Laura Betti: la storia di una musa italiana

Attrice, cantante, regista: Laura Betti è stata una grandissima interprete, amica e musa di Pasolini

Foto di Virginia Leoni

Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Pubblicato: 28 Giugno 2023 14:08

Attrice, regista, cantante. Musa. Laura Betti ha attraversato il Novecento e la storia dello spettacolo italiano lasciando una scia artistica che non si è ancora affievolita e non lo farà mai. Proprio come solo una delle sue interpreti più straordinarie e indimenticabili può fare. Ha lavorato con i migliori e, tra questi, c’era colui del quale è diventata grandissima amica e ispiratrice: Pier Paolo Pasolini.

All’anagrafe Laura Trombetti, ha trascorso gran parte della sua vita sotto le luci dei riflettori, dedicandosi alla recitazione, alla musica e alla regia, dimostrando un talento raro e trasversale che andava dall’interpretazione al canto. Ha dedicato tantissimo impegno anche alla memoria di Pier Paolo Pasolini dirigendo l’omonimo Fondo e incentrando proprio su di lui il suo ultimo lavoro come regista.

Laura Betti, artista a tutto tondo

La voce inconfondibile. E poi la presenza scenica, la capacità di adattarsi ai ruoli, di immergersi nelle storie. Laura Betti è stata un’interprete eccezionale e, nel corso della sua vita, ha incrociato le carriere di tantissimi artisti di grosso calibro.

È stata amica e musa di Pier Paolo Pasolini, ha lavorato con i migliori in ogni campo e ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi.

Nata nel 1927 in provincia di Bologna (è morta nel 2004) ha esordito come cantante, dando il via a una carriera ricca che poi è approdata in teatro e nel cinema. E proprio lì ha debuttato nel 1956, le prime parti di rilievo sono datate 1960 quando ha recitato – ad esempio – in Era a notte a Roma di Roberto Rosellini e in La dolce vita di Federico Fellini. E poi Pasolini con cui ha lavorato per 12 anni, fino alla morte di lui.

Non ha mai smesso di recitare Laura, lo ha fatto sotto la regia di Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci (in Novecento dove ha portato in scena una delle cattive più indimenticabili: Regina), Mario Monicelli, Francesca Archibugi e Michele Placido, solo per citarne qualcuno.

Nella sua lunga carriera non sono mancati i premi: dalla Coppa Volpi a Venezia al Ciack d’oro, fino alle tantissime candidature al Nastro d’Argento.

Cantante, attrice al cinema, a teatro in televisione, regista, doppiatrice: Laura Betti ha lasciato una grandissima eredità artistica e ha contribuito a mantenere viva quella del suo grande amico, Pier Paolo Pasolini di cui è stata la musa, restituendo agli spettatori alcune opere indimenticabili.

Musa e amica di Pasolini

Un sodalizio artistico e un legame profondo: Laura Betti è stata musa e amica di Pier Paolo Pasolini che, come molti altri artisti dell’epoca, frequentava la casa dell’attrice a Roma. Da La ricotta, episodio di Ro.Go.Pa.G. del 1963, a I racconti di Canterbury, del 1972, passando per La terra vista dalla luna, episodio Le streghe del 1967, Edipo re, 1967, Che cosa sono le nuvole?, episodio di Capriccio all’italiana 1968, Teorema del 1968 e Porcile del 1969, Laura Betti ha lavorato moltissimo con il poeta, scrittore e regista morto nel 1975, intrecciando la sua carriera alla sua.

Ma è stata anche una sua amica, nel senso più profondo e vero del termine. Basti pensare che nel 1983 è stata ideatrice e direttrice del Fondo Pier Paolo Pasolini, mentre nel 2003 ha dato vita – nella biblioteca della Cineteca di Bologna – al Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini. Lì ha trasferito tutta la documentazione che prima di trovava a Roma nel fondo.

Un sodalizio artistico perfetto da cui entrambi hanno tratto il meglio, basti pensare che è proprio con il ruolo di Emilia in Teorema che Laura vince la Coppa Volpi a Venezia nel 1968. Un’amicizia e un affetto che lei ha continuato a nutrire nel tempo, anche dopo la morte di Pasolini, celebrandone il talento artistico grazie alla cura della documentazione su di lui. Ma non solo: ha anche diretto insieme a Paolo Costella (per lei è stata la seconda e ultima prova dietro la macchina da presa) Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno, un documentario uscito nel 2001 che celebra l’artista e l’uomo.