Cara: “La musica è il mio rifugio e la mia rivoluzione. Con Fedez esperienza bellissima”

Cara, cantautrice poliedrica e raffinata, ci racconta del suo singolo "Il mio compleanno", dei suoi progetti e della sua passione sconfinata per la musica

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Pubblicato:

Cara, al secolo Anna Cacopardo, è una delle cantautrici italiane più poliedriche e interessanti. Lo scorso aprile è uscito il suo ultimo singolo, Il mio compleanno (RayDada/EMI Music), un pezzo profondamente intimo e autentico.

Questo brano, prodotto da Emiliano Bassi, è un viaggio emotivo tra ricordi, strade notturne e parole mai dette, in cui Cara trasforma l’incapacità di dire addio in una ballata intima e visiva, fatta di immagini quotidiane e sentimenti sospesi.

A noi Cara ha raccontato come è nato Il mio compleanno, dei suoi progetti, della collaborazione con Fedez e del significato profondo del suo nome d’arte.

Partiamo del tuo ultimo singolo Il mio compleanno, uscito ad aprile. Come è nato questo brano e di cosa parla?
È un brano che porto dentro da anni. La prima strofa l’ho scritta quando avevo diciannove anni, dopo una delle prime vere delusioni sentimentali. È una delle strofe più descrittive che abbia mai composto. Ricordo bene quel giorno: uscivo di casa da sola, camminavo senza meta, cercando di trovare un dialogo con una persona che in quel momento rappresentava tutto per me. Ho scritto quella parte per elaborare un dolore che non sapevo come affrontare. Poi l’ho tenuta nel cassetto, aspettando il momento giusto. Alcune canzoni, come certe emozioni, hanno bisogno di sedimentare. Solo dopo aver vissuto altre esperienze simili, altrettanto esplosive ma anche cupe, ho capito che era il momento di darle vita. È un brano che porta con sé un’anima malinconica ma sincera.

Come sei cambiata artisticamente dai tuoi esordi ad oggi?
Sono cambiata molto, sia umanamente che musicalmente. In studio ho sperimentato tanto, navigando mari sconosciuti senza mai impormi limiti. Oggi ho molta più consapevolezza. Ho capito cosa mi rappresenta e cosa no, anche grazie agli errori. Il mio obiettivo è mantenere un mondo musicale vario, colorato, in continua evoluzione. L’ingenuità dei primi vent’anni c’è ancora, ma è sostenuta da una crescita interiore.

Hai collaborato con Fedez e Chadia Rodriguez. Com’è stata quell’esperienza?
Bellissimo e stimolante. Ogni collaborazione è un’opportunità di arricchimento. Le feste di Pablo, con Fedez, unisce malinconia e leggerezza, come se il dolore trovasse una sua catarsi in una festa. Chadia, invece, mi ha portato in un mondo più ruvido, più diretto. Entrambi mi hanno fatto esplorare territori nuovi. Ho imparato molto, sia dal punto di vista artistico che umano.

C’è un artista con cui sogni di collaborare?
Sì, ogni volta penso a tanti nomi, ma uno che mi torna sempre in mente è FKA Twigs. Mi affascina la sua complessità, il lato visivo del suo lavoro, la continua ricerca di mondi espressivi sorprendenti.

Cosa ci puoi dire della tua estate? Hai nuovi progetti in arrivo?
Sto lavorando a nuovi brani, un progetto più ampio a cui tengo molto. È tutto ancora work in progress, ma spero presto di potervi raccontare qualcosa in più!

Il tuo nome d’arte, “Cara”, ha una storia particolare, giusto?
È un omaggio a Lucio Dalla e alla sua canzone Cara. Lucio è stato un punto di riferimento importante per me. Le sue parole mi hanno accompagnata nei momenti più difficili, come un rifugio sicuro. La frase “conosco un posto nel mio cuore dove tira sempre il vento” mi ha aiutata a restare in piedi quando non sapevo a cosa aggrapparmi. Ho scelto questo nome perché volevo portare con me quella profondità, quella verità. La musica di Dalla è stata una bussola nei momenti bui.

Quando è nata la tua passione per la musica?
Fin da piccola. In casa ho sempre respirato musica, ma per me è stato un innamoramento vero, viscerale. Il cantautorato è stato l’inizio di tutto: ascoltavo testi profondi anche da bambina, e mi colpivano come se parlassero direttamente a me. La musica mi ha educata all’ascolto, alla comprensione di me stessa e degli altri. Ancora oggi, quando scrivo, parto sempre dalla parola. Per me ogni verso deve avere un’anima.

E oggi, cosa ascolti? Sei ancora legata al cantautorato?
Assolutamente sì. Ascolto tanti generi, mi piace spaziare, ma il cantautorato è il mio porto sicuro. Ci torno sempre. Da Bersani a Dalla, da Vecchioni a brani come Lucia San Siro. Quelle canzoni sono parte di me, come amici a cui posso sempre scrivere.

Hai mai pensato a Sanremo?
Sì, e in parte ci sono anche già stata. Ma ora mi sto concentrando sul mio progetto attuale. Sanremo è un palco importante, mi piacerebbe, ma credo che ogni cosa debba arrivare nel momento giusto. Non la premedito, ma ci penso con molta consapevolezza.

Italiaonline presenta prodotti e servizi che possono essere acquistati online su Amazon e/o su altri e-commerce. In caso di acquisto attraverso uno dei link presenti in pagina, Italiaonline potrebbe ricevere una commissione da Amazon o dagli altri e-commerce citati. I prezzi e la disponibilità dei prodotti non sono aggiornati in tempo reale e potrebbero subire variazioni nel tempo: è quindi sempre necessario verificare disponibilità e prezzo su Amazon e/o su altri e-commerce citati.