Villa Valguarnera, tra immensi giardini, maioliche e gusto neoclassico

Un magnifico esempio di stile neoclassico in Sicilia: la storia, lo stile, gli interni e gli esterni di Villa Valguarnera

Foto di Serena De Filippi

Serena De Filippi

Lifestyle Editor

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Sono tante le ville in giro per l’Italia che hanno una storia affascinante, al di là della bellezza architettonica. E, fermandoci a Bagheria, a Palermo in Sicilia, c’è un edificio che ispira e che salta subito all’occhio per essere una perla architettonica: è Villa Valguarnera, a lungo residenza della famiglia aristocratica Valguarnera, e dove Dacia Maraini, figlia di Topazia Alliata, ha trascorso una parte della sua infanzia. Dopo il matrimonio tra Agata Valguarnera e Giuseppe Alliata, la Villa è rientrata anche nel patrimonio della famiglia Alliata, e non è un caso se oggi viene conosciuta con il nome di Villa Valguarnera-Alliata. Questo complesso monumentale va scoperto: storia, origini, stile, interni ed esterni. Vi raccontiamo tutti i dettagli.

Villa Valguarnera, la storia

“Ed ecco che, dopo avere camminato per un altro centinaio di metri, alzando gli occhi ci si trova davanti alla villa Valguarnera, in tutta la sua bellezza. Un corpo centrale a due piani, con un seguito di finestre, vere e finte, che scorrono seguendo un ritmo giocoso e severo. Dal corpo centrale partono due ali piegate in modo da formare un semicerchio perfetto”. Non possiamo non citare le parole di Dacia Maraini, contenute nel libro Bagheria, per iniziare a parlare della storia di Villa Valguarnera.

Avvicinandoci, in effetti, non possiamo non rimanere affascinati dalla sua bellezza, certo, ma anche dal fatto che è un punto di riferimento storico, artistico e architettonico. La costruzione dell’edificio risale esattamente al 1712, e ad averlo commissionato è stata la Principessa Annamaria Gravina. Non sorprende che l’edificio sia maestoso, soprattutto conoscendo il nome del primo architetto che ne ha progettato finemente la planimetria: Tommaso Maria Napoli, allievo del Bernini. In seguito, dopo la sua scomparsa, è stato affidato a Giovan Battista Cascione Vaccarini e Vincenzo Fiorelli. Dal primo progetto, Villa Valguarnera ha subito numerose modifiche e rifacimenti.

In effetti, uno degli aspetti da citare è che dal primo architetto, ovvero Tommaso Maria Napoli, sono stati introdotto tanti elementi: per esempio, il suo linguaggio architettonico era di matrice berniniana, essendo suo allievo, e non mancava quel tocco “austriaco”. La matrice è anche alchemica ed esoterica. L’edificio, che una volta era circondato da un parco e coffee house, oltre che statue e ulteriori architetture neoclassiche, è enormemente suggestivo. Di proprietà degli eredi dei Principi Valguarnera, il complesso è in fase di ristrutturazione da anni. Ma è possibile affittarla per vivere un giorno da Principi e Principesse. L’abbiamo anche vista come set cinematografico di serie televisive e di film, tra cui I cavalieri dalle maschere nere (I Beati Paoli) di Pino Mercanti, La dea fortuna di Ferzan OzpetekL’amore coniugale di Dacia Maraini e Anna di Niccolò Ammaniti.

Lo stile e gli interni di Villa Valguarnera

Villa Valguarnera, la vista magnifica dal balconcino
Fonte: Getty Images
Villa Valguarnera, la vista magnifica dal balconcino

Tutto il fascino della Sicilia in un monumento più unico che raro. L’ingresso è nella piazza centrale di Bagheria, a pochi km da Palermo: il cancello è monumentale, la silenziosa campagna, testimone della sua storia, la pianta a forma di Chiave della Conoscenza. Ed è anche tra i primi esempi di architettura neoclassica. Distribuito su due livelli, si notano subito sulle facciate i grandi balconi balaustrati. Una volta entrati, si rimane affascinati dalla scalinata che dà accesso al piano nobile, con poi tre saloni, salone da ballo, in cui si alternano simboli neoclassici, stucchi, dorature. Gli interni sono sontuosi ed eleganti, soprattutto il salone da ballo, dove gli addobbi sono preziosi, con pareti bianche e profili in oro zecchino, e gli immancabili affreschi neoclassici.

Non meno affascinanti e ricchi, opulenti, sono gli ambienti del piano nobile, dove ad attendere gli ospiti ci sono quattro camere da letto, inclusa quella padronale del Principe, con boudoir e bagno privato. La matrice esoterica prevista dal principio è resistita alle modifiche e alle influenze, in particolare per l’alternanza di decorazioni nelle pareti e soffitti della camera padronale.

Non manca una cucina, dove la presenza delle maioliche colpisce a dir poco, oltre alla dispensa, la sala della musica, tre ampie terrazze, la grande biblioteca (l’affresco è particolareggiato dalla presenza dei segni dello Zodiaco), e tutto si alterna tra stucchi, arredi di stili differenti, librerie, poltrone, tavolini. E gli immancabili lampadari in cristallo, elegantissimi, oltre ai camini in marmo per rendere l’atmosfera ancor più suggestiva.

La Montagnola

Gli esterni di Villa Valguarnera
Fonte: Getty Images
Gli esterni di Villa Valguarnera

La villa, come abbiamo visto, è di proprietà privata: ancora oggi i Valguarnera portano lustro a uno degli edifici più belli della Sicilia. Ma c’è di più: oltre agli interni maestosi, anche gli esterni meritano una menzione, e di certo la Montagnola. Questo rilievo calcareo, che si trova proprio nel giardino della villa, è stato descritto per la prima volta nel 1785.

“Prima di arrivare alla cima s’incontra una grotta dentro della quale vi è dipinta dal fresco pennello di Giuseppe Crestadoro la favola d’Aci e Galatea assisi alle falde dell’Etna; in distanza vedesi il mare e Cupido scherza sopra un delfino. Fuori della grotta, sopra di una rocca così fatta dalla natura, giganteggia la statua di Polifemo in atto di suonar la sampogna. (…) Usciti dalla grotta, si trova una scalinata con parapetto dai lati che le serve di difesa e per vari ripiani conduce in cima della collina, che termina in un ottangolo con sedili all’intorno. Nel mezzo, sopra diversi gradini, posa un piedestallo; ed in cima la statua d’Urania, che con telescopio in mano mostra d’osservar le stelle”.

Villa Valguarnera è ancora oggi maestosa, ha conservato tutta la sua bellezza ed è giunta sino a noi come testimonianza di una delle famiglie più aristocratiche della Sicilia. Il consiglio che diamo è di soffermarsi anche per ammirare il parco, che è considerato un “patrimonio botanico”, con una vegetazione rigogliosa. Nei decenni scorsi, però, erano presenti anche delle creazioni architettoniche che si alternavano agli elementi artistici, come un “teatro” scenico e grotte artificiali. Un’esperienza unica, che permette di fare un “tuffo” nella Sicilia del Settecento, con materiali di pregio, panorami mozzafiato e affreschi da osservare. A essere aperto all’ospitalità è il piano nobile: qui non solo si può alloggiare, ma anche organizzare un evento indimenticabile.