Ci fidiamo della scienza, forse più di ogni altra cosa al mondo. E in parte è giusto che sia così, dato il lavoro che c’è dietro all’osservazione, all’esperienza e alla ricerca di professionisti. Eppure c’è qualcuno che quella comunità scientifica ha osato sfidarla, quando era impensabile che la voce di una donna potesse unirsi al coro degli esperti. Ma Cecilia Helena Payne lo ha fatto e ha rivoluzionato l’astronomia.
Cecilia Helena Payne, l’astrofisca che ha cambiato il mondo
Prima del 1925 la comunità scientifica era convinta che le stelle fossero composte soprattutto da ferro, esattamente come il nucleo del nostro Pianeta. Una giovane astrofisica inglese, però, mise in dubbio tutto quanto e cambiò per sempre il modo in cui si guardava ai corpi celesti. Il suo nome era Cecilia Helena Payne.
Cecilia nasce in Inghilterra nel 1900 a Wendover. Rimasta orfana di padre a soli 4 anni, cresce con i suoi due fratelli e sua madre Emma che assicura a tutti i figli una solida educazione. La piccola Payne si appassiona da subito al lavoro scientifico, non a caso le sue materie preferite sono la matematica, la geometria, l’algebra e la chimica.
All’età di 12 anni si trasferisce con la famiglia a Londra. Ma Cecilia è una ragazza insofferente nei confronti della scuola e degli insegnamenti obbligati: vuole imparare di più, soprattutto nel campo scientifico. Così inizia a studiare da autodidatta fino ad approdare alla St. Paul e poi all’Università di Cambridge.
Inizialmente appassionata di fisica, scopre ben presto l’astronomia, alla quale si dedicherà poi anima e corpo, senza poter però ricevere una laurea in quanto donna. L’università di Cambridge, infatti, concederà le lauree alle donne solo nel 1948. Ma questo non la ferma: Cecilia vuole diventare un’astronoma con o senza il consenso della società.
Durante il dottorato presso il Radcliffe College, la studentessa preparerà una tesi sulla composizione delle stelle rivoluzionando totalmente tutte le credenze del tempo. Sarà lei, attraverso le sue ricerche, a smentire che il ferro non è la componente principale delle stelle e che, al contrario, idrogeno ed elio costituiscono il 98% della massa stellare
La rivoluzione delle stelle
Non le credono. La comunità scientifica mette in dubbio il suo lavoro e Cecilia è costretta a fare un passo indietro sulla più grande rivoluzione dei tempi. Nel 1929 però, l’astronomo Henry Norris Russell – che tempo prima aveva ostacolato il lavoro della Payne – arrivò alla medesima conclusione, restando per molto tempo, nell’immaginario collettivo, l’artefice della scoperta.
E Cecilia? Lei continuerà a studiare le stelle per tutta la vita pur riscontrando, nell’arco della sua intera carriera, tutte le difficoltà di essere una donna in una società per soli uomini. Grazie alla sua tenacia e alla caparbietà, riesce comunque a diventare professoressa ordinaria ad Harvard e presidente del dipartimento di astronomia. È il 1956: per la prima volta una donna ottiene un riconoscimento così importante all’interno dell’Università Americana.
Cecilia Helena Payne muore a Cambridge il 7 dicembre del 1979. A lei viene dedicato l’asteroide 2039 e una patera sul pianeta Venere.