Loredana Bertè, dura confessione sul palco: “Anch’io stuprata a 16 anni”

La cantante si schiera contro la violenza sulle donne, raccontando sul palco la violenza subita

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista e content editor. Dalla carta al web e ai social racconta di lifestyle, cultura e spettacolo.

“Io sono stata vittima di un bastardo che mi ha violentato, massacrato di botte e lasciata su una strada del ca**o a Torino. Ogni sei ore, ogni sei ore un femminicidio. Per non parlare poi di abusi, come quelli di Palermo. Per questo ho smesso di tacere. Io non sono carne. Non sono carne”. Dura e toccante la confessione di Loredana Bertè, che si scaglia contro la violenza sulle donne.

Lunedì 28 agosto, in concerto nella serata finale delle celebrazioni della Varia di Palmi, festa popolare in provincia di Reggio Calabria – la sua provincia di nascita – la cantante ha manifestato la propria vicinanza alle donne vittime di violenza, raccontando la sua di violenza e aderendo alla campagna social #iononsonocarne.

Loredana Bertè, la violenza subita da ragazzina

Era ancora quasi una bambina, Loredana Bertè, quando fu vittima di un violento stupro. Coraggiosa, aveva già raccontato la tragica esperienza ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, nel 2020 e, in seguito, nello studio televisivo di Michelle Impossible. “Facevo serate con le Collettine (un corpo di ballo). Eravamo in giro per l’Italia con Don Lurio a fare serate, ero l’unica vergine del gruppo e tutte provavano a convincermi, parlandomi di una persona innamorata pazza di me”.

“Dopo un mese, ho deciso di andare a prendere una cosa da bere con lui. Mi ha portato in un appartamento scannatoio, le ragazze devono stare molto attente. Quando ho sentito che chiudeva con il lucchetto la porta mi sono spaventata, terrorizzata. Volevo andare fuori, ma lui mi ha riempita di botte, mi ha violentata. Sono riuscita a uscire per miracolo, con i vestiti tutti strappati e con un taxi che si è fermato: stavo svenendo e mi ha portato in ospedale”

All’epoca Loredana non aveva avuto la forza di denunciare: “Lo sapevano solo le mie amiche, non ho potuto dirlo a nessuno, nemmeno a mia madre, perché le botte le avrei prese anche da lei”, subendo in silenzio le conseguenze della violenza subita, “per anni non mi sono fatta avvicinare da nessuno, ero traumatizzata”. Oggi la rockstar non ha più paura e usa la sua voce per tutte le sue donne che non possono farlo.

La campagna Io non sono carne

Loredana Bertè fa parte dei milioni di italiani che, sui social, stanno dimostrando solidarietà alle vittime di stupro postando una foto delle loro mani con l’hashtag #iononsonocarne. In riferimento alle terribili dichiarazioni del branco di ragazzi che ha violentato una 19enne a Palermo. Tra i messaggi inviati, anche quelli di Alessio Boni, Caterina Balivo, Elenoire Casalegno, Samantha de Grenet, Alessandro Preziosi e Maria Grazia Cucinotta.

La campagna è stata lanciata nelle scorse settimane da Luca Dini, direttore del settimanale femminile F, che ha spiegato: “Ora si deve parlare agli uomini perché il problema è degli uomini che devono rifiutarsi di ‘essere un pezzo di carne’. È ora di smettere con questa giustificazione ormonale e sociale, che nel fenomeno del branco è la situazione per cui un maschio, pensando di dimostrare di essere tale, deve assolvere a questo orribile compito”.