Per i genitore, nulla è più importante della salute e del benessere dei propri figli, soprattutto quando sono molto piccoli. Un’attenzione particolare è da porre agli ascaridi, parassiti comuni sui quali è importante spendere due parole, in quanto portatori di una serie di complicanze per la salute. In questo articolo cercheremo di comprendere il loro ciclo di vita, lo sviluppo e la trasmissione, nonché soffermarci sulla possibile attuazione di misure preventive, possiamo proteggere i più piccoli dagli effetti negativi delle infestazioni ascaride.
Indice
Cosa sono gli ascaridi?
I genitori, quando hanno a che fare con i neonati, mettono giustamente in atto molteplici attenzioni e precauzioni sui pericoli notoriamente conosciuti, senza però, a volte, considerare alcune piccole minacce per la salute dei più piccoli che possono passare inosservate. Una tra queste è rappresentata dai parassiti, tra i quali i comuni Ascaridi, nome noto degli Ascaris lumbricoides, ovvero dei vermi tondi, che possono stanziarsi nell’intestino, provocando la cosiddetta ascaridiasi.
Questa è la più comune malattia causata da vermi, maggiormente diffusa nei Paesi in via di sviluppo, in cui è presente una scarsa igiene, ma non solo. In generale, comunque, le infezioni parassitarie possono essere un problema comune nei bambini, con conseguenze importanti per la loro salute ma, fortunatamente, con un alto tasso di trattabilità, prevenzione e guarigione in breve tempo.
Il ciclo di vita, lo sviluppo e la trasmissione degli Ascaridi
Prima di tutto, è importante specificare che gli ascaridi si sviluppano particolarmente nei bambini a causa della loro propensione a portare qualsiasi oggetto che si trova intorno a loro in bocca, sia che esso si trovi a contatto con la terra o con il pavimento,
Il ciclo di vita di ascaridi ha come protagonista iniziale le uova fecondate, che si trovano principalmente nelle feci di animali infetti. Queste, in condizioni particolarmente favorevoli, tra le quali un adeguato livello di umidità, la corretta temperatura e la quantità ideale di ossigeno, possono maturare e diventare infettive entro 2-3 settimane. Se vengono ingerite, le uova si schiudono nell’intestino dei piccoli, rilasciando quindi le larve che penetrano nella parete intestinale ed entrano così nel flusso sanguigno.
Da questo, successivamente, viaggiano al fegato, fino a raggiungere i polmoni e l’intero apparato respiratorio, infettando l’intero organismo. Non solo, ma una volta giunte all’interno di quest’ultimo, arrivano alla gola, con l’alta probabilità che vengono di nuovo ingerite, fino a raggiungere nuovamente l’intestino dove crescono e si moltiplicano. In particolare, una volta arrivate nel piccolo intestino, le larve maturano, dopo circa due mesi, in vermi adulti, dove possono crescere fino a raggiungere i 40 cm circa in lunghezza e lo spessore di mezzo centimetro.
Gli ascaridi adulti possono vivere fino a due anni, riproducendosi continuamente e producendo migliaia di uova al giorno: la femmina riesce a depositare circa 240 mila uova al giorno, alcune delle quali vengono evacuate attraverso le feci e incubate nel terreno, mentre altre rimangono all’interno del corpo, all’interno del quale il verme può sopravvivere per circa un anno.
È importante notare che le uova di ascaride sono altamente resilienti nell’ambiente, in quanto si adattano con facilità alle condizioni definite di “temperatura ambiente” e possono sopravvivere per lunghi periodi nel suolo, rendendole una preoccupazione per la salute pubblica, soprattutto in quelle aree con scarsa attenzione alle norme igienico-sanitarie.
Come abbiamo già accennato, gli ascaridi vengono trasmessi principalmente attraverso l’ingestione di cibo/oggetti, come anche i giocattoli, o attraverso l’utilizzo di acqua precedentemente contaminata con le loro uova. Non solo l’abitudine dei piccoli di “mettere le mani in bocca” ma anche situazioni quali la scarsa igiene personale, il lavaggio delle mani non corretto, la frequentazione di strutture igienico-sanitarie sporche, il consumo di frutta e verdura non lavate in modo adeguato sono considerate le vie più comuni di infezione, anche per gli adulti e gli anziani.
È importante sottolineare nuovamente, che le uova ascaride sono altamente resistenti nell’ambiente, tanto da poter sopravvivere per lunghi periodi nel terreno, rendendole così una serio rischio per la salute pubblica, di difficile monitoraggio.
Inoltre, però, si dovrebbe porre anche l’attenzione sul fatto che gli Ascaridi non sono gli unici parassiti comuni nei bambini: anche i pidocchi, le pulci, le zecche e gli ossiuri sono spesso presenti.
Ad esempio, i pidocchi sono piccoli insetti che si attaccano al cuoio capelluto e si nutrono di sangue umano; si diffondono attraverso il contatto diretto tra i capelli infestati. Anche le pulci sono piccoli parassiti che si nutrono di sangue e possono contagiare l’uomo attraverso il contatto con animali domestici infestati. Così come le zecche, attaccandosi alla pelle e si nutrono di sangue, possono essere trasmesse direttamente dagli animali, causando anche patologie più complesse come la malattia di Lyme, con sintomi quali rush cutaneo eritematoso. Gli ossiuri sono vermi intestinali che possono causare prurito anale e fastidi, spesso diffusi attraverso il contatto diretto con oggetti contaminati.
La consapevolezza e la comprensione del ciclo di vita, lo sviluppo e la trasmissione di ascaridi sono cruciali per prevenire e gestire efficacemente le infestazioni. Attraverso l’implementazione di pratiche igieniche di base e il mantenimento di standard igienico-sanitari adeguati, possiamo ridurre significativamente l’incidenza delle infezioni ascaride nelle nelle nostre comunità e, quindi, nei più piccoli.
Come possiamo identificare gli Ascaridi?
I bambini infetti da ascaridi possono manifestare una vasta gamma di sintomi, con gravità variabile in base a quella che viene definita come dose infettante minima, ovvero la dose minima di agenti patogeni (come il numero di particelle virali, batteri o larve) necessaria per indurre uno stato infettivo o sintomo nell’organismo ospite.
È importante sottolineare e comprendere bene questo concetto, in quanto un soggetto comunque infetto ma che non manifesta sintomi, quindi nel quale è presente il parassita ma senza aver raggiunto la “dose infettante minima” potrebbe essere considerato comunque un “portatore sano”, ovvero un individuo che può trasmettere la patologia attraverso le feci e le superfici con cui viene a contatto.
Da qui il pericolo che, trattandosi di bambini e le loro abitudini comuni, la probabilità di trasmissione sia molto alta. Non dimentichiamoci che l’intestino di un bambino ha una dimensione ridotta ed è maggiormente delicato rispetto a quello di un adulto ed è per questo motivo che i più piccoli sono considerati soggetti più a rischio: sono sottoposti a conseguenze fisiche maggiori, quali ostruzioni intestinali, con la possibilità di avere dei sintomi più evidenti e con decorsi più lunghi della patologia, rispetto a quelli di un adulto. Inoltre, quando l’infezione da ascaridi raggiunge un numero di esemplari molto elevato, i sintomi si aggravano e risultano molto evidenti, con anche evidenze di dispnea e oppressione respiratoria.
Ma come è possibile capire se si è in presenza di Ascaridiasi? In molti casi, le infezioni da ascaride possono passare inosservate, soprattutto se questi parassiti sono presenti in quantità ridotta o se il contatto con essi sia avvenuto in tempi recenti, per cui le larve non si sono ancora pienamente sviluppate.
In qualsiasi caso, tra i campanelli d’allarme e i sintomi comunemente presenti quando è in atto un’ infezione di Ascaridi, possiamo individuare:
- dolore addominale;
- nausea, con eventuale vomito;
- febbre;
- anemia;
- problemi intestinali, prevalentemente forte stipsi, con ipotesi di blocco intestinale;
- respiro affannoso e dispnea;
- perdita di appetito.
Possiamo notare che i sintomi sopra-descritti sono molto comuni e frequenti in patologie diverse, soprattutto nei più piccoli; non solo, ma in alcuni casi, la presenza di ascaridi può rimanere asintomatica, rendendo così la diagnosi e l’individuazione di eventuali ulteriori approfondimenti molto difficile.
E’ inoltre importante sapere che se non vengono trattate in modo tempestivo, le infezioni di ascaride possono portare a gravi complicazioni. In alcuni casi, infatti, i vermi adulti possono ostruire l’intestino, causando una condizione nota al mondo clinico come ostruzione intestinale, ovvero un blocco completo o una grave compromissione del passaggio di alimenti, liquidi, secrezioni e gas attraverso l’intestino. Questo può manifestarsi principalmente con sintomi quali dolore addominale grave, vomito, fino a sfociare alla peggiore delle conseguenze, ovvero la perforazione intestinale, con conseguente necessità di un intervento chirurgico di estrema urgenza.
Come si diagnostica l’infezione da ascaridi?
Per diagnosticare la presenza di ascaridi nell’organismo, viene tipicamente eseguita un’analisi del campione delle feci, finalizzata alla ricerca di uova o dei vermi adulti. In qualsiasi caso, è importante consultare un professionista sanitario come il pediatra, se si sospetta che il bambino sia stato infettato, al fine di fornire una diagnosi accurata e guidare, con le corrette e opportune opzioni di trattamento.
Come abbiamo già accennato in precedenza, è necessario prevenire la presenza di ascaridi attraverso il mantenimento delle buone pratiche di igiene personale e di sanificazione degli ambienti nei quali i piccoli vivono, soprattutto di quegli spazi in cui passano del tempo e nei quali sono a contatto con i coetanei.
Tra le più importanti misure preventive, atte a ridurre significativamente il rischio di infezione, possiamo ricordare:
- il lavaggio delle mai frequente, attraverso l’utilizzo di sapone e acqua calda pulita, soprattutto prima di maneggiare il cibo o dopo aver utilizzato il WC;
- Consumo di cibo accuratamente lavato e ben cotto;
- il lavaggio accurato di alimenti crudi, come frutta e verdura, attraverso l’utilizzo di bicarbonato o soluzioni adatte;
- evitare il contatto con terreni potenzialmente contaminati da feci;
- stabilire e mantenere un alto livello di pulizia degli ambienti, il corretto smaltimento dei rifiuti e il necessario utilizzo di fonti di acqua pulita.
Come si può guarire dall’infezione da ascaridi?
Per poter trattare ed eliminare in modo definitivo gli ascaridi dall’organismo, soprattutto in un bambino, solitamente si tende a mettere in atto un approccio definito multifattoriale, ovvero che preveda il coinvolgimento sia una terapia farmacologica, sia misure preventive a carattere igienico-sanitario, come quelle accennate in precedenza. Il farmaci comunemente prescritti per la presenza di parassiti di ascaride nei bambini sono l’Albendazole o il Mebendazole, il Vermox o il Combantrin, antiparassitari che vengono somministrati tendenzialmente per via orale, con lo scopo primario di uccidere i vermi e prevenire ulteriori infezioni. Tuttavia, ricordiamo che è fondamentale e necessario consultare un professionista sanitario prima di iniziare qualsiasi trattamento.
Tendenzialmente, i sintomi principali scompaiono dopo circa una settimana di trattamento farmacologico continuativa. Solitamente, dopo tre settimane dall’ inizio del trattamento con il farmaco, le feci vengono riesaminate per controllare che non ci sia una recidiva. Una volta terminato il trattamento con l’antiparassitario, è importante monitorare i bambini nell’igiene quotidiana, cercando di individuare la fonte dell’infezione e debellarla, per evitare future problematiche.
Come abbiamo detto, oltre al farmaco, si è visto che il cambiamento di alcune abitudini e di stile di vita possono rivelarsi utili nel sostenere e accelerare il processo di guarigione. Tra le buone pratiche igieniche, ricordiamo il corretto lavaggio regolare delle mani e la promozione di condizioni di vita pulite e sanificanti , la sterilizzate i vestiti e le lenzuola attraverso lavaggi ad alte temperature, il controllo della pulizia e della lunghezza delle unghie, la pulizia.
Non solo, ma anche la pulizia e l’igiene degli animali animali domestici è essenziale: spesso, infatti, possono essere i nostri amici a quattro zampe i portatori di ascaridi, per cui il controllo e la pulizia rappresentano la prima misura preventiva. La prevenzione, infatti, può essere effettuata soltanto attraverso un’accurata igiene quindi non solo personale, ma anche della casa e degli ambienti in cui si vive, minimizzando così la possibilità di reinfezione e diffusione degli ascaridi.
In conclusione, riconoscere i sintomi e informare il pediatra, aderendo al trattamento farmacologico prescritto, sono passaggi cruciali per garantire il benessere del bambino e ridurre il decorso della parassitosi. Non solo, ma mantenere le adeguate pratiche igieniche ambientali e implementando le misure preventive che abbiamo citato, sono essenziali per ridurre il rischio di questa infezione potenzialmente dannosa.
Fonti bibliografiche
- Istituto Superiore di sanità-EpiCentro
- Manuale MSD-l’Ascaridiasi
- INAIL-i microrganismi
- Ospedale Pediatrico Bambino Gesù-Ascaridiasi