Storia di una rinascita: Alessandra, l’Araba Fenice

Un lavoro che non dà più soddisfazioni, crescere un figlio da sola, la pandemia che arriva come uno schiaffo. C’è tempo per riflettere e rimettersi in gioco per tornare a credere in sé stessi e nell’amore. Da Busto Arsizio a Lanciano

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Un percorso ricco, pieno di studio, tenacia e soddisfazioni professionali: Alessandra è una donna che nella vita ha scelto di seguire le proprie passioni, senza mai risparmiarsi. Nasce e cresce in Abruzzo e dopo gli studi di Giurisprudenza, si dedica al praticantato per l’iscrizione all’albo degli avvocati. Nel frattempo diventa mamma e il suo piccolo Pietromaria le rivoluziona la vita, ma non rinuncia ai suoi obiettivi, per cui insieme a suo marito apre il primo ristorante a San Benedetto del Tronto e parallelamente si specializza in marketing internazionale.

Quando Pietromaria ha circa 2 anni, sopraggiunge la separazione dal padre: un momento di profonda crisi che la porta a trasferirsi in Lombardia, con il suo bimbo, di poco più di 4 anni. Una scelta che sembra davvero ripagarla degli sforzi e che la porta a vivere anni di successo, conferme professionali e incarichi di prestigio.

Ma, come uno schiaffo improvviso, arriva la pandemia e con essa anche dei problemi di salute, che in quel momento sembrano piuttosto preoccupanti. Da qui, la scelta di tornare in Abruzzo, nella sua natia Lanciano con l’idea di rimanervi per qualche mese. E invece Alessandra è ancora oggi a Lanciano, più convinta che mai: non solo ha avviato un ufficio di consulenza aziendale home made, nel centro della città, ma nella primavera del 2021 matura l’idea di aprire un nuovo ristorante, questa volta con il suo nuovo compagno: nasce così Patria, locale storico, nato agli inizi del ‘900 e che diventa un cooking concept del XXI secolo.

Quando le nostre strade ci sono incrociate le ho chiesto come tutto questo, carriera, figlio da accudire, separazione e pandemia abbiano influito sulla sua persona e sui sogni che aveva per la sua vita.

«È stata dura, ci sono stati momenti di grande difficoltà, ma ho cercato di trovare nel fallimento un’opportunità di crescita personale e professionale», mi ha risposto senza troppi giri di parole. Da madre, ha sempre avuto come priorità il benessere fisico e psicologico del figlio, che, come lei stessa afferma, è stato il motore trainante di tutta la sua vita professionale, perché è con lui e grazie a lui che ha realizzato i suoi sogni e oggi vive serenamente senza rimpianti. La scelta stessa di tornare in Abruzzo è stata accelerata dall’arrivo della pandemia. Il lockdown per lei ha infatti rappresentato un momento di crescita importante e tempo per riflettere e capire da che parte andare, soprattutto come poter garantire a suo figlio un ambiente più sicuro e protetto.

«Avevo la necessità di avere la mia famiglia vicina ed uno stile di vita decisamente più sano, sotto tutti i punti di vista. Arriva sempre il momento dei bilanci e ti chiedi come vuoi che siano gli anni a venire, questo è un pensiero in grado di farti cambiare le priorità, diventa il propulsore del cambiamento».

Colpiscono di questa donna la tenacia e il coraggio, perché se è vero che cambiare fa rima con rinascita, è pur sempre un rischio e quel salto nel vuoto non sempre si è pronti ad affrontarlo. Una mamma sola, nel pieno di una pandemia, e con un lavoro che non dà più soddisfazioni: una situazione comune a tante donne negli ultimi tre anni e che la stessa Alessandra mi dice aver affrontato con grande lucidità mista a profonda ansia.

Se pensa a suo figlio, oramai adolescente, non può fare a meno di constatare quanto i ragazzi abbiano perso in questi anni, quanta loro socialità sia stata sacrificata e quanto sia stato spesso difficile conservarne la serenità.

«Non ho smesso di ascoltarlo, anche nei silenzi e sono rimasta in questa condizione senza perdermi d’animo, nell’attesa che passasse la burrasca. Ho continuato a confrontarmi con lui, l’ho rassicurato ed ho continuato ad ascoltare il suo punto di vista, valutando sempre il suo stato d’animo. Oggi favorisco i momenti di uscita, la condivisione del tempo con i suoi nuovi amici, e continuo ad osservare da distante, cercando senza forzature di reindirizzarlo, verso gli interessi che nel frattempo si sono dispersi».

Se è vero che ogni crisi è un’opportunità, Alessandra ha visto nella pandemia il momento perfetto per cambiare. Trovare coraggio e reinventarsi in Abruzzo, una Regione incredibile, con paesaggi mozzafiato, abbracciata dalla montagna e dal mare, da colline dolci e ricche di vigneti, uliveti secolari, boschi e parchi nazionali. Un luogo dalla vocazione turistica in parte ancora da sviluppare, il posto perfetto per rispolverare vecchia passione, la cucina.

«Il ristorante Patria è stata una parte della mia svolta personale e professionale, un progetto in cui credo molto e in cui sto impiegando tante energie. Ho rispolverato la mia vecchia passione per i vini e sto frequentando un corso da sommelier. È un locale storico che sopravvive al tempo che scorre, esiste da oltre 100 anni ed è il mio più grande stimolo per realizzare nuovi progetti nel campo dell’alimentazione».

Sono calme e decise le parole di Alessandra, una donna che oggi appare motivata e serena, nonostante mi confessi che questi anni di lontananza l’abbiano privata della sua famiglia, degli amici di sempre e di tanta vita privata. Allo stesso tempo si sente però una donna più forte, con delle prospettive differenti e in grado di scegliere in modo consapevole, con le giuste considerazioni e valutazioni, nonostante le difficoltà del periodo storico. Ed è proprio questo l’insegnamento che cerca di dare al suo Pietromaria: seguire le proprie passioni, prendersi tempo per scegliere e decidere, ma soprattutto che qualsiasi cosa decidiamo di fare nella vita, è richiesto impegno e studio, vietato improvvisare.

Conoscere Alessandra è stato un vero piacere, l’ennesima conferma di quanto in questi anni difficili e duri le mamme abbiano lavorato sodo, non solo su sé stesse, spesso rivoluzionando la propria vita, ma soprattutto nel rapporto con i propri figli, a cui non è mai mancato il supporto necessario per andare avanti. E a tratti la sua storia mi emoziona, perché è una continua rinascita e un rimettersi in gioco, sentimentalmente, professionalmente e umanamente.

Le chiedo infine perché ne vale sempre la pena? E lei, forte e gentile come la sua Abruzzo, risponde: « Perché non sai mai cosa di buono può riservarti la vita. Siamo il prodotto delle nostre scelte Quando non siamo più soddisfatti o sereni della vita che svolgiamo, dobbiamo darci un’altra possibilità. Tutto questo con una buona dose di leggerezza e di autoironia, oltre che consapevolezza ed equilibrio. Ciascuno di noi dovrebbe mettere a frutto il talento che ha, cercare di raggiungere un livello di soddisfazione tale da consentirgli di vivere con serenità. È indispensabile, secondo me, per poterci prendere cura in modo equilibrato di noi stessi e di chi ci sta accanto».

Come non essere d’accordo?

Alessandra nella sua Osteria Patria, a Lanciano