Sostenere i pazienti oncologici per migliorarne la qualità della vita

Franco Greco da anni combatte il tumore al seno (rientra nell'1% dei casi nazionali che colpiscono gli uomini), ed è co-fondatore di CasaBreast ODV a Torino

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Alessandra Del Re

Giornalista esperta di Costume&Società

Scrive per necessità e passione. Ama le storie degli altri, famosi e non, leggerle e raccontarle

Il tumore al seno è considerato una malattia femminile, ma può colpire, seppur raramente, anche gli uomini. L’incidenza è di un caso ogni 100. Franco Greco è uno di questi. Franco nel 2020 è co-fondatore dell’associazione torinese CasaBreast. Ci ha raccontato di cosa si occupano e come sostengono concretamente le persone malate e le loro famiglie.

Ciao Franco, ci racconti com’è nata l’idea di fondare CasaBreast?
A giugno 2017 mi è stato diagnosticato un tumore mammario (nella mia famiglia era il terzo dopo quello di mia madre e quello che ha visto la scomparsa di mia sorella). Subito operato, hanno fatto seguito le terapie chemio e radio per giungere a metà 2018 ad aver completato il percorso di cura. Contestualmente nel 2019 la direzione sanitaria dell’ospedale Cottolengo ha mandato a me e ad altri nove pazienti l’invito ad avviare il progetto di fondare la ODV a supporto della Breast Unit, invito che naturalmente abbiamo accolto tutti con molto trasporto. Il nostro presidente è il dottor Riccardo Bussone e tra i consiglieri figura il dottor Carlo Alberto Raucci; responsabile della chirurgia senologica il primo (nel suo team opera la dottoressa Gretha Grilz chirurgo oncoplastico e referente mutazioni genetiche) e primario di oncologia il secondo. Nel comitato scientifico abbiamo una serie di medici di importanza nazionale come Alessandro Comandone (Specializzato in Oncologia e Farmacologia con indirizzo in Chemioterapia) e Eugenio Zanon, coordinatore della Breast Unit dell’Ospedale Cottolengo.

Quali sono i vostri obiettivi?
L’obiettivo che ci siamo preposti come associazione è il supporto ai nuovi pazienti in arrivo presso la Breast Unit dell’ospedale Cottolengo di Torino, in tutti i passaggi che dovranno percorrere, facendo un po’ di storytelling sulle nostre esperienze personali di pazienti oncologici. Ovviamente l’intento è costruttivo, sperando di ridurre le situazioni di stress che si vengono a creare nel momento in cui si viene a conoscenza della diagnosi. Non esiste una forma di preparazione a un evento del genere, purtroppo. Ci proponiamo di diffondere un fattore determinante come la cultura di uno stile di vita per quanto più possibile sano. A questo si deve aggiungere la prevenzione mediante controlli continui. Lo dico sempre, perché in associazione capita di sentire donne che non hanno mai fatto un’ecografia mammaria, una mammografia e non effettuano regolarmente l’autopalpazione.

Quali sono i capisaldi che CasaBreast andrà a promuovere?
Uno stile di vita salutare, sicuramente. Due cardini saranno l’alimentazione e l’attività sportiva. È scientificamente provato che un diverso stile di vita possa aiutare: spesso nella società di oggi ci troviamo a seguire un’alimentazione composta da cibi trattati e poco naturali. Si somma il fatto che l’attività fisica è ritenuta, secondo molti studi, importantissima non solo da un punto di vista meramente fisico ma anche psicologico. È fondamentale creare una condizione mentale che ci predisponga maggiormente a non avere cadute psicofisiche. Convivere con lo stress impatta in maniera significativa sulla predisposizione a periodi in cui il nostro organismo è più attaccabile da cellule tumorali, e di conseguenza un’attività fisica che si affianchi a una corretta alimentazione per garantire di mantenersi normopeso, aiuta a ridurre i rischi di contrarre questa malattia.

Quali sono le iniziative che vi vedranno coinvolti?
Abbiamo avviato gruppi di ascolto direttamente in ospedale, dove abbiamo un ufficio che ci è stato designato recentemente. Attraverso la diffusione dallo staff medico dell’oncologia, dell’esistenza dell’associazione o attraverso la nostra presenza sui canali web (sito e pagina FB), ospitiamo chi farà richiesta per un incontro informativo sul percorso e su tutti i diritti riconosciuti al malato oncologico, oltre le indicazioni per il disbrigo delle pratiche burocratiche per ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile, i diritti di cura per il posto di lavoro e una serie di agevolazioni molto utili soprattutto durante il periodo di chemio e radioterapia. L’idea è coinvolgere, oltre al paziente, i suoi familiari: la compagnia del paziente oncologico è determinante. La famiglia e gli amici che ti seguono fanno la differenza, perché da solo è molto dura, il fisico è provatissimo.

