Londra al femminile, l’unico libro che vi farà vivere una vera esperienza magica

"Londra al femminile", una guida di viaggio speciale di Elisa B. Pasino che ci racconta come è nato il suo libro e perché è imperdibile

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Vi ricordate della graziosa libreria blu in cui Julia Roberts e Hugh Grant s’innamorano in Notting Hill o gli infiniti tetti dove si può ballare in Mary Poppins o ancora le atmosfere notturne e ricche di magia di Harry Potter?

Solo a Londra si possono fare queste esperienze incredibili e se poi il viaggio lo fate da sola, senza il vostro partner, e magari in compagnia di qualche amica, dovete mettere in valigia la guida, scritta da Elisa B. PasinoLondra al femminile.

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Giornalista, esperta in comunicazione, Elisa B. Pasino è specializzata in guide di viaggio molto particolari, perché sono rivolte al mondo femminile, con spunti unici e originali per vivere in modo differente città, ricche di storia, arte e realtà speciali.

Londra al femminile, perché una guida di viaggio per donne?
Il mio libro fa parte della collana “al femminile” di Morellini Editore, per la quale ho scritto anche Parigi al femminile, uscito nel 2022, e “New York al femminile” di cui uscirà la nuova edizione aggiornata e ampliata il prossimo autunno. Seguo poi da anni la tematica dei viaggi al femminile, per cui ho trovato che mi calzasse, infatti per lo stesso editore ho anche pubblicato una guida di indicazioni e suggestioni di viaggio per donne, “Prête-à-partir. Tutti i consigli per la viaggiatrice perfetta”.

Quali sono le novità dell’edizione 2024 della sua guida?
Stiamo andando a visitare la Londra post Brexit e post pandemia che di certo ha cambiato non solo la città, ma anche i rapporti che noi intrattenevamo con essa. Per cui ci sono molte informazioni aggiornate che spesso vengono un po’ disperse o proprio perché è faticoso raccoglierle e scriverle in modo chiaro e ordinato non si trovano mai disposte in modo comodo, vorrei sempre che le mie guide fossero utili, oltre che d’ispirazione. Ho rivisto tutta la parte dei locali e dei negozi che, come è accaduto anche da noi, negli ultimi anni hanno chiuso, si sono modificati. Ho aggiunto qualche nuovo quartiere dove si è allargata la città. Insomma, anche chi aveva la vecchia edizione, non rimarrà deluso a regalarsi quella nuova. Inoltre in quarta di copertina è presente il QR code che porta all’Extended Book che permette a me di aggiornare sempre di consigli la guida e ai lettori di consultarla. Adesso per esempio possono scaricare playlist di ore ed ore, ma anche video per curiosare in alcune zone di Londra, la mia mappa di più di cento mercatini e negozi vintage e quella in tutto il mondo dei ristoranti e alberghi in cui sono stata.

Com’è nata l’idea di scrivere guide di viaggio al femminile?
È stata un’idea dell’editore che ha trovato questa linea editoriale visto che sono le donne che nella maggior parte dei casi nella coppia sceglie la meta del viaggio. Inoltre le donne hanno iniziato a viaggiare molto tardi da sole. Basti pensare che – e anche la letteratura ce lo ricorda – fino all’Ottocento le prime donne che viaggiavano da sole perché avventuriere o esploratrici erano viste come delle poco di buono. Non viaggiare significa anche non entrare in contatto con l’Altro, restare sempre limitate, chiuse in se stesse. Noi questo ce lo portiamo ancora dietro. Le nostre nonne e le nostre bisnonne, in alcuni paesi, pur abitando magari a pochi chilometri dal mare capitava che non lo vedessero per una vita intera: perché era troppo lontano e dovevano badare alla casa e alla famiglia, senza allontanarsene mai. Non dimentichiamoci queste radici culturali. Oggi le donne viaggiano, ma proprio perché sono più attente a tutto ciò che incontrano sul loro cammino hanno anche il desiderio di trovare delle letture che consiglino loro ciò che amano vedere e scoprire. Non solo le solite guide che sono una la fotocopia dell’altra.

Da sola o con le amiche, chi va a Londra per la prima volta cosa deve assolutamente fare?
La prima volta che si va in una città è naturale che si abbia desiderio di visitare i luoghi iconici che in qualche modo già conosciamo, quelli che abbiamo già visto nei film e nelle serie tv o magari in televisione, su instagram. Anche noi adesso vogliamo farne parte. Quindi ho selezionato gli imperdibili in fatto di musei, giardini, panorami, proprio quello che per la prima volta si vuole visitare senza dubbio. Poi magari se si ha un giorno in più si può andare a curiosare la sezione “luoghi da selfie” che inserisco sempre nelle mie guide, dove lascio qualche curiosità in più e si può prendere spunto.

E se invece ci è già stata più volte, cosa consiglia?
Forse non tutti sanno che Londra non è una città che nasce da un unico nucleo centrale e man mano si è allargata, ma è formata da tanti villaggi che ancora oggi si possono facilmente individuare. Non c’è nessun libro in Italia che ne parli e racconti questa struttura complessa e interessante della città. Per cui a chi va a Londra e magari la conosce già un po’ consiglio di spingersi un po’ oltre il West End (che è quello considerato “il centro”). Di visitare i villages, visto che ognuno di questi ha i propri negozi caratteristici, la piazza del paese, la chiesa, la vita lenta eppure in piena Londra. Non mi perderei questa peculiarità.

Lei ha scritto anche Parigi al femminile e New York al femminile: perché ha scelto proprio queste città?
New York è una città che conosco molto bene e in cui mi sono anche sposata 14 anni fa, a Manhattan. C’è chi dice che la conosco meglio di Milano, dove vivo. Anche in questo caso la prima edizione di New York al femminile (2016, la seconda è stata nel 2019) ha portato in Italia la conoscenza degli altri borough, i distretti della Grande Mela. Prima nelle guide italiane si raccontava solo di Manhattan e al massimo un pochino di Brooklyn: io ho scritto anche del Queens, del Bronx e di Long Island. Pian piano hanno iniziato a farlo anche le altre case editrici. Parigi è una città che si è inserita alla perfezione nel triangolo con New York e Londra e conosco bene anche la capitale francese. Una città non facile da raccontare perché l’abbiamo così dietro casa che tutti pensano di conoscerla, invece ha tantissimi lati nascosti. Poi leggono la mia guida (anche persone che vivono a Parigi o parigine) e mi dicono: “ah! Ma io questo non lo sapevo!”. È una bella soddisfazione.

Lei ha una città del cuore?
Sì, la mia città del cuore è Gerusalemme. Avrei dovuto consegnare a Feltrinelli il materiale per mia nuova guida per iniziare la fase di editing la settimana dopo il 7 ottobre. Per cui ho il cuore spezzato. Per gli amici, per la Terra Santa. È un dolore insanabile a cui si pensa ogni momento. Il cessate il fuoco è imprescindibile, ma inascoltato.

E guida sulle città italiana?
Nel 2019 è uscita Monferrato, Alessandria e Asti poiché è il territorio in cui sono nata e cresciuta fino a che non mi sono trasferita a Milano a 19 anni. Mi piacerebbe approfondirla perché anche in questo caso dopo la pandemia, quando molte persone hanno ricominciato ad apprezzare il nostro Paese, hanno aperto molte nuove realtà davvero interessanti e quelle colline regalano davvero panorami incantevoli.

Il suo più bel ricordo di viaggio?
Ce ne sono tanti che, se chiudo gli occhi, porto nel cuore. Ne riverso qui solo alcuni in ordine sparso: i villaggi color fango nel nord dell’India, le onde che s’infrangono sulla Great Ocean Road in Australia, le piante di erica selvatica in Scozia, alcune strade della Grande America nello Utah, il sole a picco d’inizio gennaio sul delta del Paranà.