Una condanna a 10 anni per aver hackerato il sistema informatico del Consiglio Nazionale di Giustizia: con questa accusa in tasca l’ex deputata brasiliana Carla Zambelli è arrivata in Italia, atterrando all’aeroporto di Roma.
Partita dagli Stati Uniti, la deputata è membro del partito di destra dell’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ed è attualmente ricercata dall’Interpol, ovvero l’Organizzazione Internazionale della Polizia Criminale. È stata la stessa Zambelli ad aver dichiarato alla Cnn Brasile di essere arrivata a Roma. La situazione però è decisamente delicata e si rischia che diventi velocemente un caso politico non da poco.
Carla Zambelli, chi è la deputata del partito di Bolsonaro
Carla Zambelli Salgado de Oliveira: questo è il nome completo dell’ex deputata brasiliana che rischia di far scoppiare un caso politico nel nostro Paese. Nata il 3 luglio 1980 a Ribeirão Preto, è una politica di orientamento conservatore nota per il suo attivismo e la sua vicinanza all’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro.
Dopo una carriera come project manager, la Zambelli ha acquisito notorietà fondando il movimento Nas Ruas, molto attivo nelle manifestazioni per l’impeachment di Dilma Rousseff. Nel 2018 la politica è stata eletta deputata federale per il Partito Social Liberale (PSL) e rieletta nel 2022 con il Partito Liberale (PL), risultando la seconda più votata nello stato di San Paolo.
La sua carriera politica è stata segnata da diverse controversie. Ad esempio, nel 2022, alla vigilia del secondo turno elettorale, la Zambelli è stata filmata mentre inseguiva un uomo armata di pistola, episodio che ha portato a un’indagine per porto illegale d’armi e costrizione illegale. Successivamente, nel 2023, la deputata è stata coinvolta in un attacco informatico al sistema del Consiglio Nazionale di Giustizia (CNJ), che ha incluso l’emissione di un falso mandato di arresto contro un giudice della Corte Suprema.
E proprio quest’anno, nel mese di maggio, la Corte Suprema del Brasile l’ha condannata a dieci anni di reclusione e alla perdita del mandato parlamentare. Per questo, pochi giorni dopo aver ricevuto la sentenza, la Zambelli ha lasciato il Brasile con la scusa di cercare cure mediche in Europa dove possiede la cittadinanza italiana, diventando di fatto una ricercata a livello internazionale.
Ora è la stessa deputata ad aver ammesso di essere arrivata in Italia e la notizia ha naturalmente allertato tutti gli organi competenti.
Carla Zambelli come Almasri? Il deputata Bonelli lancia l’allarme
Secondo quanto si è appreso nelle ultime ore, la deputata brasiliana potrebbe essersi già spostata da Roma nel Veneto: alcune fonti riportano una dichiarazione del deputato Bonelli il quale avrebbe dichiarato “Avverto il governo: non può ripetersi quanto accaduto con il libico Almasri”.
Il caso di Najeem Osama Almasri ha suscitato infatti un acceso dibattito internazionale: ex capo della polizia giudiziaria libica e leader del gruppo paramilitare Rada, Almasri è stato accusato dalla Corte Penale Internazionale (CPI) di crimini di guerra e contro l’umanità. Nel gennaio di quest’anno il libico è stato arrestato a Torino dopo aver assistito a una partita di calcio, ma la Corte d’Appello di Roma ha ordinato la sua liberazione, citando un vizio procedurale.
Ovviamente la sua liberazione ha scatenato critiche e polemiche, sollevando anche importanti interrogativi sulla cooperazione internazionale in materia di giustizia. Dunque Bonelli, e con lui altri esponenti politici, temono che con la deputata Zambelli possa ripetersi lo stesso copione. Al momento la deputata però è stata inserita dall’Interpol nella lista rossa dei ricercati a livello internazionale, dunque la ricerca continua ed è più attiva che mai.
L’ordine di arresto nei confronti della Zambelli è stato emanato dalla Corte Suprema dopo che la deputata ha espresso la volontà di lasciare il Brasile, fuggendo in Florida. Per il giudice della Corte Suprema questa fuga è stata chiaramente un tentativo di eludere la giustizia brasiliana. Mentre la ricerca continua, è stato predisposto il blocco dei suoi conti bancari e profili social.