Vuoi parlarci del vostro Percorso E’voluto?
La diagnosi di tumore può rappresentare un momento di transizione, in cui le persone acquistano consapevolezza e mettono in atto strategie di cambiamento, volte alla riduzione di fattori di rischio. Per favorire l’adozione e il mantenimento nel tempo di nuove abitudini, occorre progettare e offrire indicazioni pratiche per la realizzazione dei cambiamenti desiderati. Apprezzatissimo il contributo completamente gratuito di chi volesse supportarci attraverso un voto al contest direttamente sul link sopra, così come utile conoscerci e seguirci sul nostro sito CasaBreast e sulla nostra fanpage.

Parliamo di prendersi cura del fisico, ma non è certo la sola cosa importante
Durante questa esperienza purtroppo, oltre al disorientamento di qualcosa che ti crolla addosso all’improvviso, e che spesso abbiamo sentito capitare ad altri, si percorreranno momenti molto provanti psico-fisicamente, durante il percorso che dura mesi. Inevitabilmente ci capiterà di venire a conoscenza di qualche compagno di “chemio” che non ce l’ha fatta, oltre il fatto che possono capitare eventi traumatici di separazione nella coppia, non preparata ad affrontare un evento così duro. Quindi è molto importante trovare un modo con cui comunicare l’opportunità di effettuare un percorso di psicoanalisi, servizio erogato all’interno della struttura ospedaliera dal team coordinato dalla Professoressa Antonella Granieri, o dove necessario attraverso un percorso psichiatrico molto utile durante le fasi post intervento chirurgico e post chemio e radio terapia; compito nostro è diffondere questa possibilità di supporto per alleviare la dura esperienza.

Vuoi dare un messaggio a chi sta lottando contro un tumore?
Io dico “Il tumore è per sempre”. Se lo hai avuto non hai mai la certezza che non torni, per questo i controlli post chirurgia e terapia sono stretti durante almeno i primi 5 anni. Tutto ciò che accade dal punto di vista sanitario in termini di controllo è determinante, soprattutto le terapie erogate che devono essere funzionali al caso: in questo devo dire che l’ospedale Cottolengo “tutto” è un’eccellenza assoluta del territorio Torinese. Siamo dunque fieri di poter offrire un sostegno psicologico, esistenziale e anche spirituale. L’ospedale è privato, e collabora in convenzione con il servizio sanitario nazionale. Avendo un’anima cattolica l’accoglienza di qualsiasi paziente è insita. I 4 punti cardine dell’associazione sono:
• la centralità della persona,
• il valore della cura,
• la dignità della persona,
• l’accoglienza del debole.

Purtroppo questa tipologia di tumore presenta numeri spaventosi
È vero. In Italia sono state effettuate, nel 2020, circa 55mila diagnosi di tumore al seno, di cui il 99% hanno colpito donne. Diversi anni fa l’età media era molto superiore a oggi: nel pratico, molte più donne giovani lo contraggono. Importante evidenziare, comunque, che l’Italia, a livello europeo, è il paese con la percentuale più alta di pazienti con tumore al seno che supera almeno 5 anni di vita dalla diagnosi, l’87%. Questo vuol dire che un po’ l’organizzazione sanitaria, un po’ l’analisi dell’eventuale patologia fatta per tempo, può aiutare a effettuare cure necessarie con un tempo sufficiente perché il tumore non si diffonda in altre parti dell’organismo. In Italia, questa tipologia di tumore è quella che rappresenta la maggiore mortalità per le donne .

Un’organizzazione come la vostra, di certo, avrà bisogno di fondi per offrire al meglio il proprio supporto.
Sì, abbiamo bisogno di supporto, sia per la diffusione del progetto, sia economico. Abbiamo già programmato una serie di eventi artistici, concerti, spettacoli teatrali, corsi di cucina e partecipazione a bandi nazionali ed europei per l’acquisizione di fondi, che verranno attuati appena si sbloccherà la situazione che stiamo vivendo col Covid. I ricavi verranno devoluti a CasaBreast e ci aiuteranno a finanziare anche il percorso di diffusione del progetto. Attualmente stiamo aspettando la certificazione dal RUNTS, il Registro Unico Nazionale Terzo Settore con cui potremo ricevere il 5×1000 nella dichiarazione dei redditi. È tutto in fase di evoluzione perché i tempi della burocrazia sono molto lunghi. Per tutte le donazioni che riceveremo (Iban: IT54 C030 6909 6061 0000 0176 732) vi ringrazio anticipatamente a nome di tutta la squadra di CasaBreast.