Alberto Manzi: c’era una volta il maestro degli italiani

Aveva capito, prima di ogni altro, che la libertà dell'uomo passa dall'educazione. Così, Alberto Manzi, aveva scelto di diventare il maestro di tutti gli italiani

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Redazione

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Pubblicato: 7 Dicembre 2022 13:13Aggiornato: 28 Marzo 2024 18:02

Ci sono storie bellissime che tutti, grandi e bambini, dovremmo conoscere. Perché non parlano di principesse e rospi, né tanto meno di draghi malvagi e regni da liberare da qualche maleficio, ma di coraggio, di amore e premura, di bontà e di umanità che appartengono alle persone, quelle reali e speciali.

Ed è proprio di una persona straordinaria che vogliamo parlarvi oggi. Di un docente, scrittore e pedagogista italiano, che non solo ha condotto una delle trasmissioni televisive più celebri d’Italia negli anni ’60, ma che attraverso questa ha reso accessibile la lingua italiana a tutto il Paese, e anche al resto del mondo.

Grazie a lui, ad Alberto Manzi e alla sua trasmissione, più di un milione di italiani è riuscito a conseguire la licenzia elementare. Scopriamo la storia di quell’uomo straordinario che si è trasformato nel maestro di una popolazione intera.

Chi era Alberto Manzi

Nato il 3 novembre del 1924 a Roma, Alberto Manzi è stato un docente e uno scrittore italiano, nonché il conduttore della celebre trasmissione Non è mai troppo tardi, andata in onda tra il 1960 e il 1968. Un programma così seguito in Italia, che fu trasmesso anche in altri 70 Paesi nel mondo rendendo così accessibile e fruibile a livello internazionale le preziose lezioni del maestro. Ecco la sua storia.

Alberto Manzi trascorre la sua infanzia in maniera spensierata, prima nei pressi di Castel Sant’Angelo poi a piazza Bologna a Roma. Dopo il diploma conseguito presso l’istituto magistrale, viene chiamato dalla Repubblica Sociale per combattere in guerra, ma lui rifiuta. Come tutta la sua famiglia, infatti, ripulsa il fascismo. Per non rischiare la prigione o peggio la morte, si rifugia presso la sede dell’Ordine di Malta. Tornerà in Italia, però, con l’arrivo degli Alleati, arruolandosi come volontario nella liberazione.

I suoi studi magistrali e la sua acuta intelligenza, gli fanno guadagnare un posto nella segretaria del Battaglione San Marco. Finita la guerra, invece, si laurea in biologia e sceglie di seguire la sua vocazione, quella di insegnare.

Il maestro di tutti gli italiani

Alberto Manzi inizia la sua attività di docente presso l‘Istituto di Rieducazione e Pena Aristide Gabelli, una scuola romana caratterizzata da un contesto difficile e particolare in cui nessun docente vuole stare. Nessuno ma non lui, Manzi, che non solo si occupa dei ragazzi dell’istituto, ma insieme a loro fonda anche il primo giornale degli istituti di Pena.

Oltre a essere un insegnante, Alberto Manzi, è anche uno scrittore. Ampissima è la sua produzione di racconti e romanzi per ragazzi, tra cui Grogh, storia di un castoro, che gli è valso il Premio Collodi, El Loco e Orzowei, giusto per citarne alcuni. Ma è anche un uomo fermamente convinto che l’educazione scolastica è il primo passo per la civiltà. Così, insieme a suo cugino, anche lui docente di italiano, si reca in Sud America avviando diversi programmi di scolarizzazione e socializzazione per bambini e ragazzi.

Il suo impegno, nell’insegnamento scolastico, fa sì che viene scelto per diventare il volto di Non è Mai troppo tardi, un programma andato in onda sul Programma Nazionale negli anni ’60 e pensato proprio per contrastare l’analfabetismo. Grazie alla sua passione, e alle sue idee visionarie e pionieristiche, Manzi crea tutta una serie di lezioni di scuola primaria rendendo così libero l’accesso all’educazione scolastica.

La trasmissione, andata in onda per otto anni, ha avuto un successo internazionale, permettendo a tantissime persone di apprendere nozioni base di grammatica, italiano, storia e cultura generale. Conclusasi l’esperienza, Manzi torna alla sua vita di sempre, senza mai rinunciare all’insegnamento e occupandosi, ancora, di campagne di alfabetizzazione in Italia e all’estero.

Aveva capito, prima di molti altri, che la consapevolezza e la libertà passano inevitabilmente per l’educazione, per questo fece sua la missione di alfabetizzare quante più persone poteva. Riuscendoci, diventando il maestro di tutti gli italiani