Omar Pedrini malato, addio ai concerti: “Smetto di suonare per il cuore”

"Il medico (e nonno dei miei figli) mi ha detto: ogni concerto è un rischio": Omar Pedrini lascia le scene

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Giorgia Prina

Lifestyle Specialist

Web Content Creator e Internet addicted che ama la complessità del reale. La passione più grande? Sciogliere matasse con occhio critico e ironia.

Pubblicato: 17 Marzo 2024 07:58

Omar Pedrini è malato e lascia la musica. Una decisione sofferta, soffertissima, di quelle che chi vive di note spera di non dover prendere mai. Una vita votata alla chitarra e ai concerti. A far ballare e commuovere. Una vita costretta a una svolta da una malattia. Smetto di suonare per il cuore”. Così l’artista Bresciano saluta il pubblico al suo ultimo concerto in Veneto. L’ex della band Timoria ammette: “È più difficile lasciare la musica che sottoporsi a un intervento” e spera nel futuro, “Per tornare sul palco”.

Omar Pedrini malato smette di suonare

Così Omar Pedrini ha deciso: quello terminato il 15 marzo è stato il suo ultimo tour. Ora è tempo di prendersi cura di se stesso, di dedicarsi alla propria salute. “Ho sposato la figlia del mio cardiochirurgo padovano, il dottor Scalia – ha dichiarato in un’intervista a Il Corriere della Sera – “Proprio lui mi ha detto: da nonno dei tuoi figli sappi che ogni concerto è un rischio. Per ora devo dire basta, ma per il futuro ho fiducia nella scienza e nell’amore di Dio“.

Il chitarrista e cantante aveva dichiarato di aver già subito sei interventi al cuore. “Malandrino”, così definisce scherzosamente il suo organo cardiaco. Per il rocker bresciano, fondatore degli storici Timoria, è il momento di dire basta. Niente stop momentanei, niente pause di alcune settimane: per sopravvivere deve smetterla con i concerti.

Ma, come lui stesso ammette, “Non esiste Omar senza musica“. La speranza è tutta nella medicina, nella scienza e nel futuro. “Ho scoperto il mio problema cardiaco 20 anni fa e ho già affrontato sette operazioni al cuore, un piccolo record. La penultima operazione che ho subito non esisteva quindici anni fa e sto assistendo a passi da gigante della cardiochirurgia. Ecco perché in un angolino del mio cuore ho la speranza che tra qualche anno mi dicano che abbiano scoperto qualcosa perché possa ancora saltare e sudare per due ore. Purtroppo ora non è più possibile”.

Nel frattempo il chitarrista pensa al suo ritorno in Toscana, dove ha una produzione di vino e olio. Avrà anche uno studio a sua disposizione, per scrivere e suonare, per inventare magie per altri, per continuare a far scorrere la linfa vitale della musica nelle sue vene da rocker.

La malattia di Omar Pedrini

La notizia della malattia di Omar Pedrini non arriva come un fulmine a ciel sereno. Il suo calvario è iniziato nel 2004. Una notte insonne, una stanchezza incredibile, il ricovero in ospedale e l’operazione con solo il 20% di chance di sopravvivenza (come dissero i medici). Poi la diagnosi: aneurisma aortico. Due parole che gli anno cambiato la vita per sempre.

Continui controlli, ricoveri periodici. Anni di ospedali, medici, interventi. Niente lo ha fermato. Niente ha messo fine alla sua voglia di esserci, sul palco, per i suoi fan. La voglia di sentire l’adrenalina e la carica che solo un Live ti può dare. Ora però è troppo. Il rocker deve fermarsi, concentrarsi su se stesso e sperare di poter tornare, un giorno, a farci ballare.