Roberto Benigni compie 70 anni. Il folletto della nostra comicità, irriverente e scurrile quanto poetico e sublime, nato il 27 ottobre 1952 a Castiglione Fiorentino, ci ha fatto, negli anni, dei regali bellissimi. Con i suoi film, i suoi spettacoli, i suoi monologhi, non solo ha strappato risate ma è riuscito anche ad riavvicinare Dante al popolo (o a farlo scoprire a chi non lo conosceva), a raccontare orrori (l’Olocausto) e tabù (il sesso) con il linguaggio della poesia e dell’ironia.
Non tutti lo amano, non tutti lo capiscono: Benigni è talmente schierato politicamente che non può piacere trasversalmente, ma è unico, inimitabile, capace di emozionare tanto quando parla di vita e di amore che di morte e dolore.
“Dare allegria è la cosa più bella che si possa fare al mondo“, diceva in Pinocchio. E Roberto, oltre alle innumerevoli risate che ci ha regalato, ci ha fatto spesso riflettere, innamorare dell’arte e della poesia, guardare il mondo da una prospettiva diversa, attraverso gli occhi dei bambini, di quel bambino, o folletto, che è ancora oggi, a 70 anni compiuti.
“La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore”. (Dal film La vita è bella)
“Se uno non corre qualche rischio per un’idea, o non vale niente l’idea o non vale niente lui“.
“Per trasmettere la felicità bisogna essere felici e per trasmettere il dolore bisogna essere felici” (dal film La tigre e la neve).
“Innamoratevi! Se non vi innamorate è tutto morto! Vi dovete innamorare, e diventa tutto vivo. Per essere felici dovete patire, stare male, soffrire. Non abbiate paura di soffrire: tutto il mondo soffre”.
“È un segno di mediocrità quando dimostri la tua gratitudine con moderazione”.
“Comincia il gioco, chi c’è c’è, chi non c’è non c’è. Si vince a 1000 punti. Il primo classificato vince un carro armato vero. Beato lui. Ogni giorno vi daremo la classifica generale da quell’altoparlante là. All’ultimo classificato verrà attaccato un cartello con su scritto ‘asino’, qui sulla schiena. Noi facciamo la parte di quelli cattivi cattivi che urlano, chi ha paura perde punti. In tre casi si perdono tutti i punti, li perdono: 1) Quelli che si mettono a piangere; 2) Quelli che vogliono vedere la mamma; 3) Quelli che hanno fame e vogliono la merendina, scordatevela!
È molto facile perdere punti per la fame. Io stesso ieri ho perso 40 punti perché volevo a tutti i costi un panino con la marmellata. Ah, non chiedete i lecca-lecca perché non ve li danno: ce li mangiamo tutti noi. Io ieri ne ho mangiati 20. Un mal di pancia. Però erano buoni. Scusate se vado di fretta, ma oggi sto giocando a nascondino, ora vado, sennò mi fanno tana” (dal film: La vita è bella)
“Guarda i girasoli: s’inchinano al sole, ma se vedi uno che è inchinato un po’ troppo significa che è morto.. Tu stai servendo, però non sei un servo. Servire è l’arte suprema. Dio è il primo servitore; Lui serve gli uomini, ma non è servo degli uomini” (dal film: La vita è bella)
“Il peccato più grave è non desiderare di essere felici, non cercare di essere felici” (Dal film La tigre e la neve).
“La poesia non è fuori, è dentro: cos’è la poesia non chiedermelo più, guardati allo specchio, la poesia sei tu!”
“Se ci fosse un po’ più di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire…” (dal film: La voce della luna)
“Del resto, è solo la curiosità che mi fa svegliare la mattina” (dal film: La voce della luna)
“Scurrilità: La comicità è natura. L’uso di termini sessuali diventa un discorso. Non si può dire che ho parlato del pisellino. La scurrilità è la zolla, l’essenza della terra, il ventre, il materialismo del comico. La nostra tradizione è scurrile. Bisogna avere gaudio e volare, volare sulle parole”.
“Le mogli dei politici fanno tutte beneficenza. Hanno il senso di colpa per quello che rubano i mariti”
“Altro che Colombo! Eh, gli indiani stavano già lì: se non ci trovava nessuno, l’aveva scoperta lui. […] Come se io ora vado in Puglia e dico: ‘Ueh, la Puglia!’” (dal film Non ci resta che piangere).
“Questa è la mia storia, questo è il sacrificio che mio padre ha fatto, questo è stato il suo regalo per me” (Giosuè adulto, voce fuori campo, nel film La vita è bella)
“Berlinguer io lo conosco bene, era uno che a scuola si portava sempre la merenda da casa non rubava mai niente, mai rubato nemmeno pennini. C’ha i suoi difetti, in ginnastica andava male, in religione nn parliamone, mai garbata…Io adesso vi presento un poeta della nostra epoca, che insieme a Pascoli e Gozzano è riuscito a rilanciare il lirismo nella politica e nello spirito dell’uomo, in un’epoca materialista come la nostra. Ecco un comunista vero, garantito: Enrico Berlinguer!”