Chi sono i lanzichenecchi di cui parla Alain Elkann

L'articolo di Alain Elkan su Repubblica suscita polemiche per l’uso di "lanzichenecchi" per descrivere giovani ribelli. Ecco chi erano davvero queste truppe mercenarie.

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Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Il mondo dei lanzichenecchi, noti per la loro “brutalità” e “ferocia”, è tornato di attualità grazie a un articolo controverso scritto da Alain Elkan. Lo scrittore e giornalista italiano decide di raccontare la sua recente esperienza su un treno per Foggia. Qui incontra un gruppo di giovani che lo hanno sorpreso e sconcertato per il loro comportamento e atteggiamento nei confronti della cultura tradizionale. Ecco infatti che il pezzo da lui scritto, intitolato “Sul treno per Foggia con i giovani lanzichenecchi”, ha suscitato diverse reazioni, spingendo a riflettere sul significato e l’eredità di questo termine storico. Ma chi erano davvero i lanzichenecchi e perché il loro nome è ancora rilevante ai giorni nostri?

Il tanto discusso articolo di Alain Elkan

Alain Elkan, noto scrittore e padre di Lapo Elkann, Ginevra ma anche di John Elkann, editore del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, ha scritto un articolo che ha suscitato molte discussioni e polemiche. Nel pezzo, pubblicato su Repubblica, Elkan racconta di essere salito su un treno Italo, da Roma a Foggia, dove si è ritrovato accanto a un gruppo di giovani descritti appunto come”lanzichenecchi”. Questi giovani, “indifferenti alla sua presenza”, indossavano abbigliamento casual e tatuaggi, comunicando principalmente attraverso gli smartphone e mostrando un atteggiamento ribelle e sfrontato.

L’articolo di Elkan ha provocato molte critiche per la sua prosa, giudicata paternalistica e moralista. Alcuni hanno interpretato il suo racconto come una riflessione sulla frattura generazionale e sulla mancanza di interesse dei giovani nei confronti della cultura tradizionale e dell’alta cultura, rappresentata da Elkan stesso con i suoi giornali in lingua inglese e la lettura di Proust.

Chi sono i Lanzichenecchi

Per comprendere appieno il significato e il contesto del termine “lanzichenecchi”, è necessario tornare indietro nel tempo e immergersi nella storia europea del XVI secolo. I lanzichenecchi erano truppe mercenarie di fanteria originarie del Sacro Romano Impero, e il loro nome deriva dal termine tedesco Landsknecht, che significa “servo della terra”. Questi mercenari venivano spesso reclutati tra i figli cadetti delle famiglie contadine, evitando così di diventare servi della gleba.

La fama dei lanzichenecchi nella storia è legata alla loro partecipazione a importanti battaglie e conquiste militari dell’epoca. Essi furono coinvolti in scontri come la Battaglia di Marignano e la Battaglia della Bicocca nel 1500, oltre a partecipare alle battaglie di Pavia e di Calliano. Ma l’evento più infame che li ha resi tristemente noti è il Sacco di Roma del 1527, durante il quale si macchiarono di saccheggi e atti di estrema violenza contro la popolazione e le istituzioni cittadine.

Il loro stile di combattimento era caratterizzato da una mischia caotica e violenta, rendendoli temuti e rispettati per la loro ferocia in campo di battaglia. Tuttavia, non erano solo soldati temibili, ma anche portatori di malattie, come la peste, che diffondevano nei territori che attraversavano.

La brutalità e la ferocia dei lanzichenecchi ha contribuito a costruire una reputazione negativa che ha resistito nel tempo, e la loro figura è stata citata in opere letterarie come “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. Il loro nome è diventato un simbolo di violenza e di comportamento selvaggio, che spesso viene utilizzato per descrivere gruppi o individui che si comportano in modo aggressivo o brutale.

Perché Alain Elkan ha parlato di “Lanzichenecchi”

Tornando all’articolo di Alain Elkan, la sua scelta di utilizzare il termine “lanzichenecchi” per descrivere il gruppo di giovani incontrati sul treno è stata interpretata come un richiamo a questa reputazione negativa. L’autore sembra vedere in questi giovani un’indifferenza nei confronti della cultura tradizionale e della conoscenza, preferendo il mondo digitale e un linguaggio poco forbito. Tuttavia, alcune critiche hanno sottolineato che l’uso del termine potrebbe essere eccessivamente giudicante e paternalistico, considerando il contesto storico e il significato originale dei lanzichenecchi.