Felpa oversize sui mezzi pubblici: non è una tendenza, ma sopravvivenza

Arriva da New York la "tendenza" di indossare felpe e maglie oversize su tram e metropolitane. Lo fanno le ragazze e le donne, lo fanno per non essere "guardate"

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Basta un rapido accesso ai social network, tra i quali spiccano Instagram e TikTok, per avere una panoramica sulle tendenze del momento. Tra tutte, è impossibile non notare quella che arriva da New York, e che si è rapidamente diffusa in tutto il mondo, che prevede di indossare sopra i propri capi d’abbigliamento una felpa, una giacca o una maglia oversize.

Non che sia una novità in senso assoluto quella di prediligere i capi extralarge che sono comodi, pratici e confortevoli. La curiosità è che questi vengono sfoggiati solo in determinate occasioni e cioè quando si sale sui mezzi pubblici. Il motivo è presto svelato: non si tratta di un trend ma di un vero e proprio strumento di sopravvivenza accolto tra le giovanissime che non vogliono attirare gli sguardi indiscreti, soprattuto quando sono da sole.

Insomma, è la storia più vecchia del mondo, quella che stiamo provando a cambiare da secoli. Il modo in cui ci vestiamo, secondo alcuni, non solo definisce chi siamo, ma dà automaticamente il diritto alle persone di guardarci, anche in maniera insistente, o peggio di molestarci. E no, non è così che deve andare. Ma dove non arriva ancora la cultura del rispetto, ancora, allora ci pensano le stesse donne a proteggersi, e lo fanno così.

Un capo oversize per proteggersi dalle molestie

È una vera e propria iniziativa che si sta diffondendo in maniera capillare, e che sta trovando il consenso di molte, soprattutto tra le giovanissime. Funziona così: si sceglie dall’armadio, dal proprio o da quello del partner o di un amico, un capo extra large – che sia una maglia, una felpa o una giacca – capace di coprire il look scelto, le eventuali scollature o le lunghezze mini. Lo si indossa prima di salire sugli autobus, sulle metropolitane e sui tram e lo si tiene per tutta la durata del viaggio, fino alla destinazione di arrivo. Allora poi sì, che sentendosi al sicuro, si può svelare il proprio outfit.

Questa scelta, abbracciata già da moltissime ragazze, diventa un vero e proprio strumento di sicurezza per proteggersi dalle molestie in pubblico e dagli sguardi indesiderati. Una sconfitta? Forse, ma finché le donne non si sentiranno al sicuro di girare da sole di notte, o di salire su un mezzo pubblico abbigliate come preferiscono, toccherà a noi trovare una soluzione proprio come quella proposta sui social network.

Una questione di sopravvivenza

Sono molti i consigli di “sopravvivenza” che arrivano dai social network e che su questi si diffondono attraverso condivisioni e commenti. E se da una parte è triste vedere che le soluzioni, seppur poco piacevoli e svilenti per una donna, arrivano proprio dalla controparte femminile, dall’altra non possiamo che notare con piacere che il web sta diventando un luogo di consapevolezza e diffusione di una cultura che abbiamo il dovere di perpetuare: quella del rispetto verso le donne.

Informare, educare, condividere: è questa la direzione da intraprendere affinché le donne non siano più nel mirino di chi crede di avere il diritto di scegliere per noi. Del resto i fatti di cronaca ci confermano che ancora tante, troppe donne, sono vittime di molestie, abusi e soprusi. E la paura, per il presente e il futuro, è tanta.

In Italia, per esempio, le donne non si sentono al sicuro: una su due ha paura di uscire quando il sole tramonta senza la compagnia di qualcuno. A confermarlo è stato il recente rapporto ISTAT sul Benessere Equo e Sostenibile in Italia. E no, non è così che dovrebbe essere. Così come nessuna di noi dovrebbe rinunciare a un abito scollato o più corto per paura di ritrovarsi in situazioni tutt’altro che piacevoli. Ma finché le cose non cambieranno, allora, toccherà a noi “sopravvivere”.