha comincia a farsi notare, in particolare per la diversità rispetto alla maggior parte dei suoi coetanei. Tra i tanti ragazzini olandesi biondi e con gli occhi azzurri, lei è l’unica dalla pelle olivastra con occhi neri e capelli scuri. Nel 1891 la madre di Mata Hari muore e l’adolescente cresce a Sneek con il padrino che la fa studiare da maestra d’asilo in una scuola di Lleida. Nel 1895, all’età di 19 anni, la giovane risponde a un annuncio di un ufficiale in cerca di moglie e sposa così il capitano Rudolph Mac Leod andando a vivere ad Amsterdam.
Il periodo indonesiano di Mata Hari
Nel 1897 Margaretha ha un figlio che chiama Norman John come il nonno paterno. A maggio dello stesso anno la famiglia di imbarca per Giava, in Indonesia, dove il capitano riprende servizio in un villaggio nel centro dell’isola. L’anno dopo nasce Jeanne Louise, chiamata con il vezzeggiativo Non, dal malese nonah (piccola). La vita di Mata Hari in Indonesia non è semplice sia per la durezza dei villaggi, molto diversi dagli agi delle città moderne europee, sia per i continui litigi con il marito, di quasi venti anni più vecchio di lei, geloso e incline all’alcool. In Asia comunque impara la lingua malese dalla quale deriverà il suo soprannome “Mata Hari” e i balli esotici con i quali poi conquisterà l’Europa.
A Sumatra, come moglie del capitano, ha il compito di fare gli onori di casa agli altri ufficiali che, con le loro famiglie, frequentano la sua casa e conosce i notabili del luogo. È proprio uno di questi a farla assistere per la prima volta a una danza locale, all’interno di un tempio. Margaretha resta affascinata dalla novità esotica delle musiche e delle movenze e prova così a imitarle. Nel 1899 il primogenito Norman muore forse avvelenato dalla domestica che sarebbe stata spinta dal marito, un subalterno del maggiore Mac Leod in cerca di vendetta per una punizione subita. Oltre a questa tragedia, Margaretha si ammala di tifo e, quando il marito si dimette dall’esercito per aver maturato la pensione, lo convince a tornare nei Paesi Bassi.
Il successo a Parigi
Nel 1902 Margaretha torna a vivere per qualche mese con il marito ad Amsterdam, poi l’uomo la lascia portando con sé la figlia e lei chiede la separazione. Nel 1903 decide di tentare l’avventura a Parigi dove cerca di mantenersi come modella di un pittore e prova a lavorare in teatro ma le audizioni sono un fallimento. Dopo un breve periodo di ritorno nei Paesi Bassi, nel 1904 è nuovamente a Parigi dove diventa l’amante del barone Henri de Marguerie. Viene presa a lavorare come amazzone nel circo del signor Molier e una sera, durante una festa in casa dell’uomo, si esibisce in una specie di danza giavanese da lei inventata. La sua danza, spiega Margaretha, è quella delle sacerdotesse del dio orientale Shiva, che mimano un approccio amoroso verso la divinità, fino a spogliarsi, un velo dopo l’altro, del tutto, o quasi.
Il successo della sua prima esibizione è tale che comincia a esibirsi in altre case private e la sua fama di “danzatrice venuta dall’Oriente” si espande in tutta Parigi. L’idea di cambiare il nome della ballerina con uno un po’ più esotico è di monsieur Guimet, industriale e collezionista di oggetti d’arte orientali, che le propone di esibirsi in place de Jéna. Proprio Guimet sceglie il nome, d’origine malese, di Mata Hari, letteralmente “Occhio dell’Alba” e quindi “Sole”.
Dalle case private passa a lavorare nei locali più prestigiosi della capitale francese come Theatre Marigny, Trocadéro, Café des Nations. Mata Hari appare vestita di soli veli traslucidi dei quali si libera uno alla volta fino a rimanere nuda adornata solo dai gioielli orientali. Per rendere più misteriosa la sua storia comincia a costruire castelli di bugie raccontando di essere nata a Giava, e d essere entrata a rischio della vita nei templi segreti dell’India dove aveva appreso le danze sacre. A un cronista curioso dice, mentendo, che “sull’altare di granito violaceo del tempio di Kandaswamy, all’età di 13 anni, danzai per la prima volta, completamente nuda”.
Il mix di esotismo, erotismo e novità rendono il nome di Mata Hari famoso anche oltre i confini francesi, tutti gli uomini le cadono ai piedi e la stampa l’acclama come “artista sublime” o colei che “riesce a dare il senso più profondo e struggente dell’anima indiana”. Sempre bisognosa dei riflettori puntati, incoraggia i pettegolezzi che la descrivono come esperta di afrodisiaci, di filtri d’amore e dei 64 riti lussuriosi in uso nei templi indù. Solo a una cerchia selezionata di ricchi e potenti amanti riserva le sue “esibizioni particolari”.
Da danzatrice e cortigiana a spia
Con la fine della Bella Epoque e l’inizio della Prima Guerra Mondiale, i riflettori e le luci dei teatri parigini cominciano a spegnersi e a Mata Hari restano solo le esibizioni nelle alcove. Nel 1916, tra una stanza da letto e l’altra, è il ministro tedesco degli Affari esteri Gottlieb von Jagow a offrirle una occupazione affascinante e redditizia: la spia. Margaretha, sempre a caccia di soldi e d’avventura, accetta e diventa l’agente H21 con il compito di irretire e far parlare gli amanti chiacchieroni.
Vistosa e abituata alle attenzioni degli uomini, Mata Hari non si accorge che Georges Ladoux, a capo del neonato Deuxième Bureau (l’unità di controspionaggio) del ministero della guerra, aveva ordinato ai suoi agenti di pedinarla, controllarle la corrispondenza e ascoltare le sue conversazioni telefoniche. Ladoux la fa convocare nel suo ufficio e le fa la controproposta: lavorare per i francesi. La danzatrice accetta ancora e finisce in un oscuro doppio gioco di spionaggio internazionale nel quale non riesce a stare a galla.
Il 13 febbraio 1917 viene arrestata e scortata nel carcere parigino di Saint-Lazare. I tedeschi avevano bruciato la sua identità segreta inviando a Berlino un telegramma, in un codice già decifrato dai francesi e ovviamente intercettato, che rivelava stranamente innumerevoli dettagli sull’agente H21. È la prova che inchioda Mata Hari, che in prigione diventa la detenuta numero 72144625. Processata il 24 luglio la giuria stabilisce che Mata Hari ha tradito la terra che le aveva dato il successo e la condanna a morte per fucilazione. Il 15 ottobre 1917 la danzatrice spia viene uccisa, dei tre colpi andati a segno, uno le centra il cuore.
Curiosità su Mata Hari
Sembra che Mata Hari avesse ricevuto eccessive attenzioni fin dall’adolescenza. Lo zio con cui viveva a Sneek l’avrebbe mandata da un altro parente a L’Aia a causa delle molestie del direttore della scuola che la ragazza frequentava. Si natta che nel primo periodo parigino sia arrivata a prostituirsi per sopravvivere. Riguardo alla sua danza che prevedeva che Mata Hari rimanesse completamente nuda, in realtà la donna non ha mai mostrato il seno perché se ne vergognava. Alla stampa raccontò che l’ex marito, in un impeto di gelosia, le staccò i capezzoli a morsi, ma era una bugia.