Aurora Ramazzotti, la sua lotta continua: “È il mio corpo e decido io”

Dopo aver parlato di cat-calling, Aurora Ramazzotti continua a difendere il suo diritto di decidere del proprio corpo

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Redazione

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Nelle scorse settimane, Aurora Ramazzotti si è fatta portavoce di una nuova battaglia: la giovane influencer ha voluto parlare del cat-calling, un fenomeno che riguarda, purtroppo, migliaia di donne ogni giorno. E da quel momento ha dovuto fare i conti con tantissimi hater, ai quali però non si è mai arresa.

Il cat-calling è una vera e propria molestia verbale, sebbene qualcuno cerchi di farlo passare per un semplice complimento. Il fulcro è ancora una volta l’autodeterminazione della donna, la possibilità di decidere per sé (e per il proprio corpo) senza dover sottostare a commenti non richiesti, a critiche gratuite. Aurora Ramazzotti ha voluto portare alla luce questo fenomeno, raccontando la sua esperienza e mostrando tutta la propria indignazione per tutte quelle persone che si sentono in diritto di fischiare e fare apprezzamenti ad una donna, o più semplicemente di mettere in atto molestie vere e proprie.

Consapevole di star toccando un argomento che avrebbe suscitato le reazioni più varie, la figlia di Michelle non ha esitato a dare risposta alle critiche che le sono subito piombate addosso. Ma ha anche ricevuto il sostegno di tantissime persone, tra cui alcuni vip che si sono schierati dalla sua parte in questa lotta. Tuttavia, a distanza di giorni, gli hater continuano a scavare nel suo passato per trovare qualche punto debole, per avere un appiglio su cui attaccarla ancora una volta. E adesso qualcuno si è aggrappato ad un video di diversi mesi fa in cui Aurora, in bikini, si lascia andare ad un simpatico siparietto in famiglia.

Siete, come al solito, piccoli. Piccoli così. Per non dire altro” – si è sfogata la Ramazzotti tra le sue storie di Instagram – “Questo è lo screenshot di un video in cui reggevo il drenante cellulite di mia mamma tra le chiappe l’estate scorsa. Ironia, per la cronaca. Vorrei davvero che qualcuno mi spiegasse il nesso tra un video ironico e le molestie verbali per strada. Avanti, vi ascolto. Perché mi si vede il c*lo? È questo? Perché se d’estate mi metto in costume allora non posso permettermi di disgustarmi davanti a commenti sessuali che avvengono quando sono interamente vestita?”.

Aurora non può che essere indignata per gli insulti che le sono stati rivolti, continuando a portare avanti la sua battaglia per poter decidere autonomamente del proprio corpo – e perché ogni donna possa farlo, senza subire critiche o rischiare di essere molestata. “Mi fa inc*zzare, perché quando vedo scherzare con questo tema mi rendo conto che non capite che fa parte della cultura dello stupro. La molestia a vostro avviso è ‘minore’ o addirittura inesistente quindi non merita attenzione. Ma ha la stessa matrice”.

Consapevole dell’importanza di non arrendersi in questa lotta, Aurora Ramazzotti ha deciso di mettere nero su bianco il suo messaggio, ancora una volta: “Io merito rispetto a prescindere da chi sono e come decido di vestirmi. Merito rispetto che io sia in costume da bagno o completamente coperta dalla testa ai piedi. Merito rispetto anche se faccio ironia sul mio corpo, perché è il mio corpo e decido io. Non voi”.