Rose Montmasson: storia di una patriota italiana

Moglie di Francesco Crispi, Rose "Rosalia" Montmasson fu l'unica donna a partecipare alla Spedizione dei Mille. Ecco la sua storia

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Coraggiosa, indipendente, rivoluzionaria: ecco chi era l’Angelo di Calatafimi, come la ribattezzarono per il suo prezioso contributo al fronte durante la celebre battaglia, l’unica donna a partecipare attivamente alla Spedizione dei Mille. Ecco chi era Rose Montmasson, diventata per tutti Rosalia, la nostra patriota.

Rose “Rosalia” Montmasson

I libri di storia sono ricchi di battaglie e guerre che gli uomini nel corso dei secoli hanno combattuto. Lo hanno fatto per difendere la terra dagli invasori, per conquistare nuovi territori, per unificare il nostro Paese.

Condottieri, combattenti valorosi e personaggi illustri che tutti conosciamo per quelle gesta eroiche che meritano di essere commemorate e celebrate. Tutti uomini, ma non solo. No perché al loro fianco c’erano anche le donne, quelle spesso dimenticate dalla storia, quelle coraggiose e forti che hanno saputo ritagliarsi uno spazio in un mondo di uomini, come ha fatto Rose Montmasson, l’unica donna a partecipare alla Spedizione dei Mille. Ma chi era questa paladina italiana?

Nata a Saint-Jorioz il 12 gennaio 1823, territorio appartenente al Regno di Sardegna, Rose Montmasson è stata la moglie di Francesco Crispi, patriota e politico italiano nonché figura di spicco del Risorgimento italiano. I due si conobbero nel 1848 quando il futuro marito arrivò in esilio in Piemonte dove lei lavorava come lavandaia.

Affascinata dal carisma di quel giovane rivoluzionario, Rose si innamorò di lui e il 27 dicembre del 1854 i due convolarono a nozze a Malta, per poi trasferirsi a Parigi. Insieme tornarono in Italia cinque anni dopo, proprio durante la seconda guerra d’indipendenza.

Insieme collaborarono attivamente con i garibaldini. A Rose fu affidato il compito di dialogare con i comitati insurrezionali, di portare a loro informazioni, volantini e anche armi che nascondeva tra le ampie gonne o tra i cesti di frutta e verdura.

Rose e la Spedizione dei Mille

Nel 1960 l’attività di Rose si intensificò. Nello stesso anno intraprese un viaggio da Genova verso la Sicilia per anticipare l’arrivo di Garibaldi e Pilo, poi partì anche per Malta. Durante questi viaggi chiede a Garibaldi in persona di poter partire e partecipare alla Spedizione dei Mille. Anche un’altra donna, Felicita La Masa, ottenne il permesso di prendere parte alla spedizione, ma alla fine rinunciò convinta dal marito.

Crispi non approvava questo desiderio, ma Rose Montmasson aveva già deciso il suo destino. Così i due si misero in viaggio il 5 maggio.

Durante la spedizione Rose si occupò soprattutto di prendersi cura dei feriti già durante la battaglia di Calatafimi, ma non si limitò soltando a questo. Imbracciò anche il fucile per proteggere i combattenti colpiti. La sua intensa dedizione alla causa le fece guadagnare l’appellativo di Angelo di Calatafimi.

Terminata la celebre spedizione, Rose si trasferì insieme al marito, ormai deputato, a Roma. Ma dopo un periodo di relativa tranquillità iniziarono i contrasti tra di loro, acuiti probabilmente dai cambiamenti ideologici di Crispi che lo allontanarono dai repubblicani.

Insoddisfatta e trascurata, Rosalia scelse di lasciare la casa coniugale e trasferirsi in via Torino, sempre a Roma, dove morirà il 10 novembre nel 1904.

A Rosalia Montmasson, e alla sua impresa, è dedicata una strada nel centro storico di Marsala, città simbolo della Spedizione dei Mille.