La Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, tempio internazionale della cultura e della memoria artistica, ospita Art Crimes, mostra inedita e installazione site-specific di Angelo Accardi, artista italiano di respiro internazionale, tra i massimi esponenti del Pop Surrealismo.
Art Crimes, il Pop Surrealismo di Angelo Accardi
Fino 28 aprile 2025, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano ospita Art Crimes a cura di Nino Florenzano, mostra inedita e installazione site-specific di Angelo Accardi, tra i massimi esponenti del Pop Surrealismo.
È qui che, nella stessa Sala del Foro Romano che nel 2019 ha ospitato l’Estasi di Marina Abramovic, l’artista propone un rinnovato dialogo tra la tradizione rinascimentale e i linguaggi contemporanei con una mostra inclusiva che supera le gerarchie tra cultura alta e cultura pop, composta interamente da opere inedite.
Con questa mostra Accardi si misura con uno dei capolavori assoluti della storia dell’arte occidentale: il cartone preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello. Un codice sorgente visivo, conservato in uno dei templi della cultura italiana, che diventa il punto di partenza per un’indagine contemporanea sul concetto di originalità e appropriazione. Accardi, decide così di “saccheggiare” il cartone preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello e restituirlo al visitatore attraverso la lente deformante e il linguaggio irriverente del pop surrealismo.
Da qui nasce Art Crimes, un cortocircuito visivo e concettuale, che si sviluppa attraverso cinque tele di grande formato, video, statue ed oggetti di design firmati da Luxy e Gabriel, che dialogano con l’architettura e la storia dell’Ambrosiana, in un continuo slittamento tra tempi, stili e linguaggi.
La mostra di Angelo Accardi, gioco colto e provocatorio di reinvenzione
Nella mostra Accardi sovverte la composizione originale di Raffaello per costruire un nuovo pantheon in cui Platone dialoga con Duchamp, Aristotele con Dalì, e Michelangelo (escluso dall’opera originaria). La Scuola di Atene si apre così a nuovi ingressi: Bacon, Warhol, Picasso, Velázquez, Cattelan, ma anche Steve Jobs e – protagonista inquieto e destabilizzante – l’intelligenza artificiale.
Figura spiazzante e perfettamente contemporanea, l’AI viene messa a confronto con Socrate, simbolo per eccellenza del sapere umano, in un dialogo inedito. Ma, a differenza del filosofo, l’AI non pensa, non conosce: apprende, rielabora, restituisce. È un’intelligenza che non ha coscienza né intuizione, eppure è sempre più presente nei processi creativi e nel mercato dell’arte, fino a diventare oggetto e soggetto di riflessione estetica.
Guidati dall’ispettore Clouseau e dalla Pantera Rosa – simboli pop di furti impossibili e verità elusive – i visitatori percorrono un’indagine straniante, dove le gerarchie tra cultura alta e cultura pop si dissolvono. Dal Rinascimento alla crypto art, passando per il ready made e il citazionismo, l’artista attraversa archivi visivi per decostruirli e restituirli in nuove forme.

“Art Crimes è un’indagine visiva sul furto intellettuale nell’arte”, spiega il curatore Nino Florenzano. “Ogni opera nasce da un’altra: l’arte è un dialogo senza tempo, in cui i confini tra ispirazione, omaggio e appropriazione si dissolvono. (…) Socrate, immerso nel dialogo con l’Intelligenza Artificiale, si confronta con un sapere che non pensa, ma apprende e rielabora, un riflesso del passato trasformato in algoritmo. Questi furti sono atti di creazione, dove ogni nuova visione si costruisce su quella precedente, lasciando Clouseau a inseguire un enigma che non avrà mai fine”.