Alla fine dell’estate, Tedua aveva condiviso sul proprio profilo Instagram un breve frammento di un brano familiare, eppure mai ascoltato prima. I fan, estasiati, ne avevano chiesto a gran voce la pubblicazione. Il rapper genovese non ha acconsentito, non ufficialmente, ma sui suoi social hanno cominciato ad arrivare, sempre più frequenti, nuovi indizi e qualche spoiler.
Fino alla mezzanotte in punto del 28 novembre, quando finalmente Tedua ha rilasciato il nuovo singolo Parole vuote (La solitudine), prodotto da Shune e con la collaborazione del collega e grande amico Capo Plaza.
Parole vuote (La solitudine): il significato della canzone di Tedua
In Parole vuote (La solitudine) il rapper Tedua si mostra in una veste inedita, rivelando il proprio lato più intimo e introspettivo. Nella strada verso il successo, il giovane artista racconta delle contraddizioni che portano con sé la fama e la ricchezza. Il senso di smarrimento e la solitudine che accompagnano il diventare famoso.
Assieme a Capo Plaza, Tedua racconta l’importanza di avere al fianco una persona con cui confidarsi, un amico sincero e disinteressato alla fama, perché i conflitti interiori non possono essere risolti da soli e, nel buio della solitudine, appaiono enormi e irrisolvibili.
Parole vuote (La solitudine), il testo di Tedua e Capo Plaza
Ho preso questa scelta e
Devo andare in fretta per
Ambire alla vetta
Se tu sei in grado di seguirmi
Allora non ti lascerò più sola e
Prenderò alla svelta le
Scelte con la testa che sbatto sulla tua finestra
Non mi hai capito ancora
Non mi resta che un’onesta vita nuova
E non a caso non ti chiamo e non invado più il tuo spazio
Sono caro e così grato a quel passato
Ma è passato così tanto
Che non mi vedresti così
Non sapresti dirmi di chi
È stata la colpa e non mi importa
Tanto conta che non tornerà
Quindi affronta quel presente e sii cosciente
Perché niente si risolve con le cose fatte a metà
Baby, ti aspetto alla Taverna dei Poeti
La penna con cui scrivo i miei poemi
Poteri che possiedi sono pieni di misteri
E non ti celi ma tu geli gli eschimesi
Mesi e mesi ma dov’eri?
Senza contare che ieri
Ti sei presentata più sballata e non sapevi
Quanto male potrà farti
La solitudine non è la soluzione dei problemi
Sto tornando da solo
E non mi ritrovo nelle persone
Che ho incontrato lungo la strada
E mi han lasciato solo parole, vuote
Ogni volta che provo
Anche se sbaglio imparo di nuovo
Ma alla prima svista poi scivola e va
Quanto altro male ti farà la solitudine
La solitudine, nananana
La solitudine, la solitudine
La solitudine
Anche se non sei più la stessa di una volta
Mi è rimasta impressa nella porta, il colpo della nocca
Quando ancora ti drogavi e ti giravi
E dopo urlavi “vattene, non sei tu”
Questo è il mio duello, con la sofferenza di una dipendenza
Che mi sta ferendo, che mi sta tenendo spalle al muro
Vieni qui, sì ma siediti e beviti un drink
Si va piano, ma al piano bar
Ti va
Di raccontarmi cosa non va?
Cresciuti in quei postacci, nei paesaggi, nei paraggi, dei
Fantasmi vogliono farmi del male
Senti il sapore del vino
Non hai nessuno vicino a cui poterlo confidare
Sei perso, hai chiesto troppo a qualcuno, senza mai ricambiare
Forse non credi al destino
Ma non sei autosufficiente da solo
Quanto basta per voltare le spalle a un amico
E pensavo che avessi capito
Come amare te stesso per amare prima un vicino
All’ultimo cerchio ti cerchio fino al mattino, lungo il cammino
Il vento sullo spartito
Sto tornando da solo
E non mi ritrovo nelle persone
Che ho incontrato lungo la strada
E mi han lasciato solo parole, vuote
Ogni volta che provo
Anche se sbaglio imparo di nuovo
Ma alla prima svista poi scivola e va
Quanto altro male ti farà la solitudine
La solitudine, nananana
La solitudine, la solitudine
La solitudine
E sono tra martello e incudine da cantine luride
Lei non era l’unica mo fumo in solitudine
Più si gonfia il conto più son solo resto umile
Prego per amici che c’ha tutto in mano il giudice
Questi soldi corrono, non dormono
Fratelli li ho persi e no non tornano
Dentro la mia iride c’è un dollaro
Son nato per questo non mi vendo no
Seduto al mio posto non mi fottono
Ora siamo soli e si fa più calda la stanza
Fuori sento spari e passa la sesta ambulanza del giorno
E c’è un altro coltello nella pancia
Mi hanno tradito tutti ma non farlo tu proprio
Sto tornando da solo
E non mi ritrovo nelle persone
Che ho incontrato lungo la strada
E mi han lasciato solo parole, vuote
Ogni volta che provo
Anche se sbaglio imparo di nuovo
Ma alla prima svista poi scivola e va
Quanto altro male ti farà la solitudine
La solitudine, nananana
La solitudine, la solitudine
La solitudine
L’omaggio a Laura Pausini
È un bel tributo a La solitudine, il brano strappalacrime che decretò il successo di un’allora giovanissima Laura Pausini. Il tema della solitudine – che Laura raccontava dal punto di vista di una ragazza dal cuore spezzato – viene qui declinato in chiave rap, e ad essere solo è il giovane nella sua scalata al successo.