Paolo Graldi, morto il giornalista: l’addio della moglie Simona

Ad annunciare la scomparsa dell'ex direttore del Messaggero e del Mattino è stata la sua consorte

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Anna Verrillo

Giornalista e Lifestyle Editor

Sangue campano e cuore a stelle e strisce. Scrive di cultura e spettacolo con frequenti incursioni nella cronaca rosa perché da brava gemelli non ama prendersi troppo sul serio.

Si è spento ad 81 anni il giornalista Paolo Graldi, noto per essere stato direttore dei quotidiani Il Messaggero e Il Mattino. A darne notizia, è stata la moglie Simona con un post sui social: “L’amore della mia vita ci ha lasciati. A tutti coloro che lo hanno amato, grazie per esserci stati” ha scritto la vedova. Nato a Bologna, Graldi aveva lavorato per i principali quotidiani nazionali raccontando negli anni ’70 e ’80 i principali fatti di mafia e terrosismo, e aveva collaborato con Enzo Biagi e Sergio Zavoli a trasmissioni televisive di grande successo.

Paolo Graldi, una carriera sfolgorante

Paolo Graldi, noto giornalista italiano, è scomparso ad 81 anni dopo aver combattuto contro una lunga malattia. Una vita, quella del reporter, spesa tra carta stampata e tv, da cronista a direttore. Nato a Bologna nel 1942, aveva esordito giovanissimo per alcune testate locali, approdando al Corriere della Sera nel 1975 prima come cronista giudiziario, poi inviato speciale e infine capo della redazione romana. Vice direttore al Mattino di Napoli, venne nominato direttore nel 1994 e qui rimase fino al 2001, quando gli fu affidata la direzione de Il Messaggero per tre anni, per poi essere nominato direttore editoriale. Negli ultimi anni, è stato editorialista del gruppo Caltagirone, scrivendo per  Il Messaggero, Il Mattino e Il Gazzettino di Venezia

Oltre alla carta stampata, anche la passione per il piccolo schermo ha accompagnato a lungo l’attività giornalistica di Graldi, che ha collaborato a quasi tutte le trasmissioni Rai di Enzo Biagi ed è stato caporedattore con Sergio Zavoli a La notte della Repubblica e Viaggio intorno all’uomo. A suo nome, le inchieste realizzate per la Rai  Io e il fumo, Io e il telefono, Io e il Cibo e diversi servizi per Scatola aperta. Ha firmato, inoltre, la sceneggiatura di alcuni film per la tv, tra i quali Il caso Lafarge, Il caso Stawinsky, Ladri e quadri.

Moltissimi, infine, i riconoscimenti a lui attribuiti, tra i quali il Premio Ischia Internazionale di Giornalismo, il Premio Scanno, il Premio Città di Roma, il Premio Città di Milano e il Premio giornalistico Gargano Vincenzo Afferrante.

Paolo Graldi, il rapporto con la moglie Simona

A comunicare la notizia della dipartita di Graldi, è stata la moglie Simona, che nel suo estremo saluto lo ha definito “l’amore della mia vita”. E, stando al ricordo dei colleghi de Il Mattino che a lui hanno dedicato un lungo messaggio, il giornalista avrebbe usato probabilmente la stessa espressione per parlare della donna che aveva condotto all’altare nel 2017: “Innamoratissimo le ripeteva spesso: siamo io e te, te e io, più tanti amici” si legge nell’editoriale pubblicato sul quotidiano partenopeo. Oltre a lei, il giornlista lascia due gemellini.

Estremamente riservato, Paolo Graldi non ha mai parlato pubblicamente dei suoi affetti più cari e della sua famiglia, lasciando che il grande pubblico affiancasse il suo nome solo ed esclusivamente ai numerosi lavori di giornalismo ed inchiesta. I funerali, come comunicato dalla vedova dell’ex direttore, si svolgeranno a Roma nella Chiesa di San Salvatore in Lauro il prossimo 2 gennaio.