Alice Hallgarten Franchetti, la storia della baronessa all’avanguardia nella pedagogia

All'inizo del Novecento ha fatto molto dal punto di vista pedagogico e sociale e ha sostenuto il metodo di Maria Montessori

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Una storia di passione per l’educazione, di attenzione alle tematiche scoiali e di collaborazione e di una donna all’avanguardia.

È la storia di Alice Hallgarten coniugata Franchetti, nata a New York nel 1874, naturalizzata italiana per amore, che si è dedicata tutta la vita alla pedagogia intrecciando la sua esistenza anche con quella di altri personaggi importanti dell’epoca come Maria Montessori.

Baronessa per matrimonio, Alice diede vita insieme al marito a ben due scuole, che erano gratuite per i figli dei contadini. Una donna moderna e attenta al prossimo, che riconosceva il grande valore sociale dell’educazione.

Chi era Alice Hallgarten Franchetti

Nata a New York il 23 giugno 1874 in una famiglia benestante, Alice Hallgarten è stata una donna innovativa, profondamente attenta alle tematiche sociali della sua epoca.

I primi anni della sua vita sono trascorsi tra la Grande Mela, Francoforte sul Meno e, poi, Roma. Ed è proprio in Italia che conosce il futuro marito, il barone Leopoldo Franchetti. I due insieme hanno fatto tantissimo per i giovani dell’epoca. Tra di loro c’erano molti anni di differenza, ma c’era amore e c’erano interessi comuni. Basti pensare alla fondazione delle scuole rurali di Villa Montesca e Rovigliano, aperte per i figli dei contadini che potevano accedervi liberamente e arrivare fino al sesto livello di istruzione.

Importanti perché permettevano a questi giovani umbri di avere la possibilità di studiare. Come riporta la pagina dedicata ai coniugi del sito della Fondazione Hallgarten-Franchetti Centro Studi Villa Montesca, infatti, l’idea alla base era quella che, attraverso l’accesso all’istruzione, si potesse migliorare la loro posizione sociale. La cultura e l’educazione, quindi, viste come mezzo attraverso il quale le classi meno abbienti potevano emanciparsi.

Non solo grazie allo studio, ma anche al Laboratorio Tessile Umbro, aperto a partire dal 1908 che – a quanto pare – forniva un’occupazione alle donne, in particolari ragazze madri alle quali veniva fornito un servizio di asilo per poter affidare i propri figli durante l’orario di lavoro. Insomma, già avanti con i tempi.

Le sue scuole erano all’avanguardia dal punto di vista didattico, riuscendo a coniugare formazione e pratica in maniera che ciò che si imparava fosse davvero utile nella quotidianità.

Nel corso della sua breve vita, è morta nel 1911 a Leysin in Svizzera, non solo ha fatto tanto ma ha anche fatto incontri importanti e contribuito in maniera decisiva al lavoro di un personaggio di grande spicco dal punto di vista pedagogico: Maria Montessori.

Alice Hallgarten Franchetti, il legame con Maria Montessori

Ci sono incontri che divengono fondamentali nella vita delle persone e quello avvenuto tra Alice Hallgarten Franchetti e Maria Montessori è stato fondamentale per entrambe. Pare che le due si siano conosiute a casa di un’altra grande donna dell’epoca: Sibilla Aleramo.

La data che sembra segnare l’inizio di questa breve (per colpa della morte prematura della prima) collaborazione è quella del 1909, è sempre in quel periodo, infatti, che i baroni fanno visita alla “Casa dei Bambini” di Roma. Qui hanno potuto apprezzare il metodo didattico di Maria Montessori.

I coniugi, così, hanno deciso di invitarla a trascorrere un periodo a Villa Montasca per insegnarlo alle maestre delle loro scuole e hanno inziato così a contribuire alla diffusione del metodo, ma non solo. È proprio in una delle loro ville che la pedagogista ha concluso la stesura di Metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini, volume che poi ha dedicato proprio ai Franchetti.

E se Montessori – come riporta un articolo della Gazzetta di Reggio – di Alice scriveva: “Ero rimasta nell’oscurità, senza aiuto, nessuno aveva compreso lo sforzo, a volte tragico, per sollevarmi, per sorreggermi, in questo lavoro umano, arduo come tutti quelli che nel mondo non hanno ancora il loro posto… Molti visitavano la Casa dei Bambini per ritemprarsi in quel bagno spirituale: solo la baronessa Franchetti ha compreso che quell’acqua avrebbe rinvigorito l’umanità”.

Dal canto suo, invece, Alice dava voce a quel metodo, poi divenuto tanto celebre, con un articolo sulle pagine del London Journal of education. Da parte sua, quindi, un grande sostegno e supporto che ha contribuito a rendere nota la didattica montessoriana.