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Cos’è e a cosa serve
Il biancospino (Crataegus monogyna e Crataegus laevigata) è un piccolo albero della famiglia delle Rosaceae diffuso nelle regioni a clima temperato. I giovani arbusti di biancospino hanno il tronco liscio e grigio chiaro, che diventa poi bruno e ricoperto di scaglie negli esemplari adulti. I rami sono spinosi e portano foglie divise in lobi e di color verde brillante. Una delle principali differenze tra le due specie riguarda proprio le foglie che nella varietà monogyna hanno da tre a sette lobi poco dentati, mentre nella varietà laevigata ne hanno da tre a cinque finemente dentati.
I fiori del biancospino sono bianchi o sfumati di rosa, piccoli e riuniti in corimbi e dai fiori si sviluppano poi le drupe, i frutti. In erboristeria e fitoterapia foglie, fiori e frutti del biancospino sono impiegati soprattutto per i loro benefici sul cuore e sull’apparato cardiovascolare, oltre che per alleviare i sintomi di ansia e agitazione e contrastare l’insonnia.
Benefici
I benefici del biancospino includono l’attività ipotensiva, sedativa, miorilassante, cardiotonica, vasodilatatrice e antispasmodica. I preparati erboristici e fitoterapici che contengono biancospino sono dunque indicati per il benessere del cuore e del sistema cardiovascolare, per alleviare i sintomi dell’ansia e l’agitazione e per favorire il riposo. A livello cardiaco, l’assunzione di infusi e altre preparazioni a base di biancospino agisce inibendo un enzima noto come ACE e questo comporta una lieve azione diuretica e soprattutto la dilatazione dei vasi coronarici. A questo si aggiunge un’azione sui canali di calcio presenti sui vasi sanguigni, che aumenta ulteriormente la vasodilatazione. Di conseguenza, la resistenza dei vasi sanguigni si riduce e questo determina una diminuzione della pressione sanguigna e un aumento dell’apporto di sangue verso il cuore.
Contemporaneamente si verifica un rallentamento delle contrazioni cardiache che però risultano più forti e si ha una protezione dei vasi sanguigni grazie alla riduzione dei livelli di colesterolo LDL (il “colesterolo cattivo”) e dei trigliceridi. In più, data l’azione sedativa di questo rimedio, è possibile alleviare ipertensione, palpitazioni, tachicardia, dolori addominali e disturbi del sonno che dipendono da stati emotivi come ansia e agitazione.
I fiori di biancospino, infine, sono utilizzati esternamente in caso di ferite e infiammazioni cutanee per favorire la vasodilatazione e migliorare la cicatrizzazione della pelle. L’azione di questo rimedio naturale è attribuito al fitocomplesso costituito da flavonoidi, proantocianidine, acidi organici e olio essenziale, presente nelle foglie, nelle infiorescenze e nei frutti; le sostanze responsabili degli effetti cardiovascolari del biancospino sembrano essere soprattutto i flavonoidi e le proantocianidine.
Come usarlo
Il biancospino può essere assunto sotto forma di tisana, estratto fluido o tintura madre. La tisana di biancospino si prepara lasciando in infusione in una tazza di acqua bollente circa un grammo di foglie e fiori o di frutti essiccati. Dopo quindici minuti, si filtra e si beve; se ne possono consumare tre tazze al giorno. Il dosaggio dell’estratto è invece compreso tra i 200 e i 900 milligrammi al giorno. La tintura si somministra da una a tre volte al giorno diluendo 30 gocce di prodotto in poca acqua. In erboristeria è possibile acquistare anche il gemmoderivato di biancospino, che si assume una o due volte al giorno, al dosaggio di 40-50 gocce in acqua.
Per il trattamento dell’insonnia il biancospino è generalmente associato a valeriana, passiflora o camomilla, che ne esaltano il potere sedativo. Per il benessere del cuore, invece, il biancospino è generalmente inserito in formulazioni che includono anche estratti di aglio, un rimedio naturale in grado di regolare la pressione, fluidificare il sangue e ridurre i livelli di colesterolo LDL. Bisogna però tenere presente che l’azione benefica del biancospino sul cuore e sull’apparato cardiovascolare non è immediata ma può essere osservata dopo un uso prolungato di questo rimedio; indicativamente, la riduzione dei livelli della pressione si verifica dopo due-quattro mesi di trattamento.
Controindicazioni
L’assunzione di preparazioni a base di biancospino è ritenuta sicura e priva di effetti collaterali rilevanti o controindicazioni. In caso di sovradosaggio o nelle persone sensibili, possono comparire lievi disturbi intestinali, mal di testa, vertigini, sanguinamenti dal naso e vampate di calore, sintomi che spariscono nell’arco di pochi giorni se viene interrotta l’assunzione. Chiaramente l’uso di questo rimedio è sconsigliato in caso di allergie verso la pianta.
La somministrazione limitata nel tempo e dietro prescrizione medica è invece possibile anche in gravidanza e durante l’allattamento. È bene consultare il proprio medico prima di ricorrere a questo rimedio anche se si stanno seguendo terapie, in particolare se si assumono beta-bloccanti e medicinali per la pressione alta.