La veranda è un sogno che molti di noi hanno per le proprie case, uno spazio che promette un comfort elevato, uno spazio elegante e luminoso. Ma prima di poter trasformare questo sogno in realtà è necessario conoscere il labirinto giuridico che bisogna affrontare, fatto di permessi, autorizzazioni e limitazioni, per non incappare in spiacevoli sorprese.
Una veranda è una terrazza o un balcone che viene chiuso, solitamente con un telaio e ampie vetrate trasparenti. Questa struttura permette di avere un angolo della propria casa vivibile durante tutte le stagioni senza dover rinunciare alla luce naturale. Diventa spesso un angolo relax, uno spazio ibrido che unisce il comfort dello spazio chiuso a tutti i vantaggi dell’outdoor.
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Quando serve effettivamente il permesso?
La questione fondamentale per il permesso gira attorno alla natura della veranda, quindi se permanente o provvisoria. In virtù della sua natura permanente, rientra nelle opere che richiedono un titolo abilitativo, poiché parliamo di un’aggiunta alla casa che prevede una trasformazione edilizia e urbanistica dell’abitazione, oltre a un incremento della superficie e del volume abitabile. Quindi, spesso serve il permesso di costruire.
Una veranda fissa, indipendentemente dalle dimensioni, dal materiale e dalla posizione, si ha quando la struttura è ancorata alla pavimentazione. Anche la semplice chiusura di una struttura preesistente, se ha una copertura, richiede il permesso di costruzione come una nuova costruzione.
Il permesso di costruire è un’autorizzazione amministrativa obbligatoria, che assicura che l’opera sia a norma e conforme agli strumenti urbanistici comunali. La realizzazione di una veranda senza questo permesso costituisce un abuso edilizio, con conseguenze severe come la demolizione dell’opera abusiva e sanzioni amministrative e penali. Se l’opera è stata già realizzata, c’è anche la possibilità di avviare una domanda di sanatoria per regolarizzare, ma sempre a patto che questa rispetti la normativa edilizia e urbanistica in vigore al momento della richiesta di sanatoria, e che non sia stato già emesso un ordine di demolizione.

Come si richiede il permesso?
Richiedere il permesso per costruire una veranda è un processo molto strutturato che ha dei passaggi obbligatori. In primis, l’istanza deve essere presentata presso lo Sportello Unico dell’Edilizia (SUE) del proprio comune, oppure tramite PEC. La domanda deve essere presentata o dall’intestatario dell’immobile o da un professionista delegato alla progettazione dell’opera.
La domanda, per essere idonea, ha bisogno di alcune documentazioni quali:
- Elaborati grafici dell’opera
- Il titolo di legittimazione
- Una dichiarazione del progettista che attesti l’idoneità dell’opera secondo le regole e normative vigenti: antisismiche, antincendio, igienico-sanitarie, di sicurezza e efficienza energetica
Dopo aver ricevuto tutta la documentazione, il comune affiderà un responsabile del procedimento che redige una relazione tecnico-giuridica entro 60 giorni. Successivamente sarà lo sportello unico a comunicarne il responso.

Ci sono verande che non hanno bisogno di autorizzazione?
La questione è controversa, poiché le verande che non hanno bisogno di autorizzazioni sono in realtà Vetrate Panoramiche Amovibili (VEPA), dette anche verande libere.
La regolamentazione per queste strutture è stata introdotta con il D.L. 115/2022 (decreto Aiuti-bis), che delinea le regole per queste tipologie di strutture, che sono:
- Vetrate totalmente trasparenti e senza infissi
- Dirette solo ad assolvere a funzioni temporanee (protezione da agenti atmosferici ecc.)
- Non configurano spazi stabilmente chiusi
- Le loro caratteristiche tecnico-strutturali permettono che queste strutture abbiano un impatto visivo ridotto al minimo
Avere una veranda porta a tanti benefici, ma prevede anche tanto lavoro per renderla sicura e legale. Le difficoltà burocratiche sono un ostacolo, ma per fortuna esistono dei professionisti che si occupano sia della progettazione dell’opera, sia di aiutare il cliente nella richiesta dei permessi.