Donatella Rettore: “Io a Sanremo? Sono solo voci”

Intervista a Donatella Rettore che ci parla dei 40 anni di Splendido Splendente e smentisce la sua partecipazione a Sanremo: "Una noia mai vista"

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Pubblicato: 19 Dicembre 2019 13:25

Donatella Rettore, icona della musica italiana, che ha al suo attivo brani cult come Kobra o Donatella, ci racconta dei 40 anni di Splendido Splendente, brano intramontabile, ci svela se è vero o no che andrà a Sanremo e ci fa sognare quando parla del suo incontro con Elton John.

Splendido Splendente ha compiuto 40 anni, anzi si avvia per i 41 anni: qual è il segreto del successo di questa canzone?
Le canzoni non nascondono segreti. O sono belle e rimangono nel tempo, come Splendido Splendente, o sono brutte e si dimenticano subito.

40 anni però fa un certo effetto?
Sì anche perché di Splendido Splendente ci sono state moltissime cover di tutti i generi, jazz, rap, trap, perfino lirico. E questo mi fa un grande effetto.

Come è cambiato il mondo della musica oggi?
I social hanno contribuito molto al cambiamento e secondo me andrebbero regolarizzati, ma Trump non ce lo fa fare… Oggi è tutto in streaming però così si perde il valore di un album completo. Il concept album non esiste più, ci sono solo i singoli, una facciata. Non c’è più nemmeno il lato B. Questa però è mancanza di cultura.

Che rapporto hai coi social?
Condivido quello che dice Dacia Maraini e diceva Umberto Eco: ossia che la maggior parte delle persone che è sui social non sa scrivere e parlare in italiano, diffondendo così una contro-cultura disastrosa.

A proposito di contro-cultura, la scorsa stagione sei stata al centro delle polemiche per la trasmissione “Ora o mai più”: pensi siano state alimentate dai social?
Vedo che molte trasmissioni televisive fanno conto sui social, perché lì esiste uno spetteguless dilagante che per me andrebbe regolamentato. Se non sai scrivere, non dovresti diffondere la tua ignoranza. Ribadisco, viva la censura contro gli ignoranti. Possiamo pensare che chi non sa scrivere abbia delle idee creative? Io non posso pensarlo.

I social dunque influenzano le trasmissioni televisive?
Sì certo, stanno diventando tutte molto trash. E poi non ne posso più di sentire di omicidi, femminicidi e di #MeToo. Mi aggrego a quello che ha detto Catherine Deneuve. Se ci avessero provato con me, avrei strillato talmente forte da farli scappare.

Chi è oggi la tua erede, se c’è?
Io ritengo che le eredi non esistono, né mie né di altre. Ognuno è unico, coi propri difetti e pregi. Dicono che esistono 7 sosia per ciascuno di noi, ma appunto sono solo sosia, non sono uguali a noi.

Così hai citato anche “Tale e Quale Show”…
“Tale e Quale” è una bellissima trasmissione che andrebbe rivisitata e valorizzata. Io ho cercato di farlo [Donatella Rettore partecipa all’edizione del 2017 ndr]. Secondo me bisogna metterci anche la propria arte e la propria individualità nelle performance, altrimenti rimangono una bieca imitazione, come può essere il carrozzone di Viareggio.

La tua personalità passa anche attraverso i tuoi look pazzeschi, ci riveli come sono nati?
Sono nati sempre dalla casualità e dalla mia estrosità, perché se uno è eclettico è eclettico sempre. Ho avuto modo anche di ispirarmi a modelli che rimangono indelebili nel tempo, come Elton John, David Bowie, Freddie Mercury, anche i Black Sabbath, Alice Cooper. Ce ne sono tanti e anche tante donne.

Hai citato Elton John, David Bowie…. Li hai conosciuti?
Sì, soprattutto Elton John. Con Bowie sono stati solo incontri casuali a Londra. Ero amica anche di George Michael che per me è stato uno dei più grandi cantanti del Novecento. Senza dimenticare Michael Jackson.

Visto che Splendido Splendente ha compiuto 40 anni, pensi sia il caso di portarlo sul palco dell’Ariston nel 2020?
Direi di no, perché non è nato lì. Deve continuare a essere una cosa libera e non omologata come è Sanremo.

Quindi non andrai a Sanremo? Perché così si dice…
Ma no, non andrò. Quelle sono solo voci. Io sono talmente amica di Amadeus che mi avrebbe telefonato per chiedermelo o me lo avrebbe detto quando ci siamo visti recentemente. Sono amica anche degli autori di Amadeus che della mia presenza a Sanremo non sanno proprio niente. E io non ci penso proprio di andare al Festival, è una noia mai vista. Tutte le volte che sono andata a Sanremo mi sono arrabbiata con tutti già il primo giorno, tranne l’ultima volta 25 anni fa quando sono andata per divertirmi. È tutto un pettegolezzo, un’ambiguità… Non è proprio il mio ambiente. Anzi mi sono raccomandata con Amadeus di non farsi coinvolgere con Sanremo. Io lo adoro, è una persona brava, che ha fatto la gavetta e a 57 anni arriva a Sanremo: non mi rovinate pure lui.

Tra l’altro tra gli ospiti di Sanremo era spuntato pure il nome di Lady Gaga…
Per me Lady Gaga è una grandissima artista. È un personaggio, non è bella. Proprio come me.

Qual è stata la più grande gratificazione dal punto di vista professionale?
Quando Elton John mi ha mandato un telefax per chiedermi di andare a Londra a cantare con lui. Quando me l’hanno detto ho chiesto “Ma mi state prendendo per il cxxxo o è vero?” Poi mi hanno fatto vedere il telefax e ho parlato con il suo editore Jim Doyle che mi ha confermato che era tutto vero e mi aspettavano. A 23 anni ho visto tutte le stelle del firmamento.

Tuo marito Claudio Rego ti sostiene sempre in quello che fai?
No, mio marito è un pigro. Sono io che mi sostengo. Lui è un bravissimo musicista, è una persona adorabile che condivide con me moltissime passioni, l’animalismo, lo sport, i viaggi, la musica e la solidarietà nei confronti delle persone più deboli.