Crioterapia con azoto liquido: cos’è, a cosa serve e quando farla

La crioterapia con azoto liquido è un trattamento dermatologico che utilizza il freddo estremo per congelare e rimuovere lesioni cutanee benigne o precancerose, come verruche, cheratosi attiniche e macchie solari

Foto di Carlotta Dell'Anna Misurale

Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Pubblicato: 23 Maggio 2024 08:29

La crioterapia con azoto liquido – anche conosciuta come terapia del freddo – è un trattamento dermatologico che avviene a livello locale per la cura di diverse patologie presenti a livello cutaneo.

Questo particolare tipo di terapia dermatologica non ha eguali, in quanto non esiste in natura alcuna sostanza che si possa neanche lontanamente paragonare all’azoto liquido. Nessun agente criogeno – infatti – riesce a raggiungere temperature tanto basse da avvicinarsi ai 200°C sotto lo zero.

Come si svolge la crioterapia con azoto liquido

La crioterapia con azoto liquido, conosciuta anche come “terapia del freddo” è un trattamento adoperato in ambito dermatologico, utilizzato ormai da anni per la cura di diverse patologie cutanee. Si interviene su un’area mirata della cute, attraverso un rapido, controllato e drastico abbassamento della temperatura.

Questa terapia viene eseguita mediante l’erogazione, da parte di uno strumento molto preciso, di azoto liquido sulla parte da trattare.

Il getto erogato è composto al 100% da azoto liquido, un gas incolore e inodore che – allo stato liquido – raggiunge una temperatura di circa –196°. La sua applicazione comporta un velocissimo abbassamento della temperatura al di sotto della soglia di congelamento, questo al fine di distruggere in maniera mirata le lesioni cutanee specifiche.

A chi è rivolta la crioterapia con azoto liquido

La crioterapia con azoto liquido viene consigliata dallo specialista in dermatologia a pazienti che presentano varie lesioni cutanee. Tra queste, si includono verruche volgari, condilomi acuminati in zona anale o genitale, molluschi contagiosi, cheloidi, cheratosi attiniche e carcinoma in situ di Bowen.

Inoltre, la crioterapia è utilizzata per trattare lentiggini solari, alcuni tipi di macchie senili e piccoli tumori cutanei superficiali. Questo trattamento è particolarmente efficace per lesioni benigne e precancerose, permettendo una rimozione precisa e minimamente invasiva dei tessuti danneggiati.

La crioterapia è anche apprezzata per la sua rapidità e il breve tempo di recupero, rendendola una scelta popolare tra pazienti che cercano soluzioni efficienti e con minimi effetti collaterali. È fondamentale che la procedura sia eseguita da personale medico esperto per garantire risultati ottimali e ridurre al minimo il rischio di complicazioni.

Preparazione, controindicazioni ed effetti collaterali

Per sottoporsi alla crioterapia con azoto liquido non è necessario svolgere alcun tipo di preparazione. Essendo questo un trattamento locale, la crioterapia non andrà ad interferire con l’assunzione di eventuali altri farmaci.

La crioterapia con azoto liquido potrebbe indurre la comparsa di effetti collaterali lievi, tutti transitori. Tra questi si annoverano dolore, formazione di bolle, emorragia, infezione, formazione di tessuto cicatriziale in eccesso, esiti cicatriziali, esiti ipo/ipercromici e alterazione della sensibilità. Tutti effetti derivanti da quella che a tutti gli effetti è un’ustione “a freddo”.

Tecniche della crioterapia

Le tecniche crioterapiche che sfruttano l’azoto liquido sono molte, ognuna delle quali – a seconda delle sue peculiari caratteristiche – è specifica per il trattamento di particolari patologie cutanee.

  • Tecnica crioterapica a spruzzo (o spray)

Questa particolare tecnica è adatta per il trattamento di alcuni nei, verruche e per lesioni cutanee localizzate in aree irregolari. Si tratta della tecnica in assoluto più utilizzata in quanto non necessita di particolari procedure di sterilizzazione poiché lo strumento non viene posto a diretto contatto con la cute rimanendo ad una distanza media di 1 o 2 cm.

  • Tecnica crioterapica a bastoncino (o stick)

Con questa tecnica, utilizza per la cura di particolari lesioni cutanee, si pone direttamente a contatto con la lesione un tampone imbibito con azoto liquido. Al contatto, l’azoto liquido andrà a “bruciare” direttamente la lesione da trattare. Questa tecnica richiede particolare precisione.

  • Tecnica crioterapica a sonda

Questa tecnica si caratterizza per l’utilizzo di particolari sonde che – dopo essere state impregnate di azoto liquido – vengono poste a contatto con la lesione cutanea da trattare. La tecnica di crioterapia che utilizza la sonda come strumento di lavoro è decisamente più efficace e precisa rispetto a quella che invece utilizza lo stick: gli effetti collaterali sono notevolmente ridotti e la terapia appare essere maggiormente efficace.

Fonti bibliografiche: