Antonella Attili è una delle attrici italiane più raffinate. Ha lavorato con registi importanti, da Giuseppe Tornatore a Ettore Scola. E adesso è su Rai 1, diretta da Francesca Archibugi, con la fiction La Storia, tratta dal celebre libro di Elsa Morante, dove interpreta la signora Filomena Marrocco, sarta in casa, brutale e sboccata, sempre dietro al lavoro delle macchine da cucire e circondata di clienti, che ospita Ida (Jasmine Trinca, leggi la nostra intervista) e suo figlio Useppe.
Ma presto la rivedremo in un ruolo ben più leggero, quello di Marilù, nella terza stagione di Makari. D’altro canto, è una caratteristica di Antonella Attili quella di passare da personaggi drammatici a personaggi divertenti. Così, l’abbiamo vista nel ruolo della mamma del piccolo Totò in Nuovo Cinema Paradiso, ma anche mamma di Checco Zalone in Tolo Tolo.
Nella fiction La Storia interpreti Filomena Marrocco, ci racconti del tuo personaggio?
Elsa Morante è una delle mie scrittrici preferite. Devi sapere che ho letto La Storia quando avevo 18 anni e l’ho amato moltissimo. Mi ricordavo anche del personaggio di Filomena Marrocco, questa burberona grezza, un po’ spicciona, volgarotta che accoglie in casa Ida con suo figlio Useppe. Quando Francesca Archibugi, con cui avevo già lavorato nel 1989 nel film Verso sera, mi ha proposto di fare questo ruolo, sono stata felicissima, perché girare con una regista come Francesca è una grande fortuna. Infatti, lavora come una piccola artigiana operosa che si concentra sul dettaglio senza mai perdere di vista il grande disegno. E questo suo modo di dirigere, arricchisce moltissimo la recitazione, perché riesce a tirare fuori gli aspetti più specifici del carattere. Se Francesca individua che tu hai la possibilità di tirarli fuori, ti mette nelle migliori condizioni per farlo. Quindi partivo avvantaggiata per questo ruolo, infatti questa signora Filomena un po’ ce l’avevo dentro. È stato molto divertente interpretarla. L’Archibugi ha insistito molto sul fatto che Filomena sia un po’ sboccata. All’inizio sembra un po’ burbera col bambino di Ida, ma poi avrà una svolta molto umana e quasi imprevista, in particolare nella settima puntata. Filomena compare infatti nel quinto, sesto e settimo episodio.
La famiglia Marrocco è piena di donne e Filomena è una sorta di matriarca che governa la piccola sartoria dove arriva di tutto, trasformandola in un mondo variopinto e affettuoso. Le sue lavoranti vivono lì, dormono su piccoli lettucci e Useppe si trova così finalmente in un contesto di accoglienza familiare, per quanto resti un senso di precarietà. Infatti, la camera che Filomena dà a Ida e al suo bambino è quella del figlio di cui aspetta il ritorno.
La Storia di Elsa Morante che cosa ha ancora da dire alle donne di oggi?
Tantissime cose, tra cui la capacità di resistenza di fronte all’orrore del mondo. Questi piccoli personaggi che si muovono come formichine in disegni molto più grandi di loro. Lo vediamo anche ai giorni nostri. A pagare di più nelle guerre sono le donne e i bambini. Credo che La Storia illustri l’esempio di una donna che resiste alla sopraffazione, allo stupro, al dolore, alla fame, alla povertà. Ce ne sono molte di donne così. Credo che sia questa la forza delle donne: quello di saper resistere a qualsiasi tipo di avversità. Questo c’è molto in Ida che è un personaggio fragilissimo e fortissimo allo stesso tempo. Una donnina che attraversa incredibili avversità con grande forza.
A proposito di fiction, stai lavorando alla terza serie di Makari, un genere decisamente molto diverso da La Storia…
Sì, tutt’altro genere [ride ndr]. Makari è uno dei pochi esempi di commedia in fiction. I personaggi sono dei veri e propri caratteri. Tutt’altro registro e ambientazione da La Storia, qui abbiamo la solarità della Sicilia. Makari è una sorta di appuntamento familiare, da tre anni ci si ritrova tutti quanti ed è sempre bellissimo. È una vacanza.
Puoi darci qualche anticipazione su quello che accadrà al tuo personaggio, Marilù, o su Saverio, interpretato da Claudio Gioè?
Posso anticipare che Marilù quest’anno ci riserverà una sorpresona, perché suo malgrado anche lei sarà coinvolta in una storiaccia e quindi Saverio si troverà a doverla difendere. Si tratta di un gigantesco equivoco, ma per un attimo Marilù si troverà in una situazione spiacevole. Saverio è sempre diviso tra i suoi amori. Sarà insidiato da un nuovo personaggio femminile, interpretato da Serena Iansiti. Dovrà sempre difendere la sua storia con Suleima (leggi la nostra intervista a Ester Pantano). Grande spazio ce lo avrà Domenico Centamore, Piccionello, che ormai è un idolo di donne e uomini, nonostante giri in ciabatte e con maglietti improbabili.
Credo che questa terza serie sia la migliore fatta fino ad ora, sia per le storie che per i due nuovi registi, Riccardo Mosca e Monica Vullo, mi sembra che sia davvero bellissima.
Il tuo esordio al cinema è stato grandioso con il film di Giuseppe Tornatore, Nuovo Cinema Paradiso
Iniziare così è una cosa meravigliosa e pure una disgrazia [ride ndr]. Quando cominci così, non puoi immaginare di andare oltre. Anche se nella mia vita ho avuto incontri molto importanti, come Anthony Minghella col Paziente inglese, Margarethe von Trotta, Ettore Scola… Mi ritengo non fortunata, ma fortunatissima. Malgrado questi incontri con persone eccezionali, non posso avere l’aspettativa di girare sempre con tali geni, nel senso che il lavoro normale poi è fatto anche di piccole storie, di artigianato. Io penso che la carriera si costruisca su piccoli e grandi passaggi e quindi ogni cosa che io ho fatto nella mia vita è un piccolo tassello che mi ha aiutata ad essere quella che sono oggi. Quello che mi ha sempre interessato, è quello di essere credibile in qualunque ruolo io affronti. Questo è sempre stato il mio obiettivo: essere un’interprete, non essere Antonella. Credo che facendo tante esperienze, arricchisci questo puzzle. Io non mi sono mai tirata indietro, ho fatto tante cose diverse, piccole, grandi, drammatiche, divertenti, perché più colori metti nella tavolozza, più hai la possibilità di fare un grande dipinto.
Tra queste esperienze, sei anche stata la mamma di Checco Zalone in Tolo Tolo: come ti sei trovata in questo ruolo?
[Scoppia a ridere ndr]. Secondo me Checco Zalone è uno dei grandi personaggi di questi ultimi anni. Lo ritengo una delle persone più intelligenti che ho avuto la fortuna di incontrare. Oltre a una simpatia innata, che prescinde dalla formazione – per altro suona benissimo il pianoforte che ha studiato al conservatorio – il suo sguardo sul mondo, sulla vita, il suo modo di fare satira è davvero molto intelligente. Ha un livello di osservazione speciale.
Ma ti ha anche divertito?
Certo, in lui non c’è retorica. Lui è così, è spontaneamente satirico.
Come è nata la tua passione per la recitazione?
È nata con me, perché già a tre anni stressavo mia madre e mio padre per fare l’attrice. Ho avuto un insegnante di recitazione a 7 anni. Poi sono andata avanti, anche con grandi fallimenti. La mia non è stata una strada facile. Non ho avuto niente di facile dal punto di vista del lavoro, ho dovuto conquistarmi tutto.
Hai un sogno nel cassetto professionale?
Sì, mi piacerebbe lavorare con Almodovar. La sua visione del mondo femminile è rara da incontrare in un uomo con quel tipo di sensibilità che mette insieme drammaticità e bellezza.