“Il sesso degli angeli”: Pieraccioni trasforma l’Inferno in Paradiso

Con "Il sesso degli angeli" Pieraccioni tocca tematiche importanti - fede, vocazione, riapertura delle case chiuse- con la sua comicità gentile. Dimostrando che le vie del Signore, e dell’amore, sono infinite

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Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

Il sesso degli angeli, il 14esimo lavoro di Leonardo Pieraccioni, prodotto da Levante e Rai Cinema, arriva nelle sale il 21 aprile. Un film sulla fede, sulla vocazione e i suoi dubbi, sull’amore in tutte le sue sfumature che tocca tematiche importanti, come la riapertura delle case chiuse, ma lo fa con la comicità gentile, mai triviale o volgare, tipica di Pieraccioni. E con l’ottimismo che sottende tutti i suoi film, commedie che non possono esulare dall’happy end finale, perché anche in questo caso, il povero prete che si trova a ereditare un bordello in Svizzera finirà per “trasformare in un paradiso quello che credeva essere l’inferno”.

“Sono tornato alla libertà dei primi film, senza preoccuparmi di raggiungere il consenso del pubblico” ha detto il regista-attore, facendo capire il clima in cui è nato ed è stato girato il film. Una sceneggiatura nata di getto, all’improvviso, mentre stava scrivendo un’altra storia. E che lo ha rapito dal primo istante.

Accanto a sé ha voluto una delle attrici italiane più amate dal pubblico, Sabrina Ferilli, come maitresse del bordello, e uno degli attori più interessanti del panorama cinematografico italiano, Marcello Fonte, di cui si era innamorato vedendolo recitare in Dogman. Lui (Leonardo) è il timido prete cinquantaseienne Simone, alle prese con la difficile gestione di una parrocchia di periferia sempre più bistrattata dai giovani ben più attratti dal mondo dei social. Fonte è il suo sacrestano Giacinto, Sabrina è Lena, che gestisce il bordello in Svizzera che Simone eredita da un lontano zio bizzarro (Massimo Ceccherini). E che pensa, ingenuamente, si tratti di un avviato bar di lusso che potrebbe risolvere tutti i suoi problemi economici.

Una commedia degli equivoci, tanto cara alla tradizione italiana, tre attori che funzionano benissimo insieme, e 5 giovani attrici bellissime (Margo’-Gabriela Giovanardi  Ameriga-Eva Moore  Bella-Maite’ Yanes  Alessia-Valentina Pegorer Mimì la muta-Giulia Perulli) a interpretare le giovani prostitute del bordello. Che Simone si propone di redimere e riportare sulla via del Signore, senza considerare che anche la sua di fede, potrebbe vacillare non poco.

E come sempre accade nei suoi film, una di loro rapirà il cuore al più  “sempliciotto” del gruppo, il sacrestano Giacinto. Come succedeva ne Il Ciclone, primo amatissimo film di Pieraccioni, in cui Ceccherini perdeva la testa per Natalia Estrada. Ma nei suoi film tutto è possibile, l’amore nasce dove meno te lo aspetti e non conosce frontiere. Anche perché, come dice Giacinto stesso: “Sarò pure un po’ bischero ma è sempre meglio avere accanto nella vita una prostituta allegra che una moglie triste”